- Cominciamo la settimana con un po’ di ottimismo. Dedichiamo il MATTINALE di oggi a un convegno sul futuro di Palermo andato in scena sabato scorso
- Il rilancio economico visto da Pietro Busetta
- Il magistrato e scrittore Lorenzo Matassa
- “L’Italia rischia lo stritolamento”
- Il Sud si dia una mossa
- Un’eredità pesantissima
- Lo scollamento tra cittadini e istituzioni
- I cambiamenti climatici e le conclusioni di Salvatore Grillo Morassutti
Cominciamo la settimana con un po’ di ottimismo. Dedichiamo il MATTINALE di oggi a un convegno sul futuro di Palermo andato in scena sabato scorso
Vogliamo cominciare la settimana con un po’ di ottimismo. Così oggi dedichiamo il nostro MATTINALE a un convegno che si è svolto Sabato scorso a Palermo, nei saloni di Palazzo Chiaromonte Steri (lo abbiamo annunciato l’11 Febbraio). Forse più che un convegno è stato un raduno. Un bel gruppo di persone si sono ritrovate insieme per un progetto culturale prima che politico: provare a studiare qualcosa per risollevare il capoluogo della Sicilia dal baratro in cui è sprofondato. Non c’è bisogno di descrivere cos’è Palermo oggi: un disastro. Ed è incredibile che i protagonisti dello sfascio attuale si comportino come se nulla fosse. Alcuni di loro annunciano la ricandidatura in consiglio comunale, qualcuno di loro si presenta come possibile sindaco. Hanno sfasciato una città ma cercano ancora consensi. E sono sicuri che li avranno. Tra l’altro, a Palermo, lo spoglio delle schede per le elezioni del Consiglio comunale è durato due mesi nella Primavera del 2012 e un mese cinque anni fa. Schede e verbali che sparivano, ma è stato tutto ‘regolare’ (qui trovare una serie di articoli sulle anomalie nelle elezioni comunali di Palermo nel 2017). Chi ci dice che non sarà così per la terza volta consecutiva? Se non c’è un deterrente, se non paga nessuno e i voti vengono ‘ricostruiti’ che problemi ci sono? Queste cose le abbiamo scritte cinque anni fa, quando abbiamo raccontato le vergogne dello spoglio e le scriviamo oggi a futura memoria. E lo diciamo per sottolineare che a nulla valgono i progetti se poi durante lo spoglio delle schede per le elezioni comunali succede di tutto e nessuno censura i protagonisti del caos. Fatta questa doverosa premessa – anche per ricordare l’importanza della memoria anche in politica – va detto che il convegno è stato molto interessante. E il merito va ad Andrea Piraino, che è sempre in prima fila quando c’è da mettere in campo novità politiche. e all’ex parlamentare Salvatore Grillo Morassutti. Due mondi diversi che si ritrovano insieme. Andrea Piraino ha alle spalle una lunga esperienza nel Cattolicesimo sociale. Salvatore Grillo viene dalla cultura politica laica, dal Partito Repubblicano di Ugo la Malfa. Esperienze diverse che mettono insieme altre persone diverse accomunate da un’idea: risollevare Palermo, una città che ha un bisogno disperato di liberarsi dalla vecchia politica che si ripropone, dal centrodestra al centrosinistra, da Rifondazione comunista ai soliti personaggi che sanno solo prendere e mai dare qualcosa. Un convegno presentato con due parole: Palermo Capitale. Per tornare ad essere Capitale la città ha bisogno di tornare a dialogare con l’economia vera, non con il clientelismo becero di questi anni, fatto di grandi appalti ferroviari senza costrutto, di un cimitero abbandonato, di strade che cadono a pezzi e persino di concorsi banditi a pochi mesi dal voto, senza ritegno.
Il rilancio economico visto da Pietro Busetta
Ci ha colpiti molto l’intervento dell’economista Pietro Busetta. Lo conosciamo da anni. E’ sempre stato moderato, misurato, pronto ad affondare il colpo quando c’è da denunciare gli sprechi e le diseconomie. Con argomenti e piglio da meridionalista. Ma il suo intervento di Sabato ci è sembrato molto più deciso, con argomenti che I Nuovi Vespri trattano spesso. Ha parlato del Sud. Ricordando che oggi, su poco più di 20 milioni di abitanti, nel Mezzogiorno italiano si contano 6 milioni di occupati circa: un occupato su quattro. Se si fa il paragone con alte aree dell’Europa, per esempio con l’Olanda, si scopre che lì gli occupati sono uno su due. Il professore Busetta ha ricordato cos’era il Sud prima dell’Unità d’Italia, tema che noi affrontiamo spesso. Era, il Regno delle Due Sicilie, una realtà importante. Con un’economia importante. Poi sono arrivati i piemontesi… “A chi ha giovato l’unità d’Italia?”, si è chiesto e ha chiesto Busetta. Anche Busetta tira un ballo il PUN, il Partito Unico del Nord che in Italia si prende tutto: ha già scippato al Sud e alla Sicilia le risorse agricole del FEARS, si prenderà l’80% circa dei fondi del Pnrr e, se l’Italia non sprofonderà prima con gli effetti della guerra in Ucraina – per ora economica, tra un po’ forse anche militare – scipperà a Sud e Sicilia anche 60-70 miliardi di euro all’anno con l’imbroglio incostituzionale dell’autonomia differenziata. Se non si fermeranno ‘sti scippi ci sarà poco da costruire. Poi un pensiero al porto, con Busetta che spiega che nel porto di Rotterdam ci sono 100 mila occupati: ed è anche sul porto che Palermo deve puntare. Insomma – questo il messaggio culturale e politico – è dentro la cornice di un rilancio del meridionalismo che Palermo potrà trovare la propria rinascita. Perché oggi il rischio, ha concluso Busetta, è che l’Italia si divida come la Cecoslovacchia (cosa che a noi, se proprio la dobbiamo dire tutta, non ci dispiacerebbe affatto: ma questa è un’altra storia).
Il magistrato e scrittore Lorenzo Matassa
Dopo l’intervento dell’economista Busetta la parola è andata a Lorenzo Matassa, magistrato, scrittore, osservatore attento della città. Piraino lo presenta come il protagonista di una fotografia diventata celebre. Matassa ringrazia e con grande delicatezza ricorda che gli piacerebbe essere ricordato come il pubblico ministero nel processo per l’uccisione di don Pino Puglisi. Il suo intervento è anche un ricordo doloroso. Si rivede quattro anni fa in occasione della morte di sua mamma. Racconta una scena molto triste al cimitero monumentale di Santa Maria dei Rotoli, seduto sulla bara di sua mamma. Oggi il cimitero cittadino dei Rotoli è un inferno. Eppure coloro i quali hanno ridotto la città nell’attuale stato di degrado quasi assoluto girano per la città, organizzano convegni, si candidano, chiedono i voti. In questo momento il cimitero dei Rotoli, lo ribadiamo, è un inferno: bare accatastate dove capita, in Inverno e in Estate, al sole e alla pioggia; ogni tanto le bare esplodono: scene raccapriccianti. Ma loro – il centrosinistra e la parte del centrodestra (con riferimento soprattutto a una parte di Forza Italia) che hanno gestito la città – hanno un progetto. E quale sarebbe ‘sto progetto? Riproporsi a Palermo e alla Regione. Per continuare a prendere senza dare. Sono fatti così. Per cinque anni hanno amministrato la città con l’attuale sindaco Leoluca Orlando. Ma ora Orlando è in uscita e loro sono ‘altro’. Come San Pietro, rinnegano. “L’attuale amministrazione comunale di Palermo ha fallito – dice Matassa -. Periferie abbandonate, rifiuti per strada, degrado e insicurezza”. Matassa dice che il presidente dell’Autorità portuale di Palermo e della Sicilia occidentale, Pasqualino Monti, non potrà partecipare al convegno. Lo ha pregato di portare i suoi saluti. Così apprendiamo che i tanti lavori in corso nel porto di Palermo dovrebbero essere ultimati a breve. E che presto Palermo avrà un milione e mezzo di presenze turistiche con le crociere. E sarà qualcosa in più del tipico mordi e fuggi. In effetti, per quello che notiamo rispetto al passato, Monti, un uomo del Sud – è nato ad Ischia – che si è innamorato della città, sta lavorando. Il porto c’è e ci sarà. Certo, se si potesse trovare il modo di evitare che le navi inquinino la città un po’ meno, utilizzando energie alternative, sarebbe un altro passo avanti.
“L’Italia rischia lo stritolamento”
Mike Giffoni, già ambasciatore e docente, si cimenta in una digressione sul contesto internazionale. Ci sta. Parlare del futuro di Palermo senza guardare a quello che succede nel Mediterraneo e in Europa sarebbe un errore. “L’Italia rischia lo stritolamento”, dice l’ex ambasciatore. Che ricorda anche la grande ondata migratoria. In realtà, lo stritolamento dell’Italia è già iniziato. Le nascite sono quasi azzerate. E si affronta il presente e il futuro in una realtà duale, con Sud e Sicilia abbandonati a se stessi. Con il Ministro del Sud di Forza Italia, Mara Carfagna – e già questo è un dato politico tragico: un esponente di un partito padronale, con centri di comando a Milano che gestisce il Ministero del Sud! – che deve quasi pregare il sindaco di Milano e il presidente della Regione Lombardia a non scippare i fondi del Pnrr al Sud. Che cosa gliene può fregare a Milano e alla Lombardia del Sud e della Sicilia? Certo, quando nel 2020 avevano gli ospedali pieni di malati di Covid li spedivano a Sud e in Sicilia. Sì, quando hanno bisogno Sud e Sicilia esistono, in condizioni ordinarie vanno derubati e basta. Lo hanno insegnato i Savoia dal 1860 in poi e da allora l’Italia funziona così. E’ chiaro perché noi a differenza del professore Busetta, tifiamo per la soluzione Cecoslovacchia?
La follia del Piano di riequilibrio, ‘regalo’ del Consiglio comunale di Palermo ai cittadini: le precisazioni dell’avvocato Alessandro Dagnino
Di Francesco Gallo, docente e critico d’arte, non possiamo dire nulla: abbiamo seguito il convegno da remoto e il collegamento, quando è intervenuto, ci ha lasciati. Se vorrà mandarci un suo intervento saremo lieti di pubblicarlo. Idem per l’intervento del costituzionalista spagnolo Balaguer. Il collegamento è tornato quando stava cominciando a parlare l’avvocato tributarista Alessandro Dagnino, palermitano con un’attività che lo vede premiato e impegnato anche fuori dalla Sicilia. Dagnino parla del Piano di riequilibrio approvato qualche settimana fa dal Consiglio comunale di Palermo. Piano proposto dal sindaco senza maggioranza in Consiglio comunale e approvato grazie ai voti delle opposizioni, o presunte tali. Il legale spiega che ciò che è stato fatto è sbagliato. E’ sbagliato l’aumento dell’addizionale Irpef, che crea un caso unico in Italia. Un atto che sancisce una discriminazione. Insomma, un esempio di “istituzioni estrattive”. Una “discriminazione territoriale esplicita”. “Chi ne beneficia? – si è chiesto e ha chiesto il legale -. Si danneggiano i cittadini violando la Giurisprudenza costituzionale”. Insomma, un ‘capolavoro’, quello fatto dal Consiglio comunale di Palermo con in testa le opposizioni, che avevano a disposizione 26 voti su 40 per ‘bocciare’ il Piano di riequilibrio: ma non lo hanno fatto. Anzi, come già ricordato, lo hanno approvato. E ora magari si presenteranno alle elezioni comunali come ‘alternativi’ all’amministrazione Orlando. Sono incredibili!
Il Sud si dia una mossa
Roberto Napoletano, direttore del Quotidiano del Sud, dà una lettura del Mezzogiorno un po’ diversa dell’attuale momento politico. E’ vero, dice, i problemi ci sono. Ma ci sono anche le risorse. Tocca un tema vero e serio: Sud e Sicilia sono preparati per intercettare e utilizzare i fondi messi a disposizione? Morale: se al Nord sono già pronti ad utilizzare i fondi che Sud e Sicilia hanno difficoltà ad utilizzare, ebbene, la responsabilità è delle classi dirigenti meridionali. Napoletano ha citato un paio di esempi: i fondi per la scuola e i fondi per i rifiuti. Su questi bandi il Mezzogiorno è in ritardo. “Serve – conclude – un cambio di mentalità per dare al Sud rigenerazione amministrativa e capitale umano”. Noi, però, vogliamo guardare la storia del Pnrr da un’altra parte: lo sappiamo tutti che le amministrazioni pubbliche di Sud e Sicilia sono in affanno. E allora per quale motivo mettere a bando, tra aree diverse dell’Italia, i fondi del Pnrr, sapendo che le amministrazioni pubbliche meridionali non ce l’avrebbero fatta? Forse perché era scritto sin dall’inizio che l”80% del fondi del Pnrr sarebbero andati al Nord e il 20%, forse, a Sud e Sicilia? Ancora: se sono aiuti perché metterli a bando, sapendo sin dall’inizio che Sud e Sicilia non ce la faranno?
Un’eredità pesantissima
“Il sindaco Leoluca Orlando sta lasciando alla città un’eredità pesantissima”. Il giudizio dell’imprenditrice Marcella Cannariato è tranciante. Dal suo intervento arriva un secco “No” all’aumento dell’addizionale Irpef. “E’ incredibile pensare – dice l’imprenditrice – che queste risorse, tolte ai cittadini di Palermo, non servirebbero per migliorare servizi oggi inesistenti, non servirebbero per migliorare la qualità della vita della città, oggi veramente bassa. Servirebbero solo per tappare i ‘buchi’ di bilancio prodotti dall’attuale amministrazione comunale”. Il condizionale è d’obbligo perché Roma si è rimangiati gli impegni assunti – alla fine un prestito e nulla più – e ci sarà un altro passaggio in Consiglio comunale. Vedremo cosa si inventeranno questa volta le ‘opposizioni’… Poi l’invito di Marcella Cannariato a scommettere sulla cultura, sulle nuove competenze, sullo studio, sulla formazione e sulla crescita. Dal presidente dell’aeroporto di Comiso, Giuseppe Mistretta, arriva la notizia che il cargo merci sarà pronto a Giugno. Mentre confessiamo di aver seguito con difficoltà l’intervento del Cardinale Paolo Romeo, già Arcivescovo di Palermo, forse un po’ troppo adagiato sull’esistente. Ha ricordato che nel 2007, quando esercitava la sua azione pastorale a Palermo, iniziarono i lavori sul Ponte Corleone. Poi si fermò tutto. Questo, in verità, lo sappiamo anche noi. Su Palermo, dal Cardinale, ci aspettavamo qualcosa in più. Siamo rimasti perplessi, poi, quando il prelato ha detto che nessuno può fermare la globalizzazione dell’economia. Noi non siamo d’accordo con tale affermazione. Perché la globalizzazione sta distruggendo le economie di interi Paesi livellando verso il basso le condizioni dei lavoratori. La speranza sta, al contrario, nel fermare la globalizzazione sostenendo le realtà locali.
Lo scollamento tra cittadini e istituzioni
Gigi Mangia, ristoratore, responsabile dell’Ascom Sicilia, dice che le politiche rivendicazioniste non solo non servono, ma producono risultati devastanti sulle donne e sugli uomini che vivono e operano sui nostri territori. “Non sono un’economista – dice – ma penso di saper fare funzionare una squadra e alla base della mia filosofia di vita c’è un punto fermo: le donne, gli uomini non sono risorse umane, non sono attrezzatura parlante e semovente, non sono parametri di rendimento; sono sorgenti di energia vitale, sorgenti di sapienza, sorgenti di esperienza, sorgenti gli uni per gli altri”. Mangia auspica investimenti nella scuola e nelle buone regole di vita, i valori della civile convivenza nelle famiglie, nelle periferie della città e in quelle dello spirito. Poi si sofferma sul disastro attuale di Palermo dovuto, a suo avviso, a due cause. “La prima – dice – è lo scollamento sempre più grande tra cittadini e istituzioni. La seconda causa è la pessima qualità dell’apparato burocratico locali e regionale. Anche qui l’investimento da fare è sugli uomini e sulla comunicazione”. Per la città, precisa, ci vuole una squadra. Dove ognuno dei componenti si deve assumere le responsabilità delle cose da fare. Illustrando ai cittadini quello che si intende realizzare. Così facendo si accorcerebbe il baratro che si va sempre più formando tra cittadini e istituzioni, che sono diventate sempre più ‘estrattive’, altro che inclusive! In Inglese e in Francese – conclude Mangia – RISORSA si scrive RESOURCE e SORGENTE SOURCE, forse togliendo quel freno a mano del prefisso RE, che mai portò tanto bene, potremmo avere una burocrazia efficiente come quella francese o quella britannica”.
I cambiamenti climatici e le conclusioni di Salvatore Grillo Morassutti
Nadia Spallitta, avvocato, già presidente del Consiglio comunale di Palermo, si sofferma su un argomento che questo blog tratta spesso: i cambiamenti climatici in corso. Già Palermo ha provato qualche anomalia climatica: come la pioggia del 15 Luglio del 2020. Qualche ora di pioggia, non di più. Ma una pioggia violentissima. Strade allagate e anche la paura di morti, per fortuna solo paura. E’ stato fatto qualcosa da allora? No. Tant’è vero che, quando piove, Palermo va in tilt. Si sta facendo qualcosa per fronteggiare possibili ondate di caldo, dopo i due mesi della scorsa Estate – Luglio e Agosto – con temperature a 40 gradi centigradi? Non ci sembra. Le conclusioni del convegno sono state affidate a Salvatore Grillo Morassutti, già parlamentare regionale e nazionale, oggi tra i protagonisti di Mezzogiorno federato. “L’intervento del professore Busetta – dice Grillo – ci ricorda che nel Sud c’è un problema di classi dirigenti. Oggi Palermo è isolata. Il Cairo è una città più moderna di Palermo, con collegamenti moderni ed efficienti”. In effetti Palermo è veramente messa male. E’ saltato anche il Ponte Corleone, in città unica via di accesso di spessore dalla parte orientale dell’Isola. I giovani che vivono nel centro della Sicilia, se debbono scegliere dove frequentare l’università, non possono non pensare alle difficoltà per raggiungere Palermo. Per non parlare del degrado infinito che trovano in città. Gli attuali amministratori si sono presi tutto quello che si potevano prendere. Hanno ‘spolpato’ una città. Stanno lasciando Palermo in ginocchio. E avevano anche programmato il Tram il via Libertà! Palermo ha le risorse umane per risollevarsi? Grillo dice di sì. Ricorda la rivolta del Vespro nel 1282, i moti del 1821, il 1848 partito sempre da Palermo. E la Rivolta del Sette e mezzo esplosa a Palermo nel 1866 (Se i generali del Borbone – questo lo diciamo noi – non fossero stati corrotti Palermo e la Sicilia avrebbero cacciato anche Garibaldi). Insomma, la capacità di reagire Palermo ce l’ha nel DNA. La userà? Lo stesso Grillo ricorda che, oggi, il 60 per cento dei siciliani non vuole andare a votare. C’è il rischio che il partito più importante prenda, sì e no, il 10 per cento e governi la Sicilia. Già succede. E allora? C’è da rimboccarsi le maniche. La speranza è che l’incontro di Sabato scorso dia i suoi frutti. Non si può lasciare la città nelle mani di chi la distrutta. Il primo passo è stato fatto. Palermo può tornare ad essere una Capitale. Ma bisogna lavorare. Grillo ha concluso il suo intervento ricordando i “Cento uomini con le schiene di ferro” richiamati dal meridionalista Guido Dorso. E’ quello che occorre per Palermo: un gruppo di persone illuminate in grado di rilanciare la città.
Foto tratta da Palermoviva
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