- Ieri a Catania presentazione “Casa della Democrazia Cristiana Nuova”. Nel vuoto pneumatico-politico della Sicilia si stanno aprendo tanti spazi lasciati da troppi dilettanti allo sbaraglio
- Per la candidatura alla presidenza della Regione siciliana Cuffaro pensa a una donna: si vocifera di una nota attrice
- Il ritorno al sistema proporzionale passaggio indispensabile per riportare i cittadini a votare
- Parlano i dirigenti della DC nuova
Ieri a Catania presentazione “Casa della Democrazia Cristiana Nuova”. Nel vuoto pneumatico-politico della Sicilia si stanno aprendo tanti spazi lasciati da troppi dilettanti allo sbaraglio
“Candideremo una donna alla presidenza della Regione siciliana. E sono favorevole al sistema elettorale nazionale proporzionale per riportare la gente a votare”. Così parla Salvatore Totò Cuffaro, l’ex presidente della Regione siciliana tornato sotto i riflettori della politica sotto il segno del partito nel quale è nato e cresciuto: la Democrazia Cristiana. Una DC che Cuffaro vuole a tutti i costi rifondare e, in effetti, con le miserie che oggi offre la politica italiana, quasi tutta sotto l’egida dei massoni dell’Unione europea dell’euro, non ha tutti i torti. Per carità, anche nella grande DC c’erano i massoni. Tutt’oggi, se provate a chiedere a qualche vecchio democristiano della Prima Repubblica notizie sul ‘divorzio’ tra Banca d’Italia e Tesoro – voluto dalla massoneria e dai DC e osteggiato solo dal Psi di Bettino Craxi e Rino Formica (ma non osteggiato affatto dai socialisti iscritti o comunque vicini agli ‘incappucciati’) – si voltano dall’altra parte. In quegli anni massoneria, atlantismo visibile e opaco e missili Cruise all’ombra dell’edonismo reaganiano procedevano di pari passo e i democristiani, all’occorrenza, sapevano anche fari i fissa p’un paari ‘u daziu… Altri tempi. Oggi che in Italia politica e democrazia si sbriciolano, tra un Parlamento di fatto asservito al Governo e multinazionali che fanno il bello e il cattivo tempo, c’è chi prova a riesumare i “liberi e forti” di don Luigi Sturzo. Cuffaro ci prova e ieri, a Catania, nei saloni di Palazzo Landolina, in piazza Vincenzo Bellini, ha inaugurato la prima sede di “Casa della Democrazia Cristiana Nuova”, uno spazio, si legge in un comunicato, “per creare la futura classe dirigente culturale siciliana, dove arte e politica si sposano tra mostre ed eventi di intrattenimento e cultura. All’appuntamento erano presenti, oltre all’ex presidente della Regione siciliana, ora commissario regionale della DC Nuova, numerosi dirigenti del partito da tutta la Sicilia”. Cuffaro ha già lanciato la sua DC alle ultime elezioni comunali siciliane ottenendo buoni risultati in alcuni Comuni come Favara, Caltagirone e Giarre.
Per la candidatura alla presidenza della Regione siciliana Cuffaro pensa a una donna: si vocifera di una nota attrice
“L’inaugurazione di questa prestigiosa sede – dice Cuffaro – è l’ennesima dimostrazione di come la DC Nuova stia coinvolgendo tutti i territori siciliani. Si tratta di uno spazio dove fare politica e che può far confluire tutti coloro che vogliono impegnarsi nella strada tracciata dai padri fondatori della Dc, Sturzo e De Gasperi, facendo rivivere la storia della Democrazia Cristiana, fondata sui valori e ideali, ma ricontestualizzandola in chiave moderna”. E qui già ci cominciamo a preoccupare un po’. Perché, ad esempio, il Partito Popolare Europeo ricontestualizzato altro non è che lo scendiletto delle multinazionali, al pari del tragicomico PSE, due consonanti e una vocale che stanno par Partito Socialista Europeo. Insieme, PPE e PSE, sono le due stampelle con le quali le multinazionali che oggi governano l’Europa bastonano i lavoratori. speriamo bene per la DC di Cuffaro. Con l’ex presidente che annuncia: “La Democrazia Cristiana Nuova presenterà una candidata donna alla presidenza della Regione siciliana e quando si incontrerà con i suoi alleati politici farà questa proposta, perché riteniamo che oggi come oggi la politica vada umanizzata. Una donna può portare un contributo di riflessione e ragionamento con la coalizione con cui saremo alleati”. Quindi per ora abbiamo la ricandidatura di Nello Musumeci, la candidatura di Cateno De Luca, la candidatura di Gianfranco Miccichè, che dovrebbe essere sostenuto da una parte di Forza Italia, dal PD siciliano, dagli autonomisti di Raffaele Lombardo e Roberto Di Mauro, mentre ancora non è chiaro cosa faranno la Lega di Nino Minardo e la sinistra di Claudio Fava. In più c’è la candidatura di una donna annunciata da Cuffaro. Chi? A noi hanno sussurrato che potrebbe essere una nota attrice siciliana originaria nella parte orientale della nostra Isola… Morale: già siamo a tre, quattro candidati: e siamo solo all’inizio.
Il ritorno al sistema proporzionale passaggio indispensabile per riportare i cittadini a votare
L’ex presidente della Regione siciliana Cuffaro dice una cosa assolutamente condivisibile: “La politica nazionale di oggi vive l’anomalia di basarsi su un sistema elettorale maggioritario, ragionando come se fossimo in un sistema proporzionale. E questa è una anomalia. C’è nel Paese la voglia di tornare a essere protagonisti. Il sistema proporzionale riporta nel sistema elettorale un’idea. Se riportiamo i simboli, quelli che hanno una storia e un valore, nella scheda elettorale, tanta gente tornerà al voto. Questo si può fare in un sistema elettorale dove non solo si sceglie un partito, ma anche una persona da cui farsi rappresentare”. Può non piacere a chi si è ormai abituato a candidare i propri amici e sodali che vengono eletti senza avere voti, ma solo perché si trovano in una lista bloccata. Forza Italia è piena di gente che non verrebbe mai eletta, ma che finisce in Parlamento per la bella faccia di Berlusconi. Questo modo sbagliato di concepire la politica allontana i cittadini dalle urne, tant’è vero che ormai anche alle elezioni comunali – storicamente le elezioni più partecipate – la percentuale di elettori che va a a votare è bassa. Se non si ripristinerà il rapporto diretto tra elettori ed eletti la situazione non potrà che peggiorare. Dopo di che Cuffaro ci delude un po’ lanciando la presenza di Matteo Renzi nella DC nuova. Renzi, in effetti, nasce democristiano, ma poi, da segretario nazionale del PD e capo del Governo è diventato un alfiere delle multinazionali e dell’ultraliberismo: basti pensare al Jobs Act. Cuffaro pensa che la Cisl di Pierre Carniti e la sinistra DC alla Donat Cattin e Bodrato avrebbero accettato la precarizzazione del lavoro per dare ‘competitività’ alle aziende? Tra l’altro, Renzi – grazie anche all’ascarismo della politica siciliana – ha massacrato le finanze regionali: e queste cose Cuffaro le sa, anche perché toccato a lui, da presidente della Regione siciliana, nel 2006, subire lo scippo dei PON ad opera del Nord Italia e, soprattutto, la porcata della quota di partecipazione della Regione siciliana alle spese sanitarie portata dal 42% circa al 50% circa, facendo perdere alla sanità della nostra Isola quasi 600 milioni di euro all’anno. Detto questo, un risveglio della Dc c’è, dal sempre lucido Clemente Mastella (che non ha mai ‘digerito’ la fusione tra Ds e Margherita: e aveva ragione, perché divisi queste due forze politiche superavano il 30%, unite nel PD sono al 20%) a Paolo Cirino Pomicino che, alle ultime elezioni comunali di Napoli, ha appoggiato il Gaetano Manfredi, diventato sindaco, e ha eletto due consiglieri comunali.
Parlano i dirigenti della DC nuova
Durante la serata è stato mostrato al pubblico un artwork disegnato da una giovane artista catanese e dedicato a Don Sturzo, fondatore del Partito popolare, in chiave contemporanea. “Questa è la casa politica – dice Caterina Mendolia Pirandello, dirigente regionale per il turismo e i beni culturali di Democrazia Cristiana Nuova – di tutti quella che si conoscono nell’idea democristiana. Da qui nasce un nuovo percorso culturale democratico per la città di Catania e per tutta la Sicilia. Questo luogo nasce per potere creare un punto di incontro con i giovani e farne con loro un salotto di cultura e confronto dedicato ai gap della Sicilia e costruire insieme ai giovani le soluzioni. Durante questi salotti della cultura saranno incontrate un gran numero di persone, con l’obiettivo di trovare punti di forza”. E ancora: “La Democrazia Cristiana Nuova riparte dai giovani e dalle idee – aggiunge Guido Condorelli, responsabile regionale Giovani della Dc Nuova – e l’evento di oggi (ieri per chi legge ndr) è un altro tassello per una ripartenza che vede giorno dopo giorno questa realtà crescere in modo costante e con infinita passione. Oggi la parola chiave è ‘Passione’, passione per la nostra gente e per il territorio che ci apprestiamo a rappresentare in tutte le sedi istituzionali del nostro Paese. Una sfida lungimirante supportata dalla forza delle nostre idee e dei nostri ideali, un’idea chiara, trasparente, coraggiosa, sicura, forte e decisa a risvegliarsi nell’animo dei molti che vedono nella Democrazia Cristiana una profonda ‘Nostalgia del Futuro’. Sono convinto che, come un tempo disse Tzvetan Todorov ‘Per evitare che il male ci travolga non basta adottare un atteggiamento contemplativo e studiarlo: occorre cominciare a combatterlo’, questa è la sfida della Democrazia Cristiana. Tutti, nessuno escluso, hanno dimenticato ‘come’ si fa politica e hanno condannato la nostra amata terra a teatrini imbarazzanti. Ripartiamo seriamente – conclude Condorelli – e continuiamo insieme, passo dopo passo, a riscrivere il nostro futuro”. Viviana Longhin, responsabile provinciale Donne: “Avere una sede a Catania permetterà di far avvicinare tanta gente alla politica e soprattutto alla Dc Nuova. Il nostro impegno sarà coinvolgere quanti più giovani e donne nel progetto”. Precisa ancora Luciano Vitaliti, responsabile provinciale della Dc Nuova: “La nuova sede sarà un’opportunità anche per le tante comunità etniche presenti a Catania per potersi avvicinare alla DC Nuova e affrontare tutti insieme le tante problematiche per tornare a far splendere la città di Catania, dai rifiuti al lavoro, dalle imprese all’agricoltura. Particolare attenzione la porremo anche sulla violenza delle donne e lo sviluppo del turismo”. E Stefano Galatà, segretario organizzativo per la provincia di Catania della DC Nuova aggiunge: “Questa non è semplicemente una sede di partito, ma la casa della grande cultura democristiana, che si rifà a principi dettato nel Manifesto dei liberi e forti promulgato da Don Luigi Sturzo. Qui chiunque può trovare un posto dove fare politica e chiunque è il benvenuto”.
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