Dopo il ‘siluro’ a Giuseppe Conte tra i grillini si andrà alla “resa dei conti” sollecitata da Alessandro Di Battista?

8 febbraio 2022

I tempi per una scissione nel Movimento 5 Stelle si avvicinano 

“Credo che a Luigi interessi più salvaguardare il suo potere personale che la salute del Movimento”

I tempi per una scissione nel Movimento 5 Stelle si avvicinano 

“Se solo Gianroberto potesse scendere giù per un paio d’ore…”, scrive Alessandro Di Battista su Facebook. In realtà, rispetto a quello che sta succedendo in queste ore nel Movimento 5 Stelle – con Giuseppe Conte estromesso dalla guida del Movimento con il pronunciamento di un Tribunale – ci aspettavamo qualcosa in più. Invece solo un accenno a Gianroberto Casaleggio, il fondatore del Movimento insieme con Beppe Grillo è comunque servito a scatenare una pioggia di commenti oltre 3 mila commenti. Non manca chi, sbrigativamente, dice a Di Battista: “Basta, fonda un partito”. Che cosa succederà non lo sappiamo. Anche se i lettori del nostro blog ci debbono dare atto che tante delle cose avvenute dal Settembre del 2019 ad oggi le abbiamo previste. Titolo di un nostro articolo dell11 Settembre 2019: “E se Beppe Grillo avesse già ‘chiuso’ l’accordo per far confluire il Movimento nel PD?“. Già allora abbiamo previsto la fine del Movimento 5 Stelle. Il ‘siluro’ che in queste ore ha colpito Conte va proprio in questa direzione. Anche se lo stesso Conte – se si deciderà finalmente a fare politica – ha tutto il tempo per evitare di essere colpito dal siluro e di contrattaccare. Dovrebbe fare semplicemente una cosa: proporre ai parlamentari grillini di confluire in un nuovo soggetto politico, mettendo da parte il simbolo di un Movimento 5 Stelle ormai troppo appannato. Proviamo a illustrare perché questa è l’unica strada percorribile per Conte.

Credo che a Luigi interessi più salvaguardare il suo potere personale che la salute del Movimento“.

Ormai dovrebbe essere chiaro che il Movimento non hanno un futuro. L’obiettivo è la confluenza dei grillini dentro il PD, garantendo una decina di seggi solo ai ‘governisti’, Luigi Di Maio in testa. E gli altri parlamentari di Camera e Senato? Dovrebbero rassegnarsi a scomparire. Ed è anche logico: il Movimento si deve volatilizzare perché i voti che prenderebbe sarebbero, nella stragrande maggioranza dei casi, voti tolti al PD. Questo disegno è chiaro da tempo. Quando Conte è stato nominato al vertice del Movimento era già in programma di logorarlo, indebolirlo e – soprattutto – di evitare che potesse rilanciare il Movimento. Cos’ha fatto fino ad oggi Luigi Di Maio se non intralciare e ostacolare il tentativo di Conte di ridare vita e linfa al Movimento 5 Stelle? Ora Conte e i parlamentari del Movimento che vogliono quanto meno provare a non sparire sono a un bivio: restare nel Movimento e continuare una battaglia legale per provare a presentare il simbolo alle prossime elezioni politiche, oppure dare una svolta a questa vicenda, puntando su un nuovo soggetto politico. Sarà così? Non lo sappiamo. Anche se a giudicare da quello che leggiamo qua e là qualcosa potrebbe succedere. Ad esempio, nell’intervista che il citato Alessandro Di Battista ha rilasciato nei giorni scorsi a Il Fatto Quotidiano ci sono due passaggi che potrebbero annunciare nuovi scenari. Al giornalista che gli chiede notizie dello scontro tra Conte e Di Maio, Di Battista risponde così: “Credo che a Luigi interessi più salvaguardare il suo potere personale che la salute del Movimento“. E ancora: “O si arriva a una resa di conti, o faranno prima a cambiare il nome del M5S in Udeur. I 5Stelle che mi chiamano sono preoccupati. Ma ciò che sta accadendo io lo avevo già previsto due anni fa”. C’è la critica secca a Di Maio, ma c’è anche un invito alla “resa dei conti” che potrebbe portare a qualche cosa di nuovo. Fino ad ora i parlamentari rimasti del Movimento hanno seguito le indicazioni ‘governiste’. Sarà ancora così?

Foto tratta da Agenzia Dire  

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