- I 5 mila euro offerti dal sindaco di Montalbano Elicona per chi andrà a vivere nel paese e la proposta di Fabio Cannizzaro: due modi di vedere che non affrontano la questione di fondo delle aree montane siciliane
- Nelle aree montane della nostra Isola la grande assente è l’economia
- La vera chiave di volta per cambiate le cose è la fiscalità di vantaggio. Il ruolo del Comitato regionale per le Zone Franche Montane della Sicilia. Quello che sfugge al presidente Musumeci e all’assessore Armao è che non sostenendo i Comuni montani isolani a perderci non è Roma, ma la Sicilia
I 5 mila euro offerti dal sindaco di Montalbano Elicona per chi andrà a vivere nel paese e la proposta di Fabio Cannizzaro: due modi di vedere che non affrontano la questione di fondo delle aree montane siciliane
Il sindaco di Montalbano Elicona – centro montano della provincia di Messina proclamato Borgo dei borghi nel 2015 – Filippo Taranto, ha lanciato una proposta: davanti allo spopolamento del paese offre 5 mila euro a chi decide di andare a vivere in questo Comune. La proposta è, in verità, una semplificazione che non affronta il problema di fondo delle aree montane siciliane e, in generale, di quasi tutte le aree montane italiane. A questa proposta se ne aggiunge un’altra del nostro amico Fabio Cannizzaro,un valente compagno socialista di antica data che ha aderito a Rifondazione comunista (è il Segretario del Circolo dei Nebrodi Francesco Lo Sardo di questo partito). “Ci uniamo alle preoccupazioni espresse dall’Amministrazione comunale di Montalbano Elicona – scrive Cannizzaro in una lettera aperta al sindaco di Montalbano Elicona – riguardo la necessità di invertire il trend apparentemente inarrestabile dello spopolamento, fenomeno che del resto è generale e generalizzato. Apprendiamo dei provvedimenti messi in campo primo fra tutti quello di offrire a chi trasferirà la propria residenza a Montalbano cinquemila euro a fondo perduto. Senza voler smorzare l’entusiasmo del sindaco, Filippo Taranto e dell’Amministrazione che guida riteniamo si debba e si possa fare un passo successivo. Perché non realizzare, partendo dai valori della cultura locale di Montalbano Elicona un progetto di accoglienza dei migranti del Sud del mondo in cerca di un nuovo inizio? Da terra di emigranti che sanno cosa significa lasciare la propria casa a luogo di rinascita e di incontro per far ricrescere un paese e una comunità. Si tratta, già a partire dai fondi pensati, di mettere in campo un’opportunità di rilancio sociale ed economico concreto per Montalbano. Pensare non a emulare modelli già esistenti ma semmai a creare un ‘paradigma Montalbano’ che attraverso l’accoglienza ben organizzata di quote di migranti, di rifugiati e relative famiglie offra l’occasione, sia agli abitanti del posto sia agli stessi migranti, di dare un futuro per quella perla, al momento in fase di spopolamento, che è Montalbano Elicona, già Borgo dei Borghi d’Italia nel 2015. Serve un’azione istituzionale che insieme agli sforzi della politica, delle comunità locali, delle associazioni sociali, territoriali possa fare del paese, della Comunità di Montalbano Elicona, un luogo dove un’accoglienza diffusa ed integrata riesca da una parte a ridare nuova linfa ed energia e dell’altra nuove opportunità di lavoro e sviluppo. Gli esempi non mancano, da Sud a Nord, paesi come Gioiosa ionica, Monteleone di Puglia, Chiesanuova, Riace e tanti altri hanno visto riaprire le scuole, le poste, nuove attività commerciali ed artigianali grazie all’arrivo e all’accoglienza dei migranti. Del resto, lo stesso programma SAI (Sistema di accoglienza e integrazione), prima Sprar, è gestito dal Ministero degli Interni in collaborazione con l’ANCI e offre ai Comuni supporto amministrativo e la possibilità di gestire in modo adeguato l’accoglienza. Sarebbe un’opportunità storica per rivitalizzare un paese che malgrado tante iniziative e sforzi parrebbe, ahinoi, altrimenti destinato a spopolarsi e morire letteralmente per consunzione. Cosa ne pensano il Sindaco e l’Amministrazione comunale? Cosa le cittadine e cittadini di Montalbano Elicona?”.
Nelle aree montane della nostra Isola la grande assente è l’economia
Anche la proposta di Cannizzaro – che non è sbagliata in generale – formulata in modo così semplicistico finisce con il non affrontare alla radice la questione dello spopolamento dei Comuni montani siciliani. Uno spopolamento che a Montalbano è iniziato nel 1911 – in pratica ai tempi del Governo Giolitti (quando Montalbano contava più di 7 mila abitanti) – ed è proseguito fino ai giorni nostri: lieve spopolamento negli anni del fascismo fino agli anni ’50, con la popolazione bloccata intorno a 6 mila abitanti e poi sempre in diminuzione a partire dal 1951: poco più di 5 mila abitanti nel 1961, poco più di 4 mila e 300 abitanti nel 1971, poco più di 3 mila e 800 abitanti nel 1981, poco più di 3 mila e 400 abitanti nel 1991, poco più di 2 mila e 800 abitanti nel 2001, poco più di 2 mila e 400 abitanti nel 2011 e poco più di 2 mila abitanti nel 2021. Se andiamo studiare lo spopolamento di altri Comuni della nostra Isola ci accorgiamo che l’andamento della curva è pressappoco lo stesso. I problemi delle aree montane siciliane sono complessi: affrontarli offrendo 5 mila euro a chi decide di andare a vivere in questo Comune è, lo ribadiamo, una semplificazione; idem per il trasferimento dei migranti. All’amico Cannizzaro diciamo: se la gente va via da Montalbano Elicona e da altri Comuni montani è, in primo luogo, perché manca l’economia. Per quale ragione un migrante dovrebbe vivere bene là dove i siciliani sono andati via? Bisognerebbe organizzare un sistema di incentivi. Ma questo sistema di incentivi dovrebbe valere sia per gli abitanti di Montalbano Elicona e di altri Comuni montani della Sicilia, sia per i migranti. Se dovesse valere solo per i migranti, ebbene, saremmo costretti a dare ragione a chi sostiene che nel Sud Italia e in Sicilia è in corso una sorta di progetto per spopolare queste aree italiane, per ripopolarle con i migranti: e siamo certi che il nostro Amico Cannizzaro non la pensa così.
La vera chiave di volta per cambiate le cose è la fiscalità di vantaggio. Il ruolo del Comitato regionale per le Zone Franche Montane della Sicilia. Quello che sfugge al presidente Musumeci e all’assessore Armao è che non sostenendo i Comuni montani isolani a perderci non è Roma, ma la Sicilia
Chi invece sta lavorando seriamente per rilanciare i Comuni montani della nostra Isola è il Comitato regionale per le Zone Franche Montane della Sicilia. Questo Comitato si batte per consentire alle imprese che operano nelle aree montane della Sicilia una fiscalità di vantaggio. La fiscalità di vantaggio consentirebbe alle imprese di queste zone – soprattutto alle imprese che aprirebbero i battenti grazie, appunto, alla fiscalità di vantaggio – di operare e prosperare, dando lavoro agli abitanti di queste contrade, che non avrebbero motivo di emigrare. In questo quadro si inserirebbero i migranti che potrebbero trovare lavoro vero. La fiscalità di vantaggio consentirebbe anche un rilancio dell’agricoltura montana oggi in crisi e magari anche di nuove iniziative agro-industriali. Purtroppo, in Sicilia c’è un Governo regionale che è un disastro. Noi siamo i primi a dire che i soldi per la fiscalità di vantaggio nelle aree montane li deve tirare fuori lo Stato. Ma come scriviamo da quando I Nuovi Vespri è in rete, lo Stato italiano considera Sud e Sicilia colonie da sfruttare. Chiedere soldi allo Stato per lo sviluppo di Sud e Sicilia è tempo perso. Anzi proprio in questi giorni ci sono giornali che scrivono che il debito pubblico italiano è un problema del Sud e della Sicilia e non del Nord Italia. Dimenticando tutte le risorse economiche e umane che il Nord Italia ha rubato e continua a rubare a Sud e Sicilia. Di fatto, il Parlamento italiano vorrebbe che per sostenere la fiscalità di vantaggio la Regione siciliana utilizzi i 100 milioni di euro stanziati da Roma per l’insularità. Il Governo regionale di Nello Musumeci e del vice presidente e assessore all’Economia, Gaetano Armao, si oppongono. Quello che sfugge al presidente Musumeci e all’assessore Armao è che non sostenendo i Comuni montani a perderci non è Roma, ma la Sicilia. Il Governo regionale potrebbe sbloccare la situazione erogando al Comitato regionale per le Zone Franche Montane della Sicilia 20 milioni di euro prendendoli dai 100 milioni di euro del fondi per l’insularità. ma Musumeci e Armao non ne vogliono sapere.
il Governo regionale non può affossare un’iniziativa seria e valida per le aree montane della nostra Isola
In questo comunicato, per l’ennesima volta, il Comitato regionale per le Zone Franche Montane della Sicilia illustra come stanno le cose: “Gli organi esecutivi di oltre cento Comuni delle Terre alte di Sicilia, interessati all’istituzione delle zone franche montane, hanno adottato una Delibera di Giunta inviata al presidente delle Regione e ai componenti la Giunta di Governo regionale. La proposta è stata avanzata dall’Associazione Zone Franche Montane Sicilia e subito presa in considerazione da centinaia di amministratori che hanno a cuore il futuro delle rispettive comunità, interessate da un preoccupante fenomeno di desertificazione umana e imprenditoriale. Nell’atto deliberativo gli amministratori hanno chiesto al primo cittadino di Sicilia e ai “colleghi” del governo, di “emanare apposita Delibera di Giunta regionale, destinando 20 milioni di euro, tra le risorse indicate al comma 546, art 1 della Legge 234 del 30 dicembre 2021, “a titolo di concorso alla compensazione degli svantaggi strutturali derivanti dalla condizione di insularità”, per il finanziamento della fase di start up delle disposizioni istitutive le zone franche montane in Sicilia, al fine di favorire la conclusione della fase istruttoria, così auspicato dal Comitato regionale zone franche montane, a difesa del diritto di residenza nelle Terre alte di Sicilia”. Nella Delibera gli amministratori sottolineano che la copertura finanziaria della norma di politica economica in questione deve essere regionale e non statale, per metterla al riparo della Giustizia della concorrenza, quindi, per essere in linea con le normative europee. «Le risorse individuate nella Legge di Bilancio alla voce “insularità”, approvata dalle Camere, sono state previste di fatto per finanziare la start up della fiscalità di sviluppo in Sicilia – dichiara Salvatore Cassisi, amministratore dell’associazione ZFM Sicilia – risulta stucchevole che ci siano ancora resistenze su questo, facendo leva sulla terminologia e non sui fatti, anche a costo di far perdere la speranza, agli operatori economici delle Terre alte di Sicilia, di guardare al futuro con fiducia». Sindaci e amministratori si dichiarano preoccupati e nelle Delibere di Giunta comunale specificano che “la mancata indicazione, da parte del Governo regionale, di una copertura finanziaria certa non consentirà alla Commissione Bilancio del Senato di rendere un parere favorevole alla Commissione Finanze e Tesoro del Senato”. Il rischio di perdere questa storica e irripetibile possibilità per la Sicilia sarebbe stato percepito dal presidente Musumeci. Il presidente della Regione, nel corso di un incontro con alcuni sindaci, che si è svolto a Catania lo scorso 13 dicembre, ha rassicurato i primi cittadini di Castelmola, Alessandria della Rocca e Marianopoli che il Governo regionale avrebbe destinato 20 milioni di euro, dai cento milioni (insularità) indicati nella Legge di Bilancio. «Non comprendiamo la ragione – conclude Alberto Virga, vice presidente dell’associazione ZFM Sicilia – per cui immediatamente dopo il governo regionale si è determinato in maniera diversa, indicando una fonte di finanziamento “non gravante sul bilancio della Regione siciliana”, condizione che rischia di affondare la legge in discussione al Senato e che non è coerente con le indicazioni della Ragioneria Generale dello Stato, del Governo e delle Commissioni interessate del Senato». L’atto di indirizzo del governo Musumeci, che indica la fonte di finanziamento, è contenuto nella Delibera di Giunta regionale n. 578 del 24 dicembre 2021″. Noi riteniamo che fare affondare i provvedimenti in favore delle aree montane della Sicilia sia un errore gravissimo. E ci auguriamo che Musumeci ed Armao sblocchino questa vicenda cominciando a finanziare subito con 20 milioni la Zone Franche Montane della Sicilia. E ci auguriamo che anche il sindaco di Montalbano Elicona e il nostro amico Fabio Cannizzaro si unica questa battaglia. In Sicilia si spendono centinaia di milioni di euro a palate per grandi appalti (leggere opere pubbliche faraoniche). A Palermo hanno speso 2 miliardi di euro circa per opere ferroviarie che in massima parte non funzionano: e quando funzionano sono diseconomiche (vedere i 15 km di Tram di Palermo). Non parliamo dell’eterna Circumetnea. Non parliamo dei milioni di euro che si sono ‘mangiati’ – sì, la parola è questa: ‘mangiati’ – nel nome dei rifiuti. Poi, però, non si trovano 100 milioni di euro per le aree montane della Sicilia e fanno i micragnosi! Questa politica siciliana fa letteralmente schifo!
Foto tratta da Ttattà Go
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