- La Regione siciliana chiede che i gestori del servizio mettano in mare navi “costruite o ‘ringiovanite’ da meno di venti anni”. La Caronte&Tourist ha presentato ricorso, ma i giudici amministrativi lo hanno ‘bocciato’
- E’ giusto che la Regione chieda navi in ottimo stato
- Il fatto che nel passato non si richiedeva il requisito delle navi “costruite o ‘ringiovanite’ da meno di venti anni” non significa che tale requisito non debba essere inserito nei bandi per l’affidamento del servizio
- Ora assisteremo all’ira di Forza Italia, partito che in Sicilia è molto ‘marittimo’?
La Regione siciliana chiede che i gestori del servizio mettano in mare navi “costruite o ‘ringiovanite’ da meno di venti anni”. La Caronte&Tourist ha presentato ricorso, ma i giudici amministrativi lo hanno ‘bocciato’
La Regione siciliana ha fatto bene ad inserire nel bando per l’affidamento dei collegamenti via mare tra la Sicilia e i propri arcipelaghi, detti impropriamente Isole Minori, la richiesta di navi “costruite o ‘ringiovanite’ da meno di venti anni”. Lo ha stabilito il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) della Sicilia. Le gare, com’è noto, sono andate deserte, ma i bandi sono regolari. In soldoni, il Governo regionale siciliano ha ragione mentre la società che ha impugnato i bandi – la Caronte&Tourist ha sostanzialmente perso il ricorso. La notizia la leggiamo su SHIPPING ITALIA.IT, il quotidiano del trasporto marittimo. Il TAR Sicilia – che ha sede a Palermo – si è pronunciato su 4 dei 5 lotti (Egadi, Ustica, Pelagie, Pantelleria) mentre per il quinto lotto che riguarda i trasporti tra la Sicilia e le isole Eolie si dovrà pronunciare la sezione di Catania del TAR.
E’ giusto che la Regione chieda navi in ottimo stato
La Regione siciliana ha diviso l’affidamento di questo servizio di collegamento in cinque anni. In ballo ci sono 300 milioni di euro. Come già ricordato, il bando è andato deserto. E dovrà essere riproposto. In questo momento si va avanti con la proroga del servizio ai vecchi gestori, una proroga che verrà riproposta con una formula diversa dall’attuale. Lo scenario è confuso, perché ai gestori la clausola inserita nel bando – che non a caso è stata impugnata senza successo davanti ai giudici amministrativi (manca ancora, è vero, il pronunciamento della sezione di Catania del TAR Sicilia, ma sembra difficile che i giudici amministrativi etnei si pronuncino in modo difforme dai loro colleghi di Palermo su una questione così delicata) – non va proprio a genio. Nell’articolo di SHIPPING ITALIA.IT c’è un passaggio piuttosto delicato: “La clausola oggetto di contenzioso, però, potrà esser mantenuta, stando ai giudici di primo grado, che malgrado l’esito delle gare potesse far pensare a un venire meno dell’interesse, hanno deciso di pronunciarsi nel merito proprio in vista della futura procedura”. La richiesta del Governo regionale, che di fatto impone a chi gestirà il servizio “navi costruite o ‘ringiovanite’ da meno di venti anni”, non è piaciuta ai vertici di Caronte&Tourist che hanno lasciato intendere che su questo punto si potrebbero rompere i telefoni. Caronte&Tourist, leggiamo sempre su SHIPPING ITALIA.IT “contestava la legittimità della previsione di un’età massima delle navi non superiore ai 20 anni”, ma i giudici del TAR Sicilia hanno rilevato che “le argomentazioni e la produzione documentale di parte ricorrente non consentano di pervenire ad una valutazione di manifesta irragionevolezza del requisito richiesto dall’amministrazione”. Per dirla in parole ancora più semplici, è giusto che la Regione siciliana pretenda da chi gestire i collegamenti tra la Sicilia e le Isola Minori, se non navi nuove, magari navi con un’età inferiore a vent’anni o navi ‘ringiovanite’ per evitare che si verifichino le troppe avarie riscontrate in questi ultimi anni.
Il fatto che nel passato non si richiedeva il requisito delle navi “costruite o ‘ringiovanite’ da meno di venti anni” non significa che tale requisito non debba essere inserito nei bandi per l’affidamento del servizio
Il giornale dei trasporti marittimi segnala un punto molto importante di questa controversia. Secondo i giudici amministrativi, infatti, “il richiesto requisito, che impone di utilizzare navi costruite o ‘ringiovanite’ da meno di venti anni, è evidentemente volto ad assicurare un livello qualitativo migliore del servizio oggetto di appalto”. E “gli ulteriori corollari della tesi della ricorrente, circa l’elevatissimo costo dell’opera di ringiovanimento delle navi, o il fatto che nel mercato non esisterebbero operatori in grado di soddisfare il requisito richiesto, non viene sufficientemente provato con la documentazione depositata”. Non manca, infine, come lo stesso quotidiano dei trasporti marittimi, una frecciata alla passata gestione dei servizi proprio da parte di Caronte: “Del tutto non condivisibile è poi l’ulteriore argomento utilizzato dalla ricorrente secondo la quale l’irragionevolezza del requisito richiesto dovrebbe trarsi dalla circostanza che in passato le gare svolte per il medesimo servizio non richiedevano requisiti analoghi: come messo in rilievo dalla già citata nota dell’amministrazione del 4 ottobre 2021 n. 51754, è plausibile pensare che gli inconvenienti verificatisi in passato abbiano indotto l’amministrazione regionale a introdurre, non irragionevolmente, il requisito in contestazione”. Della serie: le tante avarie riscontrate negli ultimi anni nelle navi adibite al trasporto via mare tra la Sicilia e le isole che la circondano giustificano la richiesta di navi, come dire?, più ‘cristiane’.
Ora assisteremo all’ira di Forza Italia, partito che in Sicilia è molto ‘marittimo’?
Adesso bisogna capire che risvolti prenderà questa vicenda. Non possono essere esclusi esiti clamorosi, perché i vertici di Caronte&Tourist, per essersi rivolti alla magistratura amministrativa considerano la richiesta della Regione troppo esosa. Con molta probabilità, si rivolgeranno al Consiglio di Giustizia Amministrativa (CGA), in Sicilia organo di appello dei TAR. Se anche il CGA dovesse confermare la linea del TAR potrebbe succedere di tutto. Saranno interessanti anche i risvolti politici. Bisogna riconoscere all’assessore regionale alle Infrastrutture e ai Trasporti, Marco Falcone, e, in generale, a tutto il Governo siciliano di Nello Musumeci di aver posto nei giusti termini politici e giuridici una questione che, da troppi anni, Forza Italia era riuscita a bloccare. Questo spiega, ad esempio, il ‘nervosismo’ del presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè, coordinatore dei berlusconiani in Sicilia, contro l’assessore Falcone (che Miccichè vorrebbe da tempo fuori dal Governo siciliano perché non in linea con la sua linea, che è sempre stata molto ‘marittima’). Noi critichiamo spesso il Governo Musumeci e l’assessore Falcone, ma dobbiamo dire che sulle navi stanno dimostrando di avere la schiena dritta. Questo è almeno quello che noi vediamo e commentiamo. Ma siccome siamo in Sicilia, dove le recite, in politica, non mancano, non possiamo escludere che si tratti, appunto, di una recita: ci sembra improbabile, ma la nostra sarebbe una ricostruzione insufficiente se non mettessimo nel conto una mezza ipotesi pirandelliana. In questa storia, se proprio la dobbiamo dire tutta, non ci ha mai convinto il fatto che uffici regionali abbiano affidato ad una ditta esterna la stesura dei bandi. Con quali risultati? Non è un po’ strano che siano tutti scontenti di tali bandi? Non abbiamo capito, ad esempio, che ruolo stanno giocando in questa vicenda i sindaci delle isole. La verità è che in questo mondo dei trasporti via mare tra Sicilia e Isole Minori girano troppi soldi, non a caso la Magistratura sta cercando di fare chiarezza.
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