- Una verità che viene confermata leggendo la poderosa opera in 3 tomi, «Memorie per la storia de’ nostri tempi. 1856-1866» del sacerdote giornalista don Giacomo Margotti
- Un uomo di Chiesa coraggioso che tentarono anche di uccidere
- “… sono sempre i vincitori a scrivere la Storia, cancellando le tracce degli oppositori, che denunciano i soprusi e le ingiustizie”. Sud Italia e Sicilia ne sanno qualcosa
Una verità che viene confermata leggendo la poderosa opera in 3 tomi, «Memorie per la storia de’ nostri tempi. 1856-1866» del sacerdote giornalista don Giacomo Margotti
Adesso ho capito perché la storica Angela Pellicciari nei suoi libri sostiene una tesi singolare: il Risorgimento italiano è un movimento politico religioso culturale per distruggere la Chiesa cattolica e cancellare l’identità cattolica del nostro Paese. Una verità che viene confermata leggendo la poderosa opera in 3 tomi, «Memorie per la storia de’ nostri tempi. 1856-1866» del sacerdote giornalista don Giacomo Margotti (foto a destra tratta da Wikipedia). L’opera è stata pubblicata anastaticamente dalla benemerita e gloriosa casa editrice Ares nel 2013 (www.ares.mi.it). La riproduzione è stata calorosamente suggerita da Angela Pellicciari, che è la curatrice dell’intera opera del sacerdote sanremese.
Un uomo di Chiesa coraggioso che tentarono anche di uccidere
Originariamente l’opera di don Margotti è stata pubblicata a Torino dall’Unione tipografico-editrice dal 1863 al 1865. Da qualche settimana sto leggendo il 1° Tomo delle Memorie. Ogni tomo è suddiviso in 2 volumi. Il 1° tomo (384 pag. nel 1Vol e 382 nel 2 Vol.). Le Memorie di don Margotti sono fondamentali per capire la battaglia culturale e politica che si combatté contro la Chiesa italiana. Margotti, direttore del quotidiano «L’Armonia» e poi de «L’Unità cattolica» è stato testimone oculare che ha vissuto in prima persona gli avvenimenti cruciali della guerra della rivoluzione italiana. Egli racconta, «il Risorgimento come lo ha vissuto giorno per giorno, dando dettagliata cronaca di quanto successe in quegli anni 1856-1866; in uno dei decenni, cioè, più arroventati della storia d’Italia […]». Don Margotti nella sua infaticabile attività pubblicistica, utilizzava un giornalismo d’inchiesta, per quei tempi burrascosi, era coraggioso, ebbe una vita avventurosa, scampò miracolosamente a un attentato il 27 gennaio 1856. Tra le sue esperienze, divenne anche deputato, ma la sua elezione fu arbitrariamente invalidata. L’autore si avvale di una grande e infinita quantità di documenti, economici, politici, ideologici, statistici, e militari. Con quest’opera, intende denunciare, la violenza dell’elité risorgimentale, italiana ed estera, perpetrata in nome della libertà e della monarchia costituzionale contro la Chiesa cattolica e il popolo, che in essa si riconosceva. Sono pagine di storia in presa diretta, che costituiscono una «lettura del Risorgimento assolutamente in controtendenza rispetto a tutta la storiografia tradizionale successiva».
“… sono sempre i vincitori a scrivere la Storia, cancellando le tracce degli oppositori, che denunciano i soprusi e le ingiustizie”. Sud e Sicilia ne sanno qualcosa
Del resto come scrive Angela Pellicciari, nell’introduzione, sono sempre i vincitori a scrivere la Storia, cancellando le tracce degli oppositori, che denunciano i soprusi e le ingiustizie. Naturalmente Giacomo Margotti, oggi è quasi del tutto sconosciuto, benché in vita abbia goduto di tanta visibilità, ammirato ma anche temuto (dai suoi avversari) per le sue analisi e idee. Identico destino è toccato anche alle sue Memorie per la storia dei nostri tempi. Dobbiamo ringraziare le edizioni Ares per aver colmato questa lacuna. Addentrandosi nello studio dell’opera del sacerdote ligure trapiantato a Torino, le prime pagine sono dedicate al Congresso di Parigi del 1856, dove i diplomatici di Francia, Inghilterra e del Piemonte intervengono sulla situazione politica degli Stati della penisola italiana. Questo congresso diventa un punto di riferimento per tutti, perché qui secondo Margotti si proiettano tre strade future per i Paesi europei: l’intervento diplomatico, rivoluzionario e quello armato. Tutto questo secondo il principio del non intervento.
Domenico Bonvegna Risorgimento, una “guerra di religione” contro la Chiesa
(Continua su: http://www.culturelite.com/categorie/scritture/risorgimento-una-guerra-di-religione-contro-la-chiesa-di-domenico-bonvegna.html)
Tratto da Regno delle Due Sicilie.eu
Foto tratta da Radio Spada
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