riceveranno sullo smartphone la propria figura in stile Kinder, e cinquanta fortunati avranno la possibilità di ricevere fisicamente a casa il proprio avatar 3D, custodito in un’elegante teca.
“Kinder Sorpresa Design Studio – spiega Davide Chessa, Responsabile Marketing Globale Prodotti Kinder con Sorpresa – è uno spazio esperienziale che mira a celebrare l’iconicità della marca Kinder Sorpresa offrendo ai consumatori un’esperienza immersiva. Abbiamo pensato che la Milano Design Week fosse il momento più opportuno per celebrare il brand. Il legame con il design è ovvio: il prodotto insiste con una shape iconica, quella dell’uovo, e racchiude in sè elementi di design molto importanti: le sorprese, che nascono da uno studio approfondito e lungo, e il barilotto, che contiene le sorprese stesse. Puntiamo a mantenere la proposta Kinder Sorpresa rilevante per il consumatore. Lo facciamo con studi approfonditi e incontrando migliaia di famiglie tutti gli anni. Cerchiamo di intercettare i loro desideri e applicare le loro aspettative al design delle sorprese. Il prodotto ha ormai 50 anni, è nato nel 1974 da un’idea di Michele Ferrero, ma resta molto attuale, come testimoniato anche dallo sviluppo della piattaforma digitale Applydu”.
Era il 1974 quando venne ideato da Michele Ferrero l’ovetto Kinder, con l’intento di regalare a bambini e adulti la possibilità di vivere e donare l’emozione della Pasqua tutto l’anno.
Dietro una sorpresa Kinder si celano diverse fasi, che partono dallo studio dei trend nel mondo del giocattolo, dei personaggi e della giocabilità da parte della divisione interna al Gruppo, supportata dai centri di innovazione Ferrero di Chicago e Singapore. Creativi, designer e ingegneri Ferrero, in collaborazione con agenzie creative e università internazionali di Design e Ingegneria, sviluppano proposte innovative e all’avanguardia sottoforma di sketch, che diventano in fase di prototipazione 3D i primi modelli fisici che riproducono le caratteristiche estetiche della sorpresa. Successivamente si verifica l’effettiva possibilità che la sorpresa in tutte le sue componenti possa essere contenuta nell’iconico “barilotto” giallo posto all’interno dell’uovo, dopodichè si entra nel processo di trasformazione dei prototipi in soggetti realizzati su scala industriale. Durante la fase di ingegnerizzazione si
progettano e si costruiscono gli stampi e le attrezzature che permetteranno di garantire gli elevatissimi standard di
qualità e di sicurezza delle sorprese Kinder durante la loro produzione.
Ogni anno Ferrero crea oltre 300 nuove sorprese con l’intento di offrire un assortimento vasto ed eterogeneo. Dalle
figurine in metallo degli anni ’70 alle serie speciali dipinte a mano degli anni ’90, come le Tartallegre, gli
Happypotami, i Coccodritti e tante altre, fino agli animali Natoons e agli amati supereroi contemporanei, sono
tantissime le tipologie di soprese sviluppate internamente o tramite contratti di licenza, per la gioia di adulti, bambini
e di oltre un milione di collezionisti in tutto il mondo.
“Lo sviluppo delle sorprese – aggiunge Chessa – dura circa nove mesi, che includono tutte le fasi: dallo sketch dell’idea fino alla produzione industriale. Si tratta di un processo approfondito in cui rientra anche il passaggio con il consumatore per verificare l’apprezzamento delle sorprese. Nella nostra azienda c’è un intero dipartimento dedicato all’ideazione e al modeling di ciò che bambini e adulti troveranno nelle uova di cioccolato. Ogni anno arriviamo a produrre 300 nuove sorprese, con collezioni diverse che si avvicendano sul mercato. Distribuiamo i nostri prodotti in 80 Paesi e raggiungiamo 40 milioni di famiglie, di cui circa 5 solo in Italia. Significa rendere felici tanti bambini e i loro genitori, unendoli in un momento di gioco attraverso le sorprese. A livello industriale siamo un brand in costante evoluzione e vogliamo espanderci in nuove categorie, come quelle di biscotti e gelati, due settori che abbiamo recentemente inserito nel nostro portfolio.
La serie di sorprese a cui sono più legato è probabilmente quella delle Tartallegre: è quella che ricordo meglio da bambino”.
-foto ufficio stampa Ferrero –
(ITALPRESS).
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