“Addirittura l’ambasciatore cinese all’Onu ha detto che, sostanzialmente, condivide la proposta del governo italiano che Giorgia Meloni sostiene da tempo: una missione internazionale o dell’Onu. Il punto è che non può essere una missione solo ‘occidentalè. Credo, però, che l’Onu possa dare un framework, cioè una copertura, giuridica. Il che non significa missione Onu in senso stretto, ma anche solo sotto ‘l’egidà dell’Onu. Possono apparire sofismi da diplomatici, non lo sono. Ciò detto, le condizioni in cui potrà operare una missione devono essere scritte prima nell’accordo di pace, poi vanno rese operative. E’ inutile discuterne adesso. E si esprimerà il Parlamento”.
Il piano per la sicurezza nazionale, che prevede l’aumento del numero degli uomini delle forze armate “è pronto, ci abbiamo lavorato e ragionato a lungo – spiega Crosetto -. Abbiamo analizzato quali sono le risorse, le criticità e, soprattutto, purtroppo, i tanti pericoli che abbiamo di fronte. Dobbiamo prevedere anche gli scenari peggiori, mettendo in sicurezza il Paese davanti a diversi tipi di minaccia, anche cyber. E’ un piano che chiaramente richiederà 8-10 anni per sviluppare una capacità difensiva adatta ai tempi. Dunque vuol dire: infrastrutture, addestramento, aumento del numero delle forze armate, integrazioni di vario tipo”.
“Ad esempio – aggiunge -, per i carabinieri: in caso di guerra, una parte di loro potrebbe attivarsi come forza aggiuntiva alle forze armate. Con questa strategia, nel suo complesso, andremo incontro alle richieste della Nato”. In merito a quando porteremo le spese militari al 2% del Pil, dichiara: “Al prossimo vertice Nato di giugno, decisivo ed epocale, probabilmente chiederanno di portare l’asticella al 3,5%, come dice Rutte. Trump, invece, ci chiederà il 5%, dicendoci: siccome siete rimasti indietro, dovete recuperare. Anche perchè, in ambito Nato, è prevedibile una sostanziale riduzione della presenza militare americana in Europa. Un piano chein realtà era già stato previsto da Biden, ma ora il tema si ripropone con Trump, molto concentrato sul quadrante Est-asiatico. Perciò deve aumentare il contributo delle nazioni europee. Stiamo lavorando su questo tema, non è facile, ma a giugno avremo fatto passi avanti”.
E per quanto riguarda la difesa comune, secondo Crosetto non c’è bisogno di cambiare i trattati Ue, per un esercito comune: “Non ce n’è bisogno – sottolinea -. Lo schema è quello della Nato, che è efficientissimo. Se fotocopiamo quel modello, già domani avremmo la difesa europea. L’ho detto anche a Parigi: creiamo intanto un centro di comando e controllo unico, sovrapposto a quello Nato”.
– foto IPA agency –
(ITALPRESS).
AVVISO AI NOSTRI LETTORI
Se ti è piaciuto questo articolo e ritieni il sito d'informazione InuoviVespri.it interessante, se vuoi puoi anche sostenerlo con una donazione. I InuoviVespri.it è un sito d'informazione indipendente che risponde soltato ai giornalisti che lo gestiscono. La nostra unica forza sta nei lettori che ci seguono e, possibilmente, che ci sostengono con il loro libero contributo.-La redazione
Effettua una donazione con paypal