Gli accertamenti, nello specifico, sono stati finalizzati a ricostruire il profilo patrimoniale del fiancheggiatore, già condannato in via definitiva alla pena di 9 anni e 2 mesi di reclusione, e del relativo nucleo familiare, nonchè a tracciare possibili flussi di denaro diretti a finanziare la latitanza del boss di Cosa nostra.
Gli investigatori, in tale contesto, hanno individuato numerosi bonifici e assegni emessi a favore di una delle persone più
vicine a Messina denaro, indice di una concreta attività di sostegno assicurata attraverso la messa a disposizione di ingenti somme di denaro. Pertanto, il Tribunale di Trapani – Sezione Misure di Prevenzione, in accordo con le ricostruzioni dei finanzieri e condividendo quanto prospettato dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, nel ravvisare una situazione
di evidente sperequazione tra fonti di reddito e impieghi, ha disposto il sequestro di due società operanti nel settore della coltivazione, lavorazione e conservazione di frutti oleosi, frutta e ortaggi, ubicate entrambe a Campobello di Mazara; sette immobili (appartamenti e terreni), localizzati a Campobello di Mazara e Castelvetrano; tre rapporti bancari; un autoveicolo. Il valore complessivo dei beni sequestrati ammonta a oltre 3 milioni di euro.
– foto ufficio stampa Guardia di Finanza –
(ITALPRESS).
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