Il taglio degli aiuti militari all’Ucraina “sarebbe gravissimo, ma lo considero improbabile. Ora si tratta di lavorare a ricostruire quel che è possibile del rapporto tra Trump e Zelensky. Molto dobbiamo fare noi europei. L’Ucraina non è sola”. “E’ giusto – sottolinea Gentiloni – restare aggrappati alla relazione transatlantica, e hanno fatto bene Macron e Starmer nei giorni scorsi a cercare di tenere in vita quel che si può. Hanno fatto questo tentativo senza sacrificare l’Ucraina. Lo stesso dovrebbe fare chi immaginasse un ruolo simile da pontiere per il governo italiano, che però non mi pare scontato. Perchè la coalizione di governo ha posizioni diverse”. Per quanto riguarda la premier Giorgia Meloni, “cerca di essere in sintonia con l’estrema destra americana sui temi identitari e ideologici, senza rompere con gli europei sulle questioni economiche e di geopolitica. Ma, con l’accentuarsi delle divisioni, stare in questi due binari diventa impraticabile”. Pertanto, anche la Presidente del Consiglio dovrà scegliere, “per forza, difficile per l’Italia sottrarsi”. Sul tema della difesa comune, secondo Gentiloni, “non basta qualche decimale in più di spesa in ordine sparso: serve un finanziamento comune che superi le resistenze a produrre in Europa e ad acquistare sistemi di difesa europei”. Poi, osserva: “Siamo affezionati alle nostre democrazie, al nostro welfare, ai diritti civili, alla pace. Questi valori vanno difesi perchè sono minacciati in un mondo abitato da tensioni e da autocrazie: l’Europa non può restare l’unica erbivora in un mondo di carnivori. Ho il massimo rispetto per le posizioni pacifiste o addirittura di disarmo: ma tra chi ha responsabilità di governo nessuno in Europa si sta sottraendo, tranne Orban. E riguardo l’ipotesi di truppe di pace europee in Ucraina, è difficile discuterne in astratto. E non è utile dividersi tra chi è a favore e chi è contrario a qualcosa di cui non si conoscono i contorni”. Ed in merito ai dazi, dice: “L’Europa non ha nulla da temere, se non le proprie divisioni. Lavoriamo per evitare una guerra commerciale: ma se Trump la inaugura, non siamo più deboli degli americani. Penso che il momento dovrebbe spingerci nella direzione esattamente opposta a quella dei rapporti bilaterali: a cercare la forza e l’unità dell’Europa”.
– foto Ipa agency –
(ITALPRESS).
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