Trentacinquenne, Andrea è una grafica pubblicitaria. Fidanzata da diversi anni con Georg, preferisce continuare a vivere in due case separate. Da anni, lui la porta in vacanza tutte le estati a Jesolo, anche se lei sogna altri luoghi. La vacanza da cui parte il racconto è turbata dalle domande sempre più pressanti di Georg, che vorrebbe che Andrea andasse a vivere con lui, che si assumesse le sue responsabilità di donna adulta. Al rientro in città, si aggiungono le pressanti richieste dei genitori di lui, che vorrebbero vederli diventare una vera famiglia, una coppia che vive sotto lo stesso tetto e con almeno un figlio.
Lo stile netto e impietoso del racconto (“dissezionante in senso flaubertiano”, secondo la rivista austriaca Literatur und Kritik) contribuisce a enfatizzare questo senso di assedio costante, la tensione tra il desiderio di autodeterminazione di Andrea e la sua accettazione progressiva delle aspettative altrui, del compromesso. Il racconto si snoda nel pensiero della protagonista, che a un certo punto afferma: “A ogni “sì” finisco sempre di più nella merda”.
La vacanza a Jesolo, un litigio, la separazione, la scoperta di essere incinta, il trasloco nell’appartamento ristrutturato attiguo ai suoceri, l’ultimo giorno di lavoro, la paura di non ritrovare il proprio posto al rientro dalla maternità, la cameretta da preparare, le tutine da comprare, il conto alla rovescia prima del parto…
“Tutto questo circo della gravidanza mi dà sui nervi” commenta Andrea al corso pre-parto, con non poco imbarazzo di Georg. Tutto quello che potrebbe appagare e rendere felice un’altra donna, per Andrea diventa sempre più opprimente e soffocante. Pian piano, le si ritaglia intorno una vita prescritta, come se fosse una medicina.
Sullo sfondo della vicenda personale si stagliano le ombre di un’attualità segnata dal dramma dell’immigrazione e dal montare di sentimenti xenofobi tra la gente comune. “Jesolo è la cronaca di dieci mesi nella vita di una donna che mette in discussione l’immagine che ha di sè e una società che non è affatto progressista come lei crede” ha scritto il settimanale tedesco Der Spiegel.
-foto ufficio stampa Master Communication –
(ITALPRESS).
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