Facendo un punto generale sull’andamento del congresso Siti, Siquilini racconta che “i lavori stanno andando molto bene e molti feedback sono positivi: ci sono grandi possibilità di interazione sul tema della prevenzione, con le direzioni generali date dal ministero della Salute, dal dipartimento della Prevenzione e dall’Istituto superiore di sanità”.
“Per noi è una bellissima opportunità partecipare al congresso Siti – sottolinea Fabio Landazabal, presidente di Gsk Italia e del gruppo di prevenzione Farmindustria -. Portiamo innovazioni nel campo della prevenzione su quelle malattie prevedibili sia nei soggetti sani sia nei pazienti cronici. E’ molto interessante vedere come gli igienisti vogliano portare questi vaccini in tutto il territorio italiano: il vaccino contro l’herpes zoster è già disponibile, perchè fa parte del Piano nazionale, mentre per quanto riguarda il vaccino contro l’Rsv aspettiamo che venga integrato nel calendario cosi che possa essere disponibile per tutti i soggetti a rischio”.
Per Elisa Calabrò, docente di Igiene pubblica presso il dipartimento di Scienze della vita dell’Università Cattolica, “l’impatto della vaccinazione sulla popolazione anziana e fragile non ha un valore solo sociale e personale, ma riguarda anche la dimensione economica e di sostenibilità per il Servizio sanitario nazionale: i soggetti a rischio rappresentano una priorità e oggi abbiamo le armi a disposizione per venirgli incontro. La vaccinazione anti herpes zoster ci impone ancora una sfida importante in termini di coperture da raggiungere, mentre contro l’Rsv abbiamo a disposizione un vaccino che ad oggi può essere efficace per tre stagioni consecutive”.
Su questo vaccino, aggiunge la docente, “abbiamo sviluppato in collaborazione con esperti di sanità pubblica di altri atenei e rappresentanti di società scientifiche il primo report di High technology assessment (Hta, ndr): attraverso questo strumento di prevenzione siamo riusciti a dimostrare come tale vaccinazione sia raccomandabile per la popolazione adulta. Auspichiamo che le evidenze scientifiche che ci supportano possano effettivamente portare a determinati processi decisionali in favore della nostra popolazione: il Piano nazionale per la prevenzione vaccinale 2023-2025 ci dà per la prima volta l’opportunità di scindere il calendario vaccinale dal Piano vero e proprio, auspichiamo dunque che alla luce delle evidenze prodotte anche questa vaccinazione possa entrare in calendario”.
– foto Italpress –
(ITALPRESS).
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