“Sono felice di essere alla Juventus, di aver trovato il mister, lo staff e una società così, ma adesso sono in Nazionale e voglio godermi questa settimana al massimo, perchè ho desiderato tanto essere qui”, sottolinea l’ex Monza che sul lavoro in bianconero con Thiago Motta dice: “Il mister vuole un gruppo che lo segua, indipendentemente dall’età e noi lo seguiamo. Pretende una determinata mentalità e questo ci spinge ad andare sempre forte e a non abbassare mai l’attenzione, credo sia giusto così”. E’ uno dei pochi tecnici che spesso alterna i portieri, lo faceva al Bologna, lo fa alla Juve dove Perin è sceso in campo da titolare in diverse gare. “Io lavoro sempre e mi metto a disposizione
dell’allenatore, poi è lui che fa le sue scelte, Mattia è un
portiere di grandissime qualità, una grande persona, è giusto che
anche lui trovi il suo spazio, noi ci spingiamo a vicenda giorno
per giorno, per migliorarci”, dice Di Gregorio orgoglioso “dei piccoli obiettivi e dei sogni che si stanno realizzando. Sono felice di aver trovato un gruppo bellissimo sia in bianconero che in azzurro”. A Coverciano ha riabbracciato Daniel Maldini, sono stati compagni di squadra al Monza, sono alla prima convocazione in Nazionale A.
“Sono molto contento per Daniel, lui ha qualità importanti, è un ragazzo serio che si impegna, sono contento e spero che per lui sia la prima di tante chiamate”, dice Di Gregorio che ovviamente si augura altrettanto per sè. “Spero che si ripeta una settimana come questa e che poi arriverò al Mondiale – dice -. Sono contento, perchè sono stato qui 10 anni fa in Under 17, ora mi ritrovo qui, consapevole che in tutti questi anni ho avuto un aiuto fondamentale da parte della mia famiglia, ecco perchè ogni cosa bella che mi succede la dedico a loro e a mio papà. In me c’è tanta felicità e tanto orgoglio, vivo un qualcosa che ho desiderato per molto tempo, la convocazione è stata una gioia immensa”. Un pensiero anche per il mondo Inter dove è cresciuto: “Ho fatto tutto il percorso nel settore giovanile, ho trovato belle persone, mi sono stati vicini quando mi ha lasciato mio papà, li sento ancora, a livello umano sono molto legato alle persone che ho conosciuto lì”. Si chiude con una delle sue specialità: i rigori. “Un aspetto che ho sempre curato da quando ho iniziato, già in C si studiavano gli avversari. Si lavora sui video, poi sul campo, si cerca di capire le caratteristiche di chi calcia, poi ci si comporta di conseguenza, a volte stando immobili, altre muovendo un ginocchio o l’altro”.
– Foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).
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