“Abbiamo introdotto un cambio di paradigma nel rapporto tra Pa e imprese: dalla logica sanzionatoria – sottolinea – si passa alla prevenzione degli illeciti ricercando un approccio collaborativo, di fiducia reciproca, tra le autorità preposte al controllo e le attività economiche, un approccio che vuole incentivare i comportamenti virtuosi in un’ottica di premialità”. “Il decreto – spiega – introduce il censimento dei controlli da parte delle singole amministrazioni, un’attività necessaria perchè costringe ogni ente controllante a un’analisi di senso e di efficacia per poi coordinarsi con le altre amministrazioni, il tutto sotto la regia del dipartimento della Funzione pubblica. A questo si aggiunge l’istituzione di un sistema di identificazione e gestione del rischio, secondo parametri specifici. Salvo ipotesi particolari, per le imprese in possesso del report di basso rischio i controlli ordinari verranno effettuati non più di una volta l’anno”.
“Le analisi effettuate per mettere a punto il decreto sui controlli – aggiunge il ministro Zangrillo – ci dicono che il tempo medio dedicato dalle Pmi all’interazione con la Pa può raggiungere le 550 ore l’anno, addirittura 1.200 ore per le medie imprese. Dovevamo intervenire e lo stiamo facendo attraverso il dialogo e il confronto con imprese e categorie”. “Parlare di riduzione dei controlli – aggiunge – sarebbe riduttivo, stiamo ragionando in termini qualitativi, non quantitativi. L’obiettivo è ottimizzare i controlli rendendoli più efficaci, per tutelare l’interesse pubblico senza intralciare il sistema imprese”. “Il report certificativo, inserito nel fascicolo informatico d’impresa che le amministrazioni devono consultare prima di avviare i controlli, servirà – prosegue Zangrillo – a ridurre drasticamente i tempi. Secondo il principio dell’once only non si potranno chiedere documenti e informazioni già disponibili alle pubbliche amministrazioni”. Fondamentale sarà il ruolo dei dipendenti della Pa, “stiamo lavorando su questo, dalle procedure di reclutamento alla formazione, al sistema premiante – puntualizza il Ministro -. Dobbiamo puntare su sistemi gestionali innovativi in cui le persone che lavorano e producono risultati possono crescere e fare carriera. Il merito è una leva irrinunciabile. Dobbiamo partire dalla misurazione e valutazione della performance, che da mero adempimento burocratico, qual è oggi, deve essere vissuto come uno step fondamentale a cui agganciare percorsi di carriera. I nostri dirigenti non devono essere solo eccellenti tecnici, ma leader che si preoccupano della crescita del capitale umano”.
– foto Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).
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