Federica Brancaccio, presidente dell’Associazione Nazionale
Costruttori Edili (Ance), intervistata da Claudio Brachino per il
magazine televisivo Italpress Economy.
“Avevamo chiesto di prevedere un plafond annuale” ma “nessuno ci ha ascoltato. Dobbiamo fare buona esperienza di quello che è successo, sappiamo le cose che hanno funzionato e quelle che non hanno funzionato – ha spiegato -: studiamo una misura di lungo termine, anche a trent’anni, differenziando gli aiuti e facendo tesoro dell’esperienza, ma senza posizioni ideologiche o pregiudizi”.
“Ci sono cantieri fermi e altri molto rallentati, stiamo assistendo con grande preoccupazione a un ritardo dei pagamenti alle imprese, nonostante abbiamo un nuovo Codice degli appalti che è entrato in vigore da un anno. Sulla fase di esecuzione ci sono ancora dei correttivi da porre in essere”, ha detto Brancaccio.
“Siamo favorevoli all’eliminazione del reato di abuso d’ufficio, perchè la paura della firma rallenta il Paese. Abbiamo visto le percentuali di questi reati che vanno a condanna: sono irrisorie, quasi non rilevanti”. La pubblica amministrazione “deve imparare a fare controlli, ma controlli reali”, ha sottolineato la presidente di Ance.
Sul Pnrr “siamo un pò più avanti degli altri settori: non si può dire che il ritardo non ci sia, però è ancora recuperabile, bisogna impegnarsi molto. Abbiamo un sistema di monitoraggio”, ma “ci sono dei rallentamenti nei cantieri per i ritardi nei pagamenti. Quella del 2026 è una sfida difficilissima, non si può correre se le imprese vanno in sofferenza finanziaria: chiediamo al governo di semplificare flussi e anche la rendicontazione delle stazioni appaltanti”.
Un altro grande tema è quello della casa, che “significa anche cercare di invertire la crisi demografica” perchè “è uno di quegli elementi fondamentali per le giovani coppie. Abbiamo fatto uno studio secondo cui sono scomparsi 660 mila appartamenti negli ultimi anni dal mercato delle locazioni tradizionali, perchè i nostri centri storici sono diventati tutti B&B. Che cosa fare? Serve un grande piano che vada incontro a determinate fasce di popolazione. Ma noi ci spingiamo oltre: oggi non c’è più il tema della casa popolare o di housing sociale”, ma “tutte le fasce hanno un’emergenza casa. Anche con due stipendi dignitosi, se una casa la trovi non te la puoi permettere”.
Anche in termini di manutenzione degli immobili “c’è da fare moltissimo, ma per prima cosa bisogna rivedere le regole urbanistiche ed edilizie di questo Paese che risalgono al 1942: abbiamo una difficoltà enorme a fare rigenerazione urbana” per “creare abitazioni a prezzi accessibili per mantenere i nostri giovani nel Paese e anche per far crescere le famiglie”. Il sogno “per il mio mandato è arrivare a una legge urbanistico-edilizia per la rigenerazione urbana che consenta di rendere le nostre città più vicine ai bisogni di un cittadino del 2024”, ha concluso Brancaccio.
– Foto Italpress –
(ITALPRESS).
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