Così Tommaso Foti, capogruppo alla Camera di Fdi, in una intervista al Corriere della Sera esprime il suo parere positivo alla riforma. Qualcuno ha parlato di malumori all’interno del partito: “Gossip. Qualcuno ha visto che FdI è stato il gruppo meno assente in Aula? Poi, diciamolo, ci sono altre partite aperte. Gliene dico una? Roma capitale. E’ prevista in Costituzione, serve una legge per darle una definizione più ampia. Non mi sembra che qualcuno abbia detto che si voglia spaccare l’Italia per questo”.
“Schlein è corsa a rifarsi il trucco perchè è stata la vice di Bonaccini che era il tifoso numero uno dell’Autonomia differenziata. Il regionalismo differenziato è una normativa voluta dalla sinistra e imposta (con soli 3 voti di scarto del Parlamento). Anche se poi nel 2001 al referendum 10 milioni di italiani dissero sì e solo 5 no. Se davvero era il male assoluto perchè Bonaccini, con Zaia e Fontana, la chiese?” si chiede Foti.
“C’è una commissione presieduta da Sabino Cassese che ha 2 anni di tempo per definire i Lep. La legge introduce un vincolo che prima non c’era: sulle materie che prevedono i Lep, se non ci saranno le risorse, non si faranno intese. Cassese e Guzzetta lo hanno chiarito bene. O sono folli o qualcuno bara”.
La Cei teme che nella sanità siano penalizzati i più fragili.
“Un’Italia con differenze territoriali in molti ambiti, compresa la sanità, è sotto gli occhi di tutti. E non è colpa dell’Autonomia che non c’era. Bisognerebbe chiedersi perchè».
– Foto: Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).
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