Sul reddito di cittadinanza europeo “non abbiamo molto da fare, perchè c’è già in tutta Europa, è un tema che è largamente acquisito. Noi cerchiamo di mettere a sistema e di ripristinare in Italia un aiuto alle famiglie che sono in difficoltà. Da quando c’è il governo Meloni, 1,2 milioni di persone sono ritornate sotto la soglia di povertà assoluta: se la politica non si occupa di queste persone, non risponde a una delle sue mansioni principali. Il tema del sostegno alle persone è centrale: abbiamo anche l’idea di un grande piano di urbanistica popolare, oggi con i redditi che ci sono” è difficile comprare una casa: “dobbiamo creare un meccanismo perchè l’Europa intervenga. Dove si trovano i soldi? Per le armi, ad esempio, li hanno trovati” così come “su tante altre cose che magari sono meno prioritarie. Abbiamo rinunciato a prendere i soldi dove ci sono, penso alla tassazione sugli extra profitti, non solo in Italia”.
Sulla politica monetaria, poi, “rispettiamo l’autonomia della Banca Centrale Europea, ma questa BCE ha sbagliato tutto: pensiamo che l’Europa debba governare i processi attraverso le cose che può fare” ovvero “completare il mercato e soprattutto armonizzare l’Unione dal punto di vista fiscale. Abbiamo una situazione per cui alcuni Paesi che hanno una tassazione diversa rispetto all’Italia possono farci una concorrenza sleale, non è giusto”.
Sul conflitto in Ucraina, ribadisce, “la pace è un tema serio, lo abbiamo messo nel simbolo perchè la cosa a cui puntiamo di più. Come Italia non dobbiamo dare più armi e vincolare le armi che la Nato sta consegnando a Zelensky alla trattativa: se vuole le armi, deve sedersi a un tavolo, diversamente si assume la responsabilità di non averle”. E Putin come si convince? “Gli si dice semplicemente questo: se ti siedi al tavolo delle trattative potrai rinegoziare le sanzioni, che tra l’altro fanno più male a noi che a lui, e creiamo un percorso per rimetterti nella comunità internazionale: avrebbe grossi problemi a dire di no a prescindere, anche rispetto alla sua opinione pubblica interna. E’ chiaro che facendo sedere i due protagonisti allo stesso tavolo non arriva la pace il giorno dopo, però inizieremo a parlare di ricostruzione, anzichè di truppe sul terreno. La pace è un percorso che si costruisce, da qualche parte bisogna iniziare: questo è un modo serio per mettere allo stesso tavolo i protagonisti della guerra”. Su questo tema, il voto al Movimento 5 Stelle per Pedullà si configura come l’unico utile.
“Faccio i migliori auguri alla lista di Santoro, ma credo che sia distante da riuscire a portare parlamentari italiani nel prossimo Parlamento Europeo, quindi rischiamo che il voto in quella direzione sia inutile”, come il voto ad AVS che “sortirà lo stesso effetto” mentre “il PD ha una voce un pò ambigua sul tema. L’unica voce che è coerente sul tema della pace è quella del Movimento 5 Stelle”.
Durante la campagna elettorale “non ho mai trovato una persona che mi chiedesse quando si fa il premierato o quando parte l’autonomia regionale differenziata: le grandi questioni di chi oggi è al governo sono completamente all’esterno del perimetro delle cose che interessano” ai cittadini, come ad esempio l’occupazione o la sanità. “Dobbiamo creare occupazione stabile e di qualità”, spiega Pedullà. Sulla sanità, “l’Italia è piena di grandi riforme annunciate a costo zero e la storia ci insegna che, quando una riforma a costo zero, è fuffa: se si crede veramente alle riforme, ci si mettono i soldi”.
Su questo tema e su molti altri, “i cittadini si stanno rendendo conto che alcune cose vanno cambiate” e l’auspicio di Pedullà è che vadano a votare. “Abbiamo avuto poco tempo per cambiare la narrativa” secondo cui “a destra e a sinistra rubano, quindi è tutto uguale”, ma ci si “dimentica di dire che il Movimento 5 Stelle è fuori da qualunque tipo di inchiesta o coinvolgimento” come quello che si è visto nello scandalo della Regione Liguria. Toti si deve dimettere? “Immediatamente, quando lo farà – perchè lo farà – sarà sempre troppo tardi: quando un presidente di Regione va sullo yacht di un imprenditore certifica che la politica sottostà al mondo degli affari e non deve essere così”.
– foto Italpress –
(ITALPRESS).
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