Una candidatura che per Taradash, già europarlamentare tra 1989 e 1994 con il gruppo dei Verdi, prende spunto da una serie di obiettivi comuni tracciati dalle forze politiche che hanno aderito a Stati Uniti d’Europa: “Il nostro percorso per le europee non è frutto solo dell’unione tra Bonino e Renzi: abbiamo lanciato la proposta di lasciarci alle spalle le discordie italiane, cercando di capire quali punti possono unirci in Europa. Abbiamo provato a coinvolgere anche Calenda ma lui, come da sua abitudine, ha scelto di fare tutto da solo: vedremo cosa riuscirà a fare, ma ritengo che questa per lui e per noi sia un’occasione persa, perchè se fossimo stati insieme avremmo superato sia la Lega che Forza Italia”.
Dopo il voto l’Europa, secondo l’esponente radicale, dovrà cercare una visione e un approccio comune, in quanto “nessuno Stato può fronteggiare da solo le sfide e le minacce che ci aspettano: transizione ambientale, ricerca tecnologica e passaggio ad auto e case green saranno temi che dovremo affrontare tutti insieme. E’ ridicolo che ogni Stato abbia una propria Consob a gestire l’economia, questo rende complicato fare concorrenza leale ed essere competitivi sul mercato”.
La maggior preoccupazione riguarda la politica estera, in particolare per i pericoli rappresentati da Russia e Cina: “L’imperialismo armato di Putin ed economico di Xi Jinping sono le peggiori minacce per l’Europa: il rapporto tra Cina e Russia è sulla falsariga di quello servo-padrone, se non uniamo le sue forze contro di loro ne usciremo sconfitti. Berlusconi aveva provato in tutti i modi a portare Putin nella Nato, ma lui ha preferito ispirarsi agli zar e a Stalin piuttosto che ai leader democratici e liberali dell’Occidente, mentre adesso vuole riconquistare il prestigio zarista della Russia negando i diritti fondamentali dell’Unione europeo ovvero libertà civili e solidarietà tra Stati”. Per quanto riguarda l’Ucraina, Taradash sottolinea come “chi parla di pace sa bene che ciò equivarrebbe a far cedere Kiev: non si deve arretrare dinanzi ai potenti, nemmeno se dovessero disporre della bomba atomica.
Quello russo è un impero di cartone e va sconfitto senza se e senza ma: l’Europa offre aiuti in base alle decisioni dei singoli Stati, ma se avesse un esercito comune potrebbe lavorare meglio”.
Anche in Medio Oriente Taradash auspica un cambio di passo da parte dell’Europa, attraverso una politica estera comune, partendo comunque dal presupposto che “oggi è in pericolo l’esistenza stessa di Israele: Netanyahu ha fatto errori enormi in passato, ma oggi il suo ruolo non è in discussione. Hamas opprime e lascia uccidere i cittadini palestinesi pur di non cedere, in più non libera gli ostaggi e non vuole la soluzione con due popoli e due Stati, pertanto servono soluzioni realistiche. 40mila morti in Palestina è un dato riportato da Hamas, l’Onu stessa ha parlato di cifre raddoppiate: basterebbe che gli ostaggi del 7 ottobre vengano liberati e che si accetti la tregua proposta da Israele”.
Un altro allarme riguarda il pericolo, che per Taradash è concreto, del ritorno di una cultura fascista diffusa su tutti i livelli: “Orban è fascista perchè proclama la democrazia illiberale, chiude i giornali ostili e censura l’opposizione; anche Putin è fascista nei suoi comportamenti. L’Italia stessa, quando non vota in difesa dei diritti Lgbt o si schiera con i movimenti pro vita, compie passi indietro in cui la libertà personale viene considerata una conquista. Se alle elezioni americane vincesse un fascista come Trump la preoccupazione andrebbe a moltiplicarsi”.
– Foto Italpress –
(ITALPRESS).
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