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Grosso (Sifus): “Cgil, Cisl e Uil si oppongono alla stabilizzazione degli operai forestali”. Ugl favorevole alla stabilizzazione

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  • Che interessi si celano dietro il mantenimento del precariato nel mondo degli operai forestali? La domanda è importante, perché li incendi che hanno devastato la Sicilia nella scorsa settimana sarebbero stati evitati se gli operai forestali fossero stati presenti a presidiare il territorio
  • Per la Uil siciliana chi sollecita la stabilizzazione degli operai forestali vuole gli “asini volanti”. E i veri asini dove sarebbero? 
  • Netta la posizione dell’Ugl siciliana: gli operai della forestale vanno stabilizzati

Che interessi si celano dietro il mantenimento del precariato nel mondo degli operai forestali? La domanda è importante, perché li incendi che hanno devastato la Sicilia nella scorsa settimana sarebbero stati evitati se gli operai forestali fossero stati presenti a presidiare il territorio

Abbiamo provato a illustrare perché la scorsa settimana ha preso fuoco mezza Sicilia, con precise responsabilità del Governo regionale e di chi – insieme con lo stesso Governo regionale – ha ignorato la prevenzione degli incendi boschivi. Lo abbiamo scritto due volte e lo scriviamo una terza volta: gli attuali vertici del Corpo Forestale e della Protezione Civile regionale siciliana non sono molto convincenti. Grande plauso a chi – tra Corpo Forestale e Protezione civile – ha lavorato per spegnere gli incendi: ma alla Sicilia serve la prevenzione del fuoco. Né ci convince l’annuncio dell’arrivo di altre 300 guardie forestali. Alla Sicilia, per prevenire gli incendi boschivi, servono almeno 30 mila operai forestali per presidiare il territorio non 300 guardie forestali! La verità è che se si materializzerà una nuova sciroccata assisteremo all’incenerimento di quello che resta dei boschi siciliani dopo tre anni di gestione dissennata. E’ su questo aspetto – la cronica mancanza di prevenzione degli incendi boschivi in Sicilia – che bisognerebbe effettuare indagini per capire come stanno le cose e per fare emergere le responsabilità.

 

Per la Uil siciliana chi sollecita la stabilizzazione degli operai forestali vuole gli “asini volanti”

In questo momento – lo ribadiamo ancora una volta – alla Sicilia servono almeno 30 mila operai stabilizzati, che debbono assicurare la loro presenza nelle aree verdi della nostra Isola per 365 giorni all’anno. Intervenendo anche con opere di prevenzione nei fondi comunali e nei fondi privati abbandinati da dove, spesso, prendono il via gli incendi boschivi. E’ per questo motivo che ci troviamo perfettamente d’accordo con il segretario generale del Sifus Confali, Maurizio Grosso (nella foto sotto a destra), che attacca le organizzazioni sindacali che si oppongono alla stabilizzazione dei lavoratori forestali. Grosso attacca frontalmente il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini: “Mentre Maurizio Landini si sgola (?) dai palchi di tutta Italia per rivendicare la trasformazione dei contratti di lavoro precari in contratti di lavoro a tempo indeterminato, i suoi dirigenti regionali, assieme a tutta la triplice…”. E qui arriva il primo ‘siluro’: “In Basilicata – dice il segretario generale del Sifus Confali – spiegano agli operai forestali e alla saap che la stabilizzazione non gli conviene economicamente, evidentemente, perché, secondo loro, tra il lavoro contrattualizzato e quello che potrebbero esercitare in nero, posto che lo trovino, guadagnano di più. Nel frattempo, grazie a questa singolare tesi, Cgil, Cisl e Uil conservano le ghiotte trattenute che mettono nelle domande di disoccupazione agricola”. Non va meglio in Campania dove, dice ancora Grosso, “finalmente hanno fatto un tavolo sulla stabilizzazione col Governo e, naturalmente, hanno deciso di continuare ad intraprendere la strada sbagliata che non porta alla stabilizzazione”. Ecco la ‘staffilata sulla Sardegna: “In Sardegna si sono opposti alla stabilizzazione e al contratto pubblico che ne è scaturito”. Qualcosa cambia in Calabria: “In Calabria – dice sempre Grosso – gli operai forestali sono stabilizzati” ma “c’è carenza di operai”; manca, però, la volontà di risolvere il problema: non c’è la volontà di “far assumere operai forestali né a termine, né a tempo indeterminato”. Si arriva così in Sicilia. E qui Grosso racconta che lo scorso 18 Luglio il Segretario regionale della Uil, Nino Marino, nel corso di un incontro negli uffici dell’assessorato regionale Agricoltura, alla presenza dei rappresentanti di tutte le organizzazioni sindacali, ha detto che la sua organizzazione sindacale, cioè la Uil, non fa parte dei tavoli nei quali si propongono gli “asini volanti”, ossia, un attacco al Sifus Confali che rivendica da anni la stabilizzazione stabilizzazione degli operai forestali. “La stessa tesi – dice Grosso – è stata sostenuta da Tonino Russo, Segretario regionale Cgil. Nella stessa occasione hanno, invece, fatto emergere la necessità di nuove assunzioni, naturalmente precarie. Egregi lavoratori forestali chi vuole rimanere precario è corretto che rimanga con Cgil, Cisl e Uil. Chi invece, vuole essere stabilizzato deve lottare assieme al Sifus altrimenti è complice!”.

 

Netta la posizione dell’Ugl siciliana: gli operai della forestale vanno stabilizzati

Chi sollecita la stabilizzazione degli operai forestali è l’Ugl Agroalimentare Trapani e Utl Ugl Trapani. Parlano i segretari Mario Parrinello e Giuseppe Senia (nella foto a destra):  “Non bastano le i 300 nuove guardie forestali, come chiesto dal Presidente della Regione siciliana Renato Schifani al Ministro Antonio Tajani. Tra l’altro – aggiungono i due sindacalisti dell’Ugl – sarebbero nemmeno la metà di quanto serve, visto che in Sicilia mancano ben 800 guardie forestali”. I due esponenti dell’Ugl affrontano un tema serio: “Negli ultimi 20 anni i lavoratori forestali siciliani sono passati dai 35.000 del 2005 ai 15.500 di oggi. Di fatto, sono stati dimezzati nel tempo e il personale che resta ha un’ età media di 59 anni. Mancano 2.000 addetti allo spegnimento degli incendi, dell’avvistamento e della guida dei mezzi speciali. Per non parlare del rischio che corrono i lavoratori ultra sessantenni, che affrontano le fiamme e rischiano la vita per salvare boschi, vite umane e fauna”. I due sindacalisti dell’Ugl ricordano che nella legge regionale n. 16 del 1996 c’è una norma che prevede “che un lavoratore AIB, al compimento del 55simo anno di età, dagli uffici deve transitare in manutenzione, norma non più attuabile oggi per la carenza acuta del personale. Senia e Parrinello affermano che “di fronte ai disastri ambientali degli ultimi giorni e degli anni passati le polemiche e il rimpallo di responsabilità servono a poco. “Occorre assumere nuovo personale – ribadiscono i due sindacalisti – giovane e debitamente formato per aggredire il dramma degli incendi che si presenta ogni anno, oltre che dotare il Corpo forestale dei mezzi necessari. La Sicilia necessità del personale necessario per pianificare nuove politiche forestali e geologiche, per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici che stanno devastando la nostra Isola con siccità, incendi, alluvioni. Gli operai forestali – conclude la nota dell’Ugl – sono la soluzione, non il problema”.

 

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