Qualcuno interverrà?
Il ‘vezzo’ è molto diffuso, ma forse nel capoluogo siciliano la situazione è peggiore perché non ci sono controlli
Palermo, ore 11 di mattina circa. Attraversiamo via Malaspina sulle strisce pedonali. O meglio, proviamo ad attraversare. Perché il guidatore di un’auto sta parlando al telefono. Per essere precisi, un po’ guarda la strada e un po’ parla al telefono. Ci troviamo già a metà delle strisce pedonali ma il nostro ‘bravo’ e attento automobilisti non ci degna nemmeno di uno sguardo: tira dritto e basta. L’auto che lo segue ha un guidatore più attento e si ferma. Entriamo nel negozio dove sbrighiamo la commissione in circa cinque minuti. Dobbiamo riattraversare via Malaspina ma non sembra facile, anche se ci muoviamo sulle strisce pedonali. Una signora alla guida di un sud ci deve e accelera: e vabbé, pazienza. Cominciamo ad attraversare le strisce pedonali. Arriva un signore che un’auto di grossa cilindrata che parla al telefono. Che fare? Ci fermiamo. E abbiamo fatto bene: il signore, come l’automobilista di cinque minuti prima, non ci segna nemmeno di uno sguardo: passa sulle strisce pedonali mentre parla al telefono ridendo. Morale: in cinque minuti abbiamo rischiato di finire investiti sulle strisce pedonali da due automobilisti che parlavano al telefono cellulare e che non si sono nemmeno accorti della nostra presenza. Abbiamo citato via Malaspina ma la stessa scena – magari non due automobilisti intenti a parlare al telefono in cinque minuti – si verifica in altre vie di Palermo. Perché succede questo? Il fenomeno è diffuso ovunque. Ma a Palermo è patologico, perché di vigili urbani in giro non se ne vedono (a proposito: che fine hanno fatto?) e gli automobilisti che guidano parlando al telefono hanno l’olimpica certezza che nessuno gli chiederà conto e regione di tale comportamento. Di fatto è così: a Palermo, nelle strade della città, ognuno fa quello che vuole. Vedere gli automobilisti che parlano al telefono è la norma. Forse il Comune dovrebbe fare qualcosa. Questa riflessione è a futura memoria.
Foto tratta da Brumbrum
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