- Lo ricorda il segretario politico degli Indipendentisti siciliani. Ricordiamo che lo scenario è stato ulteriormente complicato dall’aumento dei tassi d’interesse operato dalla BCE
- La possibile soluzione per la Sicilia
di Ciro Lomonte
Lo ricorda il segretario politico di Siciliani Liberi. Ricordiamo che lo scenario è stato ulteriormente complicato dall’aumento dei tassi d’interesse operato dalla BCE
In Sicilia 58 Comuni (su 391) sono in dissesto, e 56 – fra cui Palermo, Messina e Agrigento – in “predissesto” ovvero in procedura di riequilibrio. Un tecnicismo inventato da Roma nel 2012 che consiste nella possibilità per i Comuni di fatto già falliti di ricorrere alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale allo scopo di evitare la dichiarazione di dissesto. Si tratta, con tutta evidenza, di un artificio giuridico e politico il cui vero scopo è uno solo: evitare che i politici amministratori di città come Roma, Milano, Torino, Napoli, Palermo e Firenze (fra migliaia di altri Comuni in “riequilibrio”) siano chiamati a rispondere personalmente degli enormi ‘buchi’ finanziari creati dalle loro gestioni. Il gioco delle parti, però, può funzionare solo finché da Roma continuino ad arrivare i soldi per pagare almeno gli stipendi e i servizi essenziali. Roma prende questi soldi dalla continua emissione di Btp. Che erano acquistati dalla BCE (Banca Centrale Europea) fino a poche settimane fa. Ora, però, non solo la BCE ha smesso di acquistare Btp, ma sta liquidando tutti quelli in scadenza che compra dal giorno in cui fu mandato a casa Berlusconi. In più, continuando ad aumentare il tasso di sconto, la BCE costringe Roma da oltre un anno a pagare oltre il 4% di interessi sulle nuove emissioni di Btp decennali. Roma ha 400 miliardi di Btp in scadenza da oggi a Dicembre: è quindi già in default.
La possibile soluzione per la Sicilia
Il capo del Governo lo sa, e minaccia le dimissioni ad ogni minima discussione interna al Consiglio dei Ministri. Lo sapeva, naturalmente, pure l’ex banchiere centrale suo predecessore: che per questo si è dimesso e ritirato a vita privata. Siciliani Liberi è l’unica forza politica che, oltre ad averne informato i siciliani, ha pronto un piano finanziario ed economico con cui salvare la Regione siciliana e i suoi Comuni: emissione di titoli regionali. Crediti fiscali liberamente utilizzabili per il pagamento di aziende e fornitori. Emissione di una nuova moneta a circolazione regionale. A chi possano sembrare utopie, la gravità dei fatti in pieno dispiegamento provvederà a mostrare come si tratti delle uniche soluzioni realistiche positive. Fare finta di nulla, come stanno facendo il presidente della Regione, l’Assemblea regionale siciliana e pressoché tutti i Sindaci siciliani significa soltanto andare incontro al collasso finanziario e sociale in modo inerte e passivo. Siciliani Liberi sa già che la quasi totalità dei politici siciliani, al default di Roma, fuggiranno, letteralmente, dando le dimissioni e lasciando la Sicilia. Il tempo dei liberi e dei forti è ormai di fronte a tutti noi.
Foto tratta da Governo Italiano