“Eccoli qui ‘i venti milioni di euro di ricaduta per la città di cui parlano entusiasti gli organizzatori, che hanno introitato quasi 6 milioni dalla vendita dei biglietti trasferendone una parte rimasta segreta alla società di capitali controllata dal fondo emiratino City Group concessionaria dello stadio comunale”. Così si apre il post del segretario politico di Siciliani Liberi, Ciro Lomonte, che torna sul pasticcio del concerto di Vasco Rossi a Palermo. Lomonte accompagna il suo post con una fotografia (che vedete sopra) delle tende piazzate accanto allo stadio ‘Renzo Barbera’ del capoluogo siciliano. “Nessun servizio igienico – scrive il segretario politico di Siciliani Liberi -. Nessuna possibilità di lavarsi. Accampati senza alcun servizio alla persona. Per non pagare i 30 euro a notte richiesti da uno delle migliaia di B&B di Palermo. In violazione di qualsiasi norma: inclusa quella sull’inquinamento acustico. Per la cui soppressione ‘temporanea’ basta un pezzo di carta firmato da un Sindaco. Pronto Soccorso adiacente, chiuso. Strade, chiuse. Però, assicurano Sindaco e società organizzatrici, ‘grandi benefici’ starebbero ricadendo su Palermo. Siamo al di sotto di quanto avveniva nelle ex città del Terzo Mondo in Africa, oggi pressoché tutte in fortissimo sviluppo sociale ed economico”.
“Sono veramente gli ultimi giorni della Seconda Repubblica – aggiunge Lomonte -. Lo stesso calcio, usato come sedativo di massa, è finito. Le società di serie A chiedevano 1,15 miliardi per cedere i diritti televisivi per tre stagioni. Hanno ricevuto offerte pochi giorni fa per 600 milioni. Di qui, improvvisamente, ecco vedersi gli stadi di calcio comunali riempirsi di concerti. Siciliani Liberi può tranquillizzare il Sindaco: Professore Roberto Lagalla, quando fra poche settimane vedrà che a Palermo non è possibile approvare alcun bilancio di previsione, sarà lei stesso a dare le dimissioni. Prima, a proposito di questa incresciosa vicenda dei concerti di fine Giugno con gli accampamenti, capirà lei stesso che si è trattato di un ennesimo, inutile errore”.