- Associazioni e Fondazioni non possono continuare a svolgere attività antimafia con il denaro pubblico
- E’ ora di dare spazio a un’antimafia francescana
- I marciapiedi in MEMORIA di tutte le vittime uccise dalla MAFIA in Sicilia
- Sulla mafia bisogna andare al di là delle parziali verità processuali
Associazioni e Fondazioni non possono continuare a svolgere attività antimafia con il denaro pubblico
di Andrea Piazza
Si apprende da notizie stampa che la Cgil Palermo, ha favorevolmente raccolto l’appello lanciato dal dott. Vittorio Teresi Presidente del Centro Studi Paolo e Rita Borsellino. Ogni iniziativa che trova la propria forza e motivazione nell’associazionismo sano, ovvero strutturato sull’apporto dei privati o di altre associazioni senza gravare sulle casse pubbliche, è meritevole di pubblico riconoscimento etico. Diversamente non possiamo attribuire il medesimo apprezzamento a talune Associazioni e Fondazioni che, negli ultimi sei lustri sono state destinatarie di generose elargizioni pubbliche. Dopo decenni di silenzi talvolta imbarazzanti, finalmente, la galassia dell’associazionismo antimafia ha iniziato la propria traversata nel deserto con l’obiettivo di ripristinare la rilevanza dei valori sulla pecunia.
Forse, finalmente, siamo NOI tutti interpreti e spettatori di un passaggio culturale. E’ oggettivo che la richiesta di cambiamento è auspicata da sensibilità eterogenee, ovverosia espressione di sensibilità ideologiche con diverso background, dal pensiero di sinistra a destra passando dal centro. In passato, unitamente a Carmine Mancuso e pochi altri abbiamo costituito l’Associazione Memoria dei caduti nella Lotta contro la mafia, con l’intento di coltivare la memoria ed il rispetto dei nostri caduti, mutuando il principio sancito dall’art. 3 della Costituzione in “ tutte le vittime di mafia sono uguali davanti alla morte “.
E’ ora di dare spazio a un’antimafia francescana
Con comunicato datato 24 agosto 2021 (che potete leggere qui) abbiamo chiesto ufficialmente il blocco delle elargizioni pubbliche in favore di Associazione e Fondazioni, nonché “la vendita del patrimonio confiscato” per rompere il perverso meccanismo delle assegnazioni discrezionali ed opache in nome della legalità.
Abbiamo assistito ad un’evoluzione dell’associazionismo passando dal modello essenziale, che rispecchiava i reali valori etici dell’antimafia, allo sviluppo industriale del business nell’antimafia. Sono arrivato pertanto, alla semplice conclusione che l’antimafia, per essere etica, deve necessariamente ritornare all’essenziale, esercitare la propria funzione senza elargizioni pubbliche, ovvero divenire FRANCESCANA (come potete leggere qui e anche qui). Ben vengano le sollecitazioni per un’operazione verità, finalizzata a conoscere e valutare “dai numeri economici il fiume di danaro transitato in favore di talune associazioni e fondazioni antimafia”.
E’ interesse comune comprendere per valutare quale destinazione hanno avuto le ingenti risorse, che soltanto attraverso un’analisi verità “costi benefici” consentirà a NOI tutti di valutare quale sia stato l’apporto culturale aggiuntivo ed il reale ritorno sociale.
I marciapiedi in MEMORIA di tutte le vittime uccise dalla MAFIA in Sicilia
Personalmente mi sono spinto oltre, in qualità di Dirigente della DC Legalità e Antimafia ho supportato il gruppo politico, il quale ha presentato una mozione per il risanamento e la realizzazione dei “marciapiedi in MEMORIA di tutte le vittime uccise dalla MAFIA in Sicilia” con l’auspicio che sia condivisa da tutte le forze politiche presenti nel Consiglio comunale di Palermo. Il progetto prevede l’inserimento sul pavimento calpestabile di tutti i nominativi delle vittime uccise dalla mafia in Sicilia, l’utilizzo di materiali esclusivamente isolani come la pietra lavica, la maiolica siciliana (a mano artigianale) per rivestire gli spazi a verde e pannelli in pietra lavica ceramizzata, senza nessuna effige ma raffigurando il mondo siciliano “la vita dei campi, la pesca, i momenti più importanti della nostra storia siciliana (Trinacria inclusa) coinvolgendo nel progetto realizzativo tutte le maestranze rappresentative isolane (Burgio, Caltagirone, Patti, Santo Stefano di Camastra e Sciacca (vedere qui). Fare divenire i suddetti marciapiedi un luogo IDENTITARIO SICILIANO di memoria dei nostri caduti, perseguendo anche finalità pedagogiche in uno spazio libero e sempre accessibile (con codici IQR totem informativi percorso a led di illuminotecnica).
Sulla mafia bisogna andare al di là delle parziali verità processuali
Nel percorso propositivo dell’antimafia sociale 31.0, sarebbe ora di lanciare lo sguardo oltre anche alle parziali verità processuali, incardinando un dibattito esclusivamente sul piano storico contemporaneo, in correlazione alle dinamiche geopolitiche, dalla caduta del muro di Berlino 1989, agli eventi del 1992 come gli accordi di Maastricht, le stragi in Sicilia, la mancata elezione di Giulio Andreotti e la nomina di Oscar Luigi Scalfaro a Presidente della Repubblica, le influenze delle intelligences raffinatissime (il reset della CIA commissariata dal FBI etc. ), l’avvio di Tangentopoli e la successiva caduta della classe politica della Prima Repubblica. Per entrare in una nuova fase “rinascimentale” dell’antimafia sociale è fondamentale puntare ad UN CAMBIO DI PASSO CULTURALE che riporti al centro i valori della persona “singola costola della società”, ponendo fine al meccanismo discriminatorio di escludere e/o giudicare chi può esserne parte, assegnando rilevanza costruttiva ai contenuti, soltanto dall’inclusione potremo superare con la forza del NOI la guerra dei trent’anni dell’antimafia.
Foto tratta da PalermoLive
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