di Ciro Lomonte
Con la morte di Silvio Berlusconi, grande imprenditore e grande scompigliatore politico, si chiude la vicenda della cosiddetta Seconda Repubblica, che in realtà si è chiusa con l’anomalo voto del Settembre 2022 (mai, dal 1947, si era votato in Italia a Settembre con la raccolta delle firme e la campagna elettorale da tenersi a Luglio e Agosto). È interesse dei siciliani, e lo fa per prima fra le forze politiche Siciliani Liberi, capire cosa accadrà adesso in ciò che resta della politica siciliana, dove Berlusconi godeva di un grande consenso personale. Privo di personalità politiche di rilievo, come Berlusconi ben sapeva affidando di fatto il partito a Renzi dopo un celebre incontro con l’allora capo del PD, il partito berlusconiano in Sicilia si dissolverà in pochi mesi. Da tempo, ad esempio, il riferimento politico del presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, non era l’anonimo Antonio Tajani. Era Matteo Salvini e, per suo tramite, Giancarlo Giorgetti cui chiedere i soldi che la Regione non ha più in misura lontanamente sufficiente a ottemperare a tutti i suoi compiti.
Finisce qui anche formalmente la carriera politica di Gianfranco Miccichè, già estromesso da tutto dal Presidente della Regione, Schifani. In condizioni politiche normali, il consenso verrebbe quindi assorbito dalla rinata DC. Ma le condizioni politiche sono eccezionali, con la crisi finanziaria di Stato e Comuni giunta ormai al punto di non ritorno. È esattamente l’eccezionalità delle condizioni dell’Italia che ha reso necessario che Berlusconi continuasse a far politica a 85 anni, con il voto del 2022, un’età alla quale ci si dovrebbe limitare a dare consigli e pareri. L’uomo politico classe 1970 formatosi nel partito di Berlusconi in Sicilia da tempo lo aveva prima tradito, per poi ritirarsi dalla politica ed entrare nel mondo degli affari. Nient’altro: trent’anni di Seconda Repubblica in Sicilia non sono stati sufficienti a far emergere una sola figura di rilievo nazionale nel campo politico che godeva in Sicilia di un consenso quasi plebiscitario. Dopo la barzelletta del M5S, la morte dell’ultimo personaggio italiano carismatico non farà che aumentare il distacco dei cittadini dalle urne e dalla politica. In Sicilia sarà solo il collasso ormai imminente dell’intera impalcatura politica nata nel 1946-47 ad aprire la via ad una stagione di mutamenti profondi e all’emergenza di una classe politica completamente nuova. Per questo, Siciliani Liberi da anni cura con attenzione la formazione dei giovani con la sua Scuola di formazione sociopolitica. Ieri aperta brillantemente a Palermo dal professore Massimo Costa.