Lo sfascio di Palermo in Piazza Politeama senza alberi e con la munnizza per le strade esattamente come otto anni fa

12 giugno 2023
  • Il tempo a Palermo si è fermato: un nostro post del 2015 che oggi Facebook ha rilanciato descrive la stessa situazione della Palermo di oggi
  • L’Anello ferroviario di Palermo, ovvero l’albero della cuccagna appaltizia dove il denaro pubblico scorre a fiumi tra imprese, politica e sindacati 
  • Negli ultimi venti anni in Sicilia non è stata completata un a sola grande opera pubblica: e la Regione siciliano, Stato e l’Unione europea finanziano, finanziano, finanziano…

Il tempo a Palermo si è fermato: un nostro post del 2015 che oggi Facebook ha rilanciato descrive la stessa situazione della Palermo di oggi

Facebook rilancia un mio post del 12 Giugno del 2015, esattamente otto anni fa: “Palermo: la città invasa dai rifiuti. Ma l’emergenza, a quanto pare, è il taglio degli alberi in Piazza Politeama, per fare posto a una stazione ferroviaria senza capo né coda nel cuore della città. Tutto questo mentre il Comune chiede ai cittadini l’anticipo della Tari per tenere in piedi una società, la Rap, che non è in grado di liberare la stessa città – e soprattutto le periferie – dai rifiuti che giacciono per le strade. Mi chiedo: ma ‘sti palermitani sono cittadini o sudditi? Ma possibile che sopportino tutto? Ma dove sono finiti i Vespri siciliani? Dov’è finito lo spirito della rivolta del Sette e Mezzo? Io, da palermitano, mi vergogno di essere nato in questa città di merda!”. Ebbene, otto anni dopo, a Palermo, la situazione è, per certi versi, la stessa e, per altri versi, peggiorata. In materia di rifiuti lo scenario è esattamente lo stesso: immondizia abbandonata nelle strade e nei marciapiedi, sporcizia ovunque. Otto anni fa notavo il fatto che nessuno lavava le strade e i marciapiedi; oggi è la stessa cosa, anche se rispetto a otto anni fa piove un po’ di più e questo, bene o male, è un elemento positivo. Ma in giro non si vede né disinfestazione, né disinfezione. La lurdia – che aveva colpito molto Goethe durante il suo soggiorno a Palermo (Aprile del 1787) – è rimasta la stessa. Idem per Piazza Politeama – un tempo una delle più belle piazze d’Italia – nella stagione calda ridotta al ‘rango’ di forno a microonde (a Palermo la stagione calda, quando va bene, dura sei-sette mesi) a causa del folle taglio degli alberi avvenuto nella Primavera del 2015.

 

L’Anello ferroviario di Palermo, ovvero l’albero della cuccagna appaltizia dove il denaro pubblico scorre a fiumi tra imprese, politica e sindacati 

Interessante, anche, l’immobilismo rispetto all’opera pubblica in sé che si sta realizzando sotto Piazza Politeama: la Stazione ferroviaria che rientra nel tragitto della cosiddetta chiusura dell’Anello ferroviario di Palermo. Su questa opera pubblica espressione piena del Teatro Appaltizio dell’Assurdo abbiamo scritto poco meno di due mesi addietro: “Uno scandalo senza fine: sei mesi fa il completamento dei lavori era previsto per il primo semestre del 2024. Ora che hanno ‘acchiappato’ altri 140 milioni di euro del Pnrr i lavori si allungano per altri quattro anni!”. L’annuncio dell’arrivo di altri 140 milioni di euro è stato dato dalla Cgil. Arrivano altri soldi e si allungano i tempi: le previsioni erano altre come leggiamo in un articolo di PalermoToday: a fine Settembre di quest’anno è previsto “l’abbattimento dell’ultimo pezzo della galleria Amari-Politeama, negli stessi giorni l’ordinanza del Comune che proroga la chiusura di piazza della Pace dove c’è il cantiere Ucciardone fino al 30 Giugno 2024. Ed è proprio il primo semestre 2024 la data prevista per la messa in servizio della linea, secondo quanto indicato da Rfi. Saranno passati 10 anni da quando, nel 2014, iniziarono i lavori che hanno avuto vita tormentata soprattutto a causa delle vicissitudini della Tecnis, l’azienda alla quale in un primo momento era stato affidato l’appalto” (qui potete leggere l’articolo di PalermoToday per esteso). Quindi, se abbiamo capito bene, Rfi, sei mesi fa, contava di mettere in servizio la linea entro il primo semestre del 2024 e adesso la Cgil ci dice che i lavori dureranno altri quattro anni?” (qui potete leggere il nostro articolo dello scorso 16 Aprile). Pensate un po’ che follia: nelle grandi città del mondo il trasporto delle persone punta su bus elettrici e monopattini e Palermo sta realizzando un’opera ottocentesca picchì hannu a manciari… E’ incredibile!

 

Negli ultimi venti anni in Sicilia non è stata completata una sola grande opera pubblica: e la Regione siciliano, Stato e l’Unione europea finanziano, finanziano, finanziano…

La domanda: secondo voi la Stazione sotto Piazza Politeama verrà completata prima del completamento della chiusura dell’Anello ferroviario? A nostro modesto avviso, no, perché una stazione ferroviaria sotterranea non utilizzata diventerebbe, automaticamente, luogo di degrado. Non solo. Se proprio la dobbiamo dire tutta, solo un cretino ai sensi di legge può pensare che la chiusura dell’Anello ferroviario di Palermo si concluderà tra quattro anni. In Sicilia le grandi opere pubbliche non si completano: durano decenni per drenare denaro pubblico a più non posso, per la felicità delle imprese , della politica e dei sindacati (“l’operai travagghianu“). E’ così per la nuova strada Palermo-Agrigento, che è iniziata ad essere ‘pensata’ alla fine degli anni ’90 del secolo passato con i fondi europei di Agenda 2000, a partire dal 2001. Poi sono arrivate ben due Programmazione di altri fondi europei con centinaia e centinaia di milioni di euro. Attualmente i lavori, iniziati dal centro di questa strada – tra Bolognetta e Lercara Friddi – vanno avanti come una tela di Penelope. E’ stato calcolato – tenendo conto dei tempi di realizzazione registrati in questi anni – che la nuova autostrada Palermo-Agrigento dovrebbe essere completata nel 2045. Politici e, soprattutto, sindacalisti hanno trasformato le realizzazione delle grandi opere pubbliche siciliane in posti di lavoro ‘fissi’. Pensate che nella realizzazione della ‘nuova’ Palermo-Agrigento ci sono operai che sono andati in pensione! Lo stesso discorso vale per l’autostrada Siracusa-Gela, lavori che vanno avanti da un ventennio. Idem per i lavori di manutenzione dell’autostrada Palermo-Catania, dove i cantieri, con il passare degli anni, invece di diminuire, aumentano. Le opere di manutenzione dell’autostrada Palermo-Catania sono diventate un ‘caso internazionale’, perché otto o dieci università del mondo hanno inviato in Sicilia i propri docenti per capire come sia possibile che i cantieri, invece di ridursi, aumentano con il passare del tempo. Secondo due docenti di Ingegneria americani, nel 2048 i circa 200 km dell’autostrada Palermo-Catania saranno tutti oggetto di ‘manutenzione’ e gli automobilisti la percorreranno con le auto volanti… Segnaliamo con grande ‘disappunto’ i guasti provocati dalla designazione di Agrigento Capitale della Cultura italiana 2025. La nuova autostrada Palermo-Agrigento non sarà completata ma, ‘purtroppo’, politici, sindacati e imprese dovranno posare l’osso della nuova autostrada Agrigento-Caltanissetta che avrebbe dovuto essere completata una decina di anni fa e che invece è oggetto di continui ‘aggiornamenti’. Almeno questa strada dovrà essere completata e dovrà funzionare senza intoppi per tutto il 2025. Pensate un po’ che ‘disgrazia’: un anno senza appalti, per giunta con l’autostrada aperta. Ma durerà solo per un anno, poi, come per la Palermo-Catania, cominceranno le manutenzioni…

 

 

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