- 800 mila euro di fondi europei in meno per agli apicoltori siciliani. La vicenda è finita in Tribunale. Se la Regione siciliana perderà chi pagherà? In questa storia l‘assessore regionale all’Agricoltura, Luca Sammartino, non sta facendo una bella figura. Anzi!
- Il comunicato dell’ARAS, l’Associazione Regionale Apicoltori Siciliani
- L’avvocato Nadia Spallitta: “Abbiamo chiesto di conoscere il criterio adottato per la richiesta dei fondi assegnati dal Ministero alla Regione siciliana ma la risposta è stata elusiva e comunque non rispondente ai criteri normativi”
- “… negli anni si è rinunciato a qualunque controllo sulla qualità e sulla produttività della spesa erogata. Il mantra è sempre lo stesso: non abbiamo personale sufficiente per fare queste cose”
- La Regione siciliana si arrampica sugli specchi
- Troppa disattenzione da parte di chi gestisce politicamente l’assessorato all’Agricoltura
La vicenda è finita in Tribunale. Se la Regione siciliana perderà chi pagherà? L’assessore regionale all’Agricoltura, Luca Sammartino, non sta facendo una bella figura. Anzi!
Si possono perdere 800 mila euro di fondi europei in favore degli apicoltori siciliani? La risposta è “No”. Anzi, due volte “No” se consideriamo la crisi che oggi attanaglia l’agricoltura siciliana. Eppure è quello che è successo in Sicilia, come abbiamo raccontato qualche giorno fa (qui il nostro articolo). In una Regione siciliana dove l’assessorato all’Agricoltura serve per ‘produrre’ voti e clientele succede questo ed altro. Non ci sembra lesa maestà se ricordiamo che ‘Sua altezza’ l’assessore regionale all’Agricoltura, il catanese Luca Sammartino, è da mesi impegnato nella sua Catania per questioni elettorali. Quando ci sono di mezzo le elezioni, si sa, succede che alcune cose finiscono per avere la prevalenza su altre cose. La vicenda è finita sui tavoli dei Tribunali. Saranno i giudici a decidere che cosa fare rispetto alla riduzione dei fondi agli apicoltori siciliani. Intanto, il 7 Giugno i rappresentanti dell’ARAS, l’Associazione Regionale Apicoltori Siciliani che associa 425 apicoltori per un totale di 40 mila alveari, hanno indetto una conferenza stampa insieme con l’avvocato Nadia Spallitta che li assiste. Per la cronaca, l’ARAS rappresenta un terzo degli apicoltori presenti in Sicilia e regolarmente iscritti all’anagrafe nazionale. La base degli associati è rappresentata da circa 200 apicoltori titolari di partita Iva che svolgono questa attività non in forma hobbistica ma con finalità di reddito. Si tratta in pratica di poco meno di un terzo degli apicoltori “professionali” che operano nell’Isola.
Il comunicato dell’ARAS, l’Associazione Regionale Apicoltori Siciliani
“La Regione siciliana – si legge nel comunicato dell’ARAS – ha rinunciato a quasi 800 mila euro di finanziamento pubblico nazionale ed europeo destinato al comparto apistico regionale per il biennio 2023-24. Grazie al consistente aumento della dotazione nazionale, il Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare aveva proposto alla Sicilia un massimale di spesa di 1,381 milioni di euro per il 2023, altrettanto per il 2024. Massimale calcolato sulla base del numero di alveari presenti e dichiarati in banca dati nazionale al 31/12/2021. Analogamente è avvenuta la ripartizione per le altre Regioni. Non si capisce perché, nel richiedere i fondi al Ministero, la Regione siciliana ha optato per una cifra inferiore al massimale: 903 mila euro per il 2023 e 1 milione e 65 mila euro per il 2024”. A questo punto il passaggio centrale di questa vicenda: “La somma ‘perduta’ dalla Sicilia è andata alle altre Regioni – si legge nel comunicato -. Contro questa decisione l’ARAS, Associazione Regionale Apicoltori Siciliani, ha richiesto all’autorità giudiziaria di riconoscere per le 425 aziende rappresentate il diritto di chiedere alla Regione il risarcimento del danno subìto. Un passo deciso all’unanimità lo scorso 22 Febbraio dall’assemblea generale dell’Associazione come ‘atto estremo’, ritenendo inammissibile, nell’attuale situazione di crisi del comparto, la rinuncia a preziose risorse”. A conti fatti, c’è una bella richiesta di risarcimento e sarà interessante capire come si difenderà la Regione siciliana.
L’avvocato Nadia Spallitta: “Abbiamo chiesto di conoscere il criterio adottato per la richiesta dei fondi assegnati dal Ministero alla Regione siciliana ma la risposta è stata elusiva e comunque non rispondente ai criteri normativi”
“In un momento in cui il patrimonio apistico regionale, così come quello nazionale, è a forte rischio di ridimensionamento, con tutti gli effetti negativi sulla biodiversità e la produttività di molte colture agrarie rinunciare a importanti risorse economiche da utilizzare per il mantenimento e lo sviluppo dell’apicoltura siciliana, rappresenta un atto incomprensibile rispetto al quale attendiamo ancora spiegazioni”, dicono Giovanni Caronia e Antonino Coco, rispettivamente presidente e vicepresidente dell’Associazione Regionale Apicoltori Siciliani (nella foto a destra l’avvocato Nadia Spallitta). Osserva l’avvocato Nadia Spallitta: “I fondi dell’Ocm miele erogati per una parte dalla Ue e per l’altra dallo Stato, così come indicato dalla stessa Unione, devono essere ripartiti tra gli apicoltori in base al numero degli alveari. Inspiegabile quindi il criterio adottato dalla Regione siciliana per richiedere l’assegnazione dei fondi visto che la Sicilia, terza in Italia per numero di alveari, non lo è nella graduatoria dell’assegnazione delle risorse. Abbiamo chiesto di conoscere il criterio adottato per la richiesta dei fondi assegnati dal Ministero alla Regione siciliana ma la risposta è stata elusiva e comunque non rispondente ai criteri normativi”. In effetti, se si va a consultare i dati ci si accorge che la Lombardia, con 158 mila e 341 alveari ha ‘incassato’ un milione 620 mila e 463,80 euro; il Piemonte, con 202 mila 432 alveari ha ‘incassato’ poco più di 2 milioni di euro, mentre la Sicilia – terza in Italia per numero di alveari, pari a 135 mila e 615 – ha ottenuto solo 903 mila euro. Se poi si fa il paragone con la Calabria, che ha un numero di alveari di poco inferiore al numero degli alveari della Sicilia (132 mila 290 gli alveari della Calabria contro i citati 135 mila e 615 alveari della Sicilia) si rimane di stucco: la Calabria ha avuto riconosciuti un milione 353 mila 857 euro, quasi 450 mila euro in più rispetto alla Sicilia!
“… negli anni si è rinunciato a qualunque controllo sulla qualità e sulla produttività della spesa erogata. Il mantra è sempre lo stesso: non abbiamo personale sufficiente per fare queste cose”
“Da quasi due decenni – leggiamo sempre nel comunicato – il comparto apistico siciliano si confronta nell’apposito tavolo tecnico con l’amministrazione regionale sui criteri di distribuzione e di assegnazione degli unici fondi previsti a sostegno dell’apicoltura, cioè quelli dell’Ocm miele (Organizzazione comune di mercato del miele). La scarsità delle risorse, la frammentazione della rappresentanza apistica regionale, la continua rotazione dei funzionari preposti, rendono difficile trovare e mantenere un punto di equilibrio che risponda agli obiettivi dell’Ocm miele posti dall’Unione Europea”. Precisa Caronia: “In generale l’amministrazione sceglie di accontentare quanti più richiedenti possibile, anziché indirizzare la spesa sulla base della produttività dell’investimento e sulla base degli interessi generali del comparto”. Aggiunge Coco: “Chiediamo sempre che per la redazione del bando vengano tenute in considerazione le riflessioni e i suggerimenti dei portatori di interesse, primi tra tutti le associazioni degli apicoltori. Ma così non è. Inoltre è assolutamente necessario permettere agli apicoltori e alle loro associazioni di spendere efficacemente le poche risorse disponibili dando ad esempio una adeguata finestra temporale per lo svolgimento delle attività. Ogni anno – prosegue Coco – la Sicilia è tra le ultime Regioni in Italia nella pubblicazione del bando dell’Ocm miele; le scadenze di rendicontazione, uguali per tutta Italia, ci obbligano poi a realizzare le attività finanziate in tempi ristrettissimi e nei periodi di massimo impegno lavorativo per gli apicoltori”. Ma c’è dell’altro. “La predisposizione dei documenti programmatori con la pratica del copia e incolla – ha detto ancora Caronia – spesso fa perdere di vista le modifiche intervenute nelle disposizioni europee e nazionali e ciò porta inevitabilmente a commettere gravi errori. Infine negli anni si è rinunciato a qualunque controllo sulla qualità e sulla produttività della spesa erogata. Il mantra è sempre lo stesso: non abbiamo personale sufficiente per fare queste cose”. Ancora i vertici dell’ARAS: “Apprendiamo oggi che il Masaf ha assegnato alla Sicilia, dietro sua richiesta, ulteriori 178 mila euro sufficienti a coprire tutte le domande presentate a valere sul bando 2023. Non è una novità: ogni anno la Sicilia ha goduto di somme aggiuntive rispetto a quelle previste dal bando e recuperate dalle economie realizzate dalle altre Regioni. Questo, comunque, non compensa affatto il danno provocato al comparto dell’Isola dalla mancata richiesta per l’annualità in corso di oltre 480 mila euro: la disponibilità di una somma inferiore a quella di fatto già riconosciuta dal Ministero ha, infatti, comportato la riduzione delle risorse assegnate alle singole sottoazioni del bando e l’abbassamento dei tetti di spesa per ciascun richiedente: in questo modo ai singoli apicoltori è stata preclusa la possibilità di richiedere e ottenere un contributo maggiore. Infine – concludono Coco e Caronia – quest’anno, gli ingiustificabili ritardi burocratici hanno finora impedito gli investimenti programmati e, una volta giunti a stagione apistica inoltrata, si corre il rischio che decine di aziende possano rinunciare al finanziamento perché giunto ‘fuori tempo massimo’”.
La Regione siciliana si arrampica sugli specchi
Gli uffici della Regione siciliana che dicono? Si arrampicano un po’ sugli specchi: “A sostegno degli apicoltori siciliani – si legge in un comunicato della Regione – la Regione non ha perso alcuna risorsa, ha anzi ottenuto finanziamenti aggiuntivi, destinando al comparto oltre 2 milioni di euro in quattro anni. Lo chiarisce l’assessorato regionale dell’Agricoltura, in riferimento alla nota diffusa dall’Associazione regionale apicoltori siciliani. La dotazione finanziaria viene stabilita dal ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste in base al numero di arnie registrate nella banca dati nazionale. Su questa base si procede alla pubblicazione del bando e alle successive fasi di valutazioni e approvazione delle richieste. In particolare, i fondi che il Ministero ha assegnato alla Regione siciliana negli ultimi anni per le finalità dell’Ocm miele, ossia azioni dirette al miglioramento della produzione e della commercializzazione dei prodotti dell’apicoltura, ammontano a 1.081.000 euro per il biennio 2022/23 (grazie a due finanziamenti consecutivi di 903.000 euro e di 178.000 euro) e a 1.065.750 euro per il biennio 2023/24. Il secondo finanziamento relativo al biennio 2022/23 è stato richiesto dal dipartimento regionale dell’Agricoltura, poiché quello stanziato in prima battuta dal Ministero non era sufficiente a coprire tutte le richieste pervenute. A seguito della seconda assegnazione da parte del Ministero, tutte le richieste presentate – in totale 140 – sono state finanziate, e con decreto del dirigente generale n.1629 del 20/04/2023 è stata approvata la graduatoria delle domande di aiuto ammesse al finanziamento”.
Troppa disattenzione da parte di chi gestisce politicamente l’assessorato all’Agricoltura
E’ convincente la replica dell’amministrazione regionale? Insomma…. Sembra un po’ la storia di una toppa che, per certi versi, è peggiore del buco. Il finanziamento aggiuntivo di 178.926,27 assegnato dal Ministero che deriva dalle economie realizzate nelle altre Regioni che non sono riuscite a spendere il loro plafond, come precisato dall’ARAS – non compensa affatto il danno provocato al comparto dell’Isola dalla mancata richiesta per l’annualità in corso di oltre 480 mila euro. Sapendo di potere disporre di una dotazione maggiore (quasi il 50 per cento in più) si sarebbero potuti modulare diversamente i progetti. Si potevano aumentare le dotazioni delle singole sotto-azioni del programma e innalzare i tetti di spesa per ciascun richiedente. In genere ci si affanna per ottenere dal Ministero più di quanto criteri cervellotici fanno assegnare. Questa volta che il criterio di ripartizione era chiaro e semplice (il numero degli alveari) e il Ministero aveva fatto i calcoli correttamente, la Sicilia ha chiesto una somma inferiore facendo riferimento alla spesa dello scorso anno, tralasciando il fatto che il plafond era stato aumentato. Perché è successo tutto questo? Intanto, come già accennato, c’è una precisa responsabilità politica. L’assessore regionale all’Agricoltura, Luca Sammartino – nella passata legislatura critico con il Governo regionale di Nello Musumeci – da un paio di mesi e forse più è impegnato prima nella campagna elettorale per le elezioni comunali di Catania e, adesso, nella spartizione degli assessorati comunali. Forse, oltre ad occuparsi delle poltrone del Comune di Catania, l’assessore farebbe bene ad occuparsi anche del miele, tanto più che nella provincia di Catania e sull’Etna non mancano certo gli apicoltori. Se l’assessore è molto impegnato ci dovrebbe essere il suo ufficio di gabinetto. O no? Dalla responsabilità politica a quella amministrativa. E’ evidente che l’assessorato regionale all’Agricoltura funziona male: funziona male l’alta dirigenza e funzionano male i vari ‘rami’ amministrativi di questo assessorato. Non si possono commettere questi errori. Non sappiamo come finirà in Tribunale. Ma se la Giustizia darà ragione agli apicoltori sarà interessante capire chi pagherà i danni. Attenzione: questa richiesta di risarcimento potrebbe fare scuola…
Foto di prima pagina tratta da Il Fatto Quotidiano
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