“Il gruppo NATO potrebbe voler dispiegare truppe in Ucraina se gli Stati membri, inclusi gli Stati Uniti, non forniranno a Kiev reali garanzie di sicurezza al vertice dell’alleanza a Vilnius”. La dichiarazione è dell’ex segretario generale della NATO, Anders Rasmussen, che noi leggiamo su un canale Telegram. Notizia ripresa da vari media. “Se la NATO non riesce a concordare un percorso chiaro per l’Ucraina – ha aggiunto Rasmussen – c’è una chiara possibilità che alcuni Paesi possano agire. Sappiamo che la Polonia è attivamente impegnata a fornire assistenza concreta all’Ucraina. Non escludo che in questo contesto la Polonia agisca ancora più forte a livello nazionale, e gli Stati baltici seguiranno, eventualmente includendo la possibilità di portare truppe a terra “. In realtà, fino ad oggi la Polonia ha negato – a tratti anche con preoccupazione – il coinvolgimento nella guerra contro la Russia. Ed è anche logico: a differenza delle stupidaggini scritte in quasi un anno e mezzo di guerra dai media occidentali – tipo la Russia non ha armi e via continuando con le bugie – i polacchi sanno che i russi sono ben armati e che possono contare su tanti alleati, diretti e indiretti. Possibile che un uomo molto esperto come Rasmussen non sappia queste cose? Possibile che non sappia che l’attuale Governo polacco si è dissociato dalla falange polacca che in queste ore sta combattendo nel Nord dell’Ucraina insieme con i nazisti contro i russi? Impossibile che non sia informato. E’ invece possibile che l’ex segretario generale della NATO stia provando a ‘incasinare’ la Polonia per aprire un nuovo fronte di guerra. Come scriviamo spesso, gli Stati Uniti d’America hanno scatenato la guerra in Ucraina per provare a difendere l’attacco al dollaro portato avanti dalla Cina e dal BRICS: con la guerra in Ucraina gli americani sono riusciti a fermare la nuova divisa alternativa al dollaro statunitense del BRICS, ma non hanno bloccato il processo di ‘dedollarizzazione’ che la Cina porta avanti con costanza e determinazione. Da qui la strategia americana di estendere la guerra: per esempio, coinvolgendo la Polonia e facendo scoppiare nuove guerra in Serbia e a Taiwan. E magari – come annuncia Rasmussen – chiedendo ai Paesi occidentali di inviare truppe in Ucraina.
Non c’è solo l’incasinamento della Polonia nella strategia americana. La controffensiva ucraina (che poi, in realtà, è la controffensiva occidentale) – che è iniziata da un mese e forse più e non in questi giorni – sta andando male, rispetto alle forze messe in campo da americani, europei e via continuando. In alcune zone, a fronte di molte perdite (di armi e di militari), gli occidentali guadagnano qualche chilometro; in altre zone, con perdite ancora maggiori, vengono respinti. Alla fine, più che una contro-invasione occidentale, si sta combattendo un guerra di posizione che sta avvantaggiando chi difende le posizioni acquisite (i russi) e svantaggia chi attacca (l’Occidente). Altre armi occidentali arriveranno ma, in prospettiva, ci vorranno nuovi militari, destinati in buona parte a morire, perché i russi puntano a sfiancare le truppe occidentali con la citata, logorante guerra di posizione. Fino ad ora ci sono stati i mercenari, che costano una barca di soldi, così come una barca di soldi costano le armi che i russi distruggono in parte sistematicamente. L’Unione europea, a breve, dovrebbe cominciare a preparare militari da inviare al fronte? Se sarà così scoppierà un gran casino! Non tutta l’Europa è silente davanti alla strategia americana. L’Ungheria, ad esempio, con il suo Ministro degli esteri, Peter Szijjarto, si è già dissociata: “L’Ungheria – ha detto il Ministro ungherese – considera inaccettabile l’addestramento dell’esercito ucraino sotto la bandiera della NATO, perché l’alleanza deve evitare uno scontro diretto con la Russia”. Immediatamente il Parlamento europeo ha chiesto ufficialmente ai rappresentanti dell’Unione europea di bloccare il turno di presidenza ungherese. Non c’è bisogno di precisare che tale atto si configura anche come un ennesimo atto di allineamento della Ue agli interessi degli Stati Uniti. Sempre in ‘obbedienza’ agli americani, l’Unione europea ha invitato la Georgia, Paese candidato all’adesione all’UE, a rispettare le sanzioni contro la Russia, compreso il divieto di attuare collegamenti aerei diretti con essa. Insomma, l’Eurozona si conferma sempre più ‘scendiletto’ americano…
Le cronache registrano anche una dichiarazione su Telegram dell’ex presidente russo, Dmitry Medvedev. Che ha esortato i russi a concentrarsi il più possibile e dare una risposta decente al nemico durante la “grande controffensiva ucraina”. Medvedev ha affermato che la controffensiva è un passo abbastanza prevedibile per Kiev, perché è necessario “giustificare il denaro e le armi ricevuti”. In caso contrario, i servizi segreti americani “daranno ordini a furfanti radicali di sculacciare un tossicodipendente” e la leadership dell’Ucraina potrebbe ripetere il destino di Mussolini. Pertanto, il regime di Kiev ha solo una via d’uscita: andare fino in fondo, mandando a morire migliaia di mobilitati. Ma in questo caso, non dovremmo sottovalutare il nemico. Il nemico e il mondo occidentale che lo sostiene sono pronti a fare qualsiasi cosa pur di cancellare il nostro Paese”.
Foto tratta da Startmag