Cosa si sa del misterioso naufragio avvenuto la sera del 28 Maggio nel Lago Maggiore? Si sa che l’imbarcazione si capovolge e affonda a 15 metri di profondità. Nell’imbarcazione – che si chiama Gooduria – avrebbero dovuto esserci 23 persone, compresi i due componenti dell’equipaggio, che poi sono diventati 21, perché due non si sono presentati. Si sa che il proprietario dell’imbarcazione, Claudio Carminati, come ha scritto RaiNews, sarebbe “una persona vicina agli ambienti dell’intelligence e considerata fidata”, mentre il Corriere della Sera definisce Carminati un “prezioso e fidato contatto dei Servizi segreti per la logistica”. Carminati gestiva l’imbarcazione insieme con la moglie Anya Bozhkova, 50 anni, di nazionalità russa, che è una delle quattro persone morte. Si sa che i diciannove ospiti dell’imbarcazione erano tutti agenti segreti dell’Italia e di Israele: 8 funzionari dell’intelligence italiana, 13 agenti del Mossad, tutti operativi. Si dice che erano lì per una festa di compleanno. Possibile che 19 agenti segreti italiani e israeliani si riuniscono per una festa di compleanno in un’imbarcazione in un lago? Ma chi ci deve credere? Si sa che, a un certo punto, il battello si è ribaltato. E che ci sono stati quattro morti: la citata Anya Bozhkova, Claudio Alonzi, 62 anni, nativo di Alatri, e Tiziana Barnobi, entrambi agenti dell’Intelligence italiana; e Shimoni Erez, 54 anni, agente del Mossad (alcuni giornali scrivono che era un agente in pensione, altri che era operativo). Perché il battello si è ribaltato? All’inizio è stato scritto che si è trattato di una tromba d’aria. Poi la versione è stata cambiata: si sarebbe trattato di un downburst, una corrente d’aria molto violenta che si scatena durante i temporali. Già il fatto che sia stato cambiato il motivo per il quale l’imbarcazione si è rovesciata e è affondata è un po’ strano. Da qui la domanda: erano presenti altre imbarcazioni al momento del naufragio? A quanto pare no, perché se fossero state presenti altre imbarcazioni ci si dovrebbe chiedere: perché è affondata la Gooduria e le altre imbarcazioni no? La versione ufficiale è che c’era maltempo e le altre imbarcazioni erano rientrate. La cosa strana che si legge in varie ricostruzioni è che, subito dopo il naufragio, altre imbarcazioni sarebbero intervenute per salvare i naufraghi. Ma se le altre imbarcazioni erano rientrate per il maltempo come hanno fatto a trovarsi dopo pochi minuti sul luogo dove è affondata la Gooduria? Per la cronaca, dopo i primi soccorsi prestati da altre imbarcazioni, sarebbero arrivati Vigili del fuoco e Carabinieri con i sommozzatori. Sempre per la cronaca, non si conoscono i nomi degli agenti segreti italiani e israeliani sopravvissuti. Fuori dalla cronaca va detto che gli israeliani starebbero giocando un ruolo importante in Sicilia nell’operazione Isab di Priolo. Ma andiamo con ordine.
Cominciamo col dire che nella descrizione di questa storia ci sono troppe contraddizioni. Ora proveremo a illustrare le ricostruzioni di alcuni mezzi di informazione e, in ultimo, una possibile ipotesi nostra su tale vicenda. Alcuni giornali scrivono di un incontro tra 007 per scambi di documenti: non è una pista da escludere: anzi. Anche se non mancano posizioni più sfumate. Scrive RaiNews: “Chi investiga ha detto alle agenzie di stampa che nella lente c’è solo l’accertamento dei fatti: ‘il resto non è affar nostro’. Tuttavia qualcuno ammette che lo scenario è ‘peculiare’ per la presenza di diversi esponenti dell’intelligence, in particolare israeliani”. Il giornale fa notare alle 17 e 30 – circa due ore prima del naufragio – è stato diramato un allarme. Come abbiamo ricordato, le altre imbarcazioni sarebbero rientrate, ma non la Gooduria. RaiNews ha pubblicato il video di un fotografo amatoriale che ha filmato l’ondata di maltempo: “Casualmente – scrive RaiNews – è proprio il luogo in cui avviene il naufragio. Nel video si vede il cielo diventare rapidamente nero, ma non tanto rapidamente come dice lo skipper: ’30 secondi prima dell’apocalisse’”. Il giornale racconta che Tiziana Barnobi ha una crisi di panico e viene accompagnata da Claudio Alonzi in cabina: i due, come già accennato, verranno ritrovati morti. Shimoni Erez, leggiamo sempre su Rai-News, “è il primo a finire in acqua e il primo a essere recuperato senza vita”. Prima di cadere in acqua Shimoni Erez ha sbattuto da qualche parte? Il particolare non è secondario, perché è strano che un agente del Mossad passi a miglior vita perché finisce nel lago: infatti, è difficile pensare che non sapesse nuotare! Dovrebbe essere l’autopsia a dire come sono andate le cose. RaiNews segnala un dato interessante: e cioè che la zona dove è avvenuto il naufragio “garantiva ai governi dei due Paesi, Italia e Israele, una certa libertà di movimento. Entrambi sembra godano di appartamenti e abitazioni – veri e propri covi dove poter operare indisturbati – che nelle ore successive alla tragedia sono state abbandonate di tutta fretta. Un impianto logistico “bruciato” e di cui ora il Mossad chiede conto a Roma”. Nell’articolo si cita una nota dell’ANSA che conferma “che la salma dell’agente del Mossad in pensione è rientrata poco fa in Israele. L’ufficio del premier Benyamin Netanyahu – da cui dipende il Mossad – fa sapere che l’uomo ha “dedicato la sua intera vita alla sicurezza dello stato di Israele” (qui per esteso l’articolo di RaiNews).
Un passaggio della ricostruzione di skaytg24 racconta che “I sopravvissuti, arrivati a riva grazie all’aiuto di un gruppo di ragazzi a bordo di una barca, e di un secondo skipper arrivato in loro ausilio con un secondo natante, dopo un breve passaggio in vari ospedali della provincia sono rientrati immediatamente a casa”. Si certifica, insomma, che sono arrivate altre imbarcazioni a soccorrere i naufraghi. E ci dice anche come 13 agenti segreti del Mossad sono rientrati in Israele: “È stato un jet privato utilizzato per voli sensibili ufficiali, decollato da Israele e atterrato a Milano, a recuperare i sopravvissuti del naufragio”. (qui l’articolo di skytg24). Anche Dagospia racconta dei 13 agenti del Mossad: “Gli agenti del Mossad sono stati rimpatriati con un jet privato usato per voli sensibili ufficiali, arrivato a Milano il giorno dopo l’incidente. Nelle abitazioni che avevano preso in affitto non ci sono più tracce del loro passaggio, così come non ci sono documenti di chi – tra gli agenti segreti italiani e israeliani – è stato medicato e subito dimesso dagli ospedali della provincia di Varese”. E ancora: “Se all’interno del relitto dovesse essere trovata qualche valigetta contenente dei documenti degli 007, in caso fossero ancora leggibili nonostante l’acqua, la presidenza del Consiglio dei ministri potrebbe invocare il segreto di Stato”. Dagospia si sofferma su un particolare: “Il proprietario della barca e della società Love Lake di guide galleggianti a noleggio (ora indagato) era sicuramente un uomo fidato per gli 007, una loro vecchia conoscenza. Stupisce che sappia parlare il bulgaro e, sarà solo una coincidenza, il fatto che si sia sposato con una cittadina russa… (qui per esteso l’articolo di DAGOSPIA).
Interessante anche un articolo de L’INDIPENDENTE: “I carabinieri hanno interrogato i 17 superstiti mentre si trovavano al Pronto Soccorso per le medicazioni, ottenendo risposte fotocopia. ‘Sono un funzionario della presidenza del Consiglio’, hanno messo a verbale i sei italiani. ‘Faccio parte di una delegazione governativa israeliana’ è stata invece la versione dei 12 cittadini israeliani. Ma non hanno avuto modo di fare molte altre domande. Tutti gli 007, italiani e israeliani, sono rapidamente scomparsi: gli israeliani sono stati riportati nel loro Paese e anche gli italiani hanno subito lasciato l’ospedale. Sottoposti a quella che nel gergo militare si chiama ‘esfiltrazione’, un’operazione propria dei contesti di guerra e di quelli di intelligence che consiste – secondo dizionario – ‘nel processo di rimozione di elementi da un sito preso di mira quando è considerato indispensabile che essi siano immediatamente evacuati dall’ambiente ostile e condotti al sicuro in un’area sotto controllo di forze amiche’”. Come già sottolineato, non si conoscono i nomi dei sopravvissuti. Come leggiamo ne L’INDIPENDENTE, “Sono scomparse sia le tracce dei documenti di chi è stato curato all’interno delle strutture ospedaliere, sia del passaggio degli agenti israeliani negli appartamenti che avevano affittato, abbandonati in tutta fretta dopo la tragedia“. Se era solo una “festa di compleanno” perché tutti questi misteri? Su questa strana vicenda indagano il procuratore capo di Busto Arsizio, Carlo Nocerino, e il pubblico ministero, Massimo De Filippo. Mentre Claudio Carminati è indagato per naufragio e omicidio colposo. Le cose da chiarire sono ancora tante. Se ne dovrebbe sapere di più dopo le autopsie e dopo la perizia sullo scafo. Torna la domanda: che ci facevano nell’imbarcazione gli agenti segreti italiani e israeliani? Il Corriere della Sera fa notare che fa notare come la zona del Lago Maggiore è nota per essere il centro di investimenti di magnati russi, con diversi hotel 7 stelle in costruzione. E le sanzioni che durante il Governo di Mario Draghi hanno colpito i russi in Italia? Sono state sospese? O sono state aggirate? Una delle ipotesi, leggiamo su L’INDIPENDENTE, è che “i 21 agenti dei servizi stessero monitorando le azioni di qualche personalità russa evidentemente ritenuta parecchio importante. Un’altra ipotesi è che gli 007 israeliani avessero interesse a controllare i movimenti di imprenditori italiani e iraniani presenti attorno al Lago e sospettati di intrattenere rapporti commerciali in ambito militare”. Il giornale non esclude il ricorso al segreto di Stato (qui per esteso l’articolo de L’INDIPENDENTE) .
Andiamo alle nostre riflessioni che ci portano in Sicilia. Lo scorso 10 Gennaio abbiamo raccontato, con dovizia di particolari, il ruolo importante che gli israeliani stanno svolgendo in Italia – e in particolare nella nostra Isola – nella complicata vicenda della raffineria Isab di Priolo, da alcuni anni controllata dalla Lukoil, la più grande compagnia petrolifera della Russia e una delle più grandi del mondo (qui il nostro articolo). Le sanzioni contro la Russia avrebbero impedito ai russi di far arrivare alla raffineria Isab petrolio russo e, magari, per far piacere agli americani – ai quali il Governo italiano di Giorgia Meloni mostra segni di grande e imperitura fedeltà – di mandare via i russi della Lukoil dalla Sicilia. In effetti, la vendita della raffineria Isab di Priolo da parte dei russi c’è stata. La raffineria siciliana è stata acquistata dalla G.o.i. Energy, ramo del settore energetico di Argus, un fondo di private equity e asset management leader a Cipro. I russi avrebbero incassato un miliardo e mezzo di euro. In questa operazione l’ENI – che oggi ‘parla’ americano – è stato messo all’angolo. Nella vicenda Isab un ruolo centrale lo sta giocando Israele. L’amministratore delegato di Goi Energy, Michael Bobrov, è anche amministratore delegato e azionista di maggioranza della Green Oil Energy. Quest’ultima società è azionista di maggioranza di Bazan group, società che in Israele gestisce il più grande impianto di raffinazione di petrolio. Circa un mese fa G.o.i. Energy ha definito l’acquisto della raffineria. Ma la storia rimane, come si usa dire in Sicilia, inturciuniata. Non si capisce se gli israeliani hanno fatto un mezzo dispetto agli americani che puntavano a controllare la raffineria Isab con l’ENI; o se gli americani si sono messi d’accordo con gli israeliani; o, ancora, se gli israeliani si sono messi d’accordo con i russi. Ricordiamo che l’attuale Governo israeliano non sembra molto impegnato a fianco degli americani e, in generale, dell’Occidente nella guerra in Ucraina. Di più: l’Ucraina è sostenuta dall’Unione europea e l’attuale Governo israeliano di Benyamin Netanyahu è in pessimi rapporti con i vertici Ue (come potete leggere qui). C’è il dubbio che gli israeliani abbiano fatto una grande cortesia alla Russia di Putin inserendosi nell’operazione Isab, togliendo anche le castagne dal fuoco all’Italia, perché un’eventuale diatriba tra russi e italiani sulla raffineria siciliana avrebbe creato un putiferio, mettendo a rischio 10 mila posti di lavoro tra diretto e indotto nell’area industriale di Siracusa e facendo venire meno un’enorme quantità di petrolio raffinato all’Italia. E’ esagerato affermare che gli israeliani hanno fatto anche un grande favore all’Italia? A nostro modesto avviso, tale ipotesi non può essere esclusa. Ci potrebbe essere una ‘coda’ tra il lieto fine dell’Isab-story in Sicilia e la ‘festa di compleanno’ sul Lago Maggiore? E’ un’ipotesi come tante.
Foto di prima pagina tratta da Tgcom24 – Mediaset Infinity