di Enzo Guarnera
Da qualche tempo le forze politiche del centrosinistra sono perdenti nella maggior parte delle competizioni elettorali.
Ma da nessuno dei loro massimi esponenti ho sentito analisi razionali, serie ed equilibrate sul perché ciò accada. Invece molta superficialità.
Talora accuse a qualche dirigente con richiesta di dimissioni, oppure reciproche recriminazioni tra i partiti che si erano uniti in coalizione.
Quasi mai autocritiche: la colpa è sempre di qualcun altro.
Credo sia necessario che si chiariscano le idee.
– Sono almeno 30 anni, dall’avvento di Berlusconi e del “berlusconismo”, che la c.d. sinistra ha perduto ogni identità.
Più o meno consapevolmente si è fatta contagiare, puntando sul presunto carisma dei vari leader, sugli slogan, su promesse poi disattese.
Una politica fondata più sull’immagine che sui contenuti.
– Il mondo è cambiato, sono cambiati i rapporti sociali, ma non risulta che vi sia stato un impegno per studiare e comprendere tali mutamenti.
– Il disagio sociale, le disuguaglianze, le povertà antiche e nuove sono in aumento, ma ad esse non si è data una risposta adeguata.
– È venuto meno il rapporto diretto, quotidiano, con i cittadini, la capacità di ascolto dei loro bisogni reali, la voglia e la pazienza di costruire con essi un progetto e un’alternativa.
– Anche nella c.d. sinistra si dà per scontato che il sistema economico capitalista, il liberismo senza limiti, lo strapotere della finanza, l’economia di mercato, non abbiano alternative. Semmai qualche piccolo aggiustamento. Nessuno mette seriamente in discussione l’attuale modello di sviluppo globale.
– È stato abbandonato ogni progetto di formazione politico-culturale dei cittadini, e i partiti hanno tradito il ruolo che ad essi aveva assegnato la Costituzione.
– Talora ci si è impegnati nella ricerca di compromessi di basso livello, rinunziando ad una opposizione decisa e costruttiva. Pur di raccattare le briciole di un qualche potere si è largamente praticata la consociazione.
Potrei continuare, ma per il momento ritengo che basti. Occorre ripartire daccapo. Necessita anche una nuova classe dirigente. Bisogna studiare, capire, progettare, con umiltà e costanza. I cittadini devono cogliere la novità e la freschezza di un’alternativa. Un polo progressista che appare come una fotocopia sbiadita del centrodestra non ha futuro. Se è così, meglio l’originale.
Foto di Elly Schlein e Giuseppe Conte tratta da Il Fatto Quotidiano