Completata la ‘consegna’ dei cieli italiani alla Germania, con la vendita di ITA Airways alla Lufhtansa (ITA Airways ha preso il posto dell’Alitalia proprio per preparare la cessione ‘ascara’ dei cieli italici ai teutonici), i tedeschi debbono cominciare a impadronirsi degli aeroporti italiani. Già molto presenti in Sicilia tra Grande distribuzione organizzata (a fine Novembre 2018 i Centri commerciali Lidl in Sicilia erano a quota 45, oggi si è perso il conto!), miniere di kainite (sostanza dalla quale si estrae il solfato di potassio), aree protette (leggere i Pantani della Sicilia sud orientale), LAND GRABBING 3.0 nella Piana di Catania e, se ci riusciranno, anche le Terme di Sciacca e le Terme di Acireale, i tedeschi vorrebbero prendersi, in tempi brevi, gli aeroporti di Catania e di Palermo. La
Intanto sono stati resi noti i dati di bilancio della GESAP. La società registra un utile netto di esercizio di 8 milioni e 566.456 euro, quasi un milione di euro in più rispetto allo scorso anno, quando la società ha incassato dallo Stato gli aiuti legati alla pandemia. Finita la sceneggiata della pandemia, messa in piedi dalle multinazionali farmaceutiche per appioppare i ‘famosi’ vaccini anti-Covid che non hanno dato alcuna immunità ma tanti utili a chi li ha venduti, c’è stata la ripresa del traffico aereo. Vi risparmiamo i dati di Bilancio che potete leggere qui. Interessante è, invece, la dichiarazione dell’amministratore delegato della GESAP, Vito Riggio (foto a destra), già parlamentare nazionale della DC e già presidente dell’ENAC (Ente Nazionale Aviazione Civile): “Dopo due anni di sostanziale bilancio negativo a causa
Leggiamo quasi divertiti due comunicati. Il primo è di Gianluca Colombino, apprezzabile segretario nazionale di Legea Cisal: “Gli ottimi numeri della Gesap, certificati dal bilancio 2022, dimostrano, al di là di ogni ragionevole dubbio, che la privatizzazione della società che gestisce l’aeroporto Falcone-Borsellino sarebbe un clamoroso errore: la gestione pubblica funziona benissimo, grazie all’eccezionale apporto dei lavoratori, e privatizzare significherebbe solo sottrarre gli utili ai cittadini, veri proprietari della società. Invitiamo l’amministratore delegato della Gesap, Vito Riggio, a ringraziare il personale garantendogli premi adeguati, piuttosto che paventare improvvidi tagli”. Sulla stessa lunghezza d’onda il deputato regionale del Movimento 5 Stelle Adriano Varrica: “Rimango perplesso leggendo il comunicato stampa del Dott. Riggio col quale si presenta il positivo risultato di gestione della Gesap e contestualmente si afferma di voler correre verso la privatizzazione della stessa. Sembra che la logica sia quella di liberarsi di ciò che produce utile e risultati operativi dandolo a soggetti privati. In ogni caso sul destino degli scali aeroportuali siciliani, al netto degli slogan, chiederemo un ciclo di audizioni in commissione all’Assemblea regionale siciliana. Bisogna che sia chiaro il percorso che si intende intraprendere a tutela e garanzia sia del personale aeroportuale, artefice in prima persona dei risultati, che della collettività”. Egregi Gianluca Colombino e Adriano Varrica: la politica siciliana – che come sempre prende ordini dalla politica romana – deve privatizzare l’aeroporto di Palermo e l’aeroporto di Catania proprio perché faranno guadagnare una barca di soldi a soggetti stranieri sulla pelle dei siciliani! La Sicilia è una colonia italiana e l’Italia è ormai una colonia tedesca. Come negli anni ’30 del secolo passato, la Germania è tornata a dettare legge in mezza Europa. Tra l’altro, i tedeschi considerano la Sicilia “cosa loro”, perché dicono di essere gli eredi di Federico II di Hohenstaufen (per inciso, hanno finanziato importanti lavori nel Palazzo Reale di Palermo perché contano di farne la loro sede in Sicilia).
Finirà così? Non è detto, sia perché gli aeroporti siciliani fanno gola anche ad alcuni Paesi grandi produttori di petrolio, sia perché il contesto internazionale potrebbe mettersi male per i tedeschi. La Germania, come scriviamo da quando è scoppiata la guerra in Ucraina, finge di essere alleata dell’Ucraina ma, in realtà, è legata a doppio filo alla Russia. Gli americani lo sanno e vogliono ‘inchiummare’ i tedeschi. Già gli Stati Uniti d’America hanno già ‘azzoppato’ i due gasdotti che attraversano il Mar Baltico – Nord Stream 1 e Nord Stream 2 – bloccando, di fatto, la fornitura di gas russo alla Germania. Non è affatto detto, insomma, che gli americani consentano ai tedeschi di prendersi i due aeroporti siciliani: anzi! Sarebbe un autogol per gli Stati Uniti, che in Sicilia hanno grandi interessi dai tempi della resa senza condizioni (e non un armistizio!) dell’Italia firmata a Cassibile, provincia di Siracusa, nel Settembre del 1943. Tra l’altro, come abbiamo scritto stamattina, non è ancora detto che i Democratici del presidente americano Biden riescano a scongiurare il default sul debito. Per fare approvare il disegno di legge che evita il default dal Congresso degli Stati Uniti – dove i Repubblicani sono i lieve maggioranza – i Democratici hanno fatto carte false ed è successo un ‘bordello’. Non è da escludere che al Senato – dove i Democratici sono in lieve maggioranza – succeda l’esatto contrario. Su questo tema l’America è spaccata in due. C’è chi non vuole il default perché aumenterebbe la crisi economica. Ma c’è anche chi vuole il default, perché scatenerebbe un ‘casino’ in Giappone e in Cina, che sono i maggiori detentori del debito americano: il Giappone è ad oltre un miliardo di dollari, la Cina deteneva molti più dollari del Giappone ma li ha ridotti a 900 miliardi. Con queste cifre, dichiarando il default, gli Stati Uniti possono per mandare all’aria i conti di Giappone e Cina. E vi assicuriamo che in queste ore tra Democratici, repubblicani, FED 8Banca centrale americana) e Casa Bianca, come diciamo in Sicilia, “se la stanno pensando…”. Con il default americano – che noi ci auguriamo con tutto il cuore – dopo 48 ore salterebbe anche l’Unione europea dell’euro e la Germania resterebbe con il culo a terra. Che dire? Che Iddio illumini il Senato americano facendogli ‘bocciare’ l’accordo per evitare il default (Fiscal Responsibility Act, questo il nome dell’accordo): se non altro per vedere affondare, contemporaneamente, l’Unione europea di massoni e predoni e la Germania. Se si andrà al default americano la Germania, al massimo, potrà acquistare un paio di chilate di minchie bollite, altro che aeroporti siciliani!
Foto di prima pagina tratta da COIS