Dopo i cieli italiani i tedeschi vogliono gli aeroporti di Palermo e Catania ma non è detto che gli americani approvino: anzi…

1 giugno 2023
  • I tedeschi controllano già mezza Sicilia e questo comincia ad andare stretto agli Stati Uniti d’America, che nella nostra Isola hanno grandi interessi 
  • Come Don Luigi Sturzo negli ultimi anni della sua vita, anche Vito Riggio – che peraltro è un intellettuale d’ispirazione sturziana – sta scoprendo i ‘valori’ del liberismo economico
  • Lo stupore un po’ ingenuo di Colombino (Cisal) e Varrica (Movimento 5 Stelle) che forse non sanno che la Sicilia è una colonia italiana…  
  • Fino ad ora, ai tedeschi in Italia, è andato tutto bene. Ma il quadro si potrebbe complicare. Vediamo il perché

I tedeschi controllano già mezza Sicilia e questo comincia ad andare stretto agli Stati Uniti d’America, che nella nostra Isola hanno grandi interessi 

Completata la ‘consegna’ dei cieli italiani alla Germania, con la vendita di ITA Airways alla Lufhtansa (ITA Airways ha preso il posto dell’Alitalia proprio per preparare la cessione ‘ascara’ dei cieli italici ai teutonici), i tedeschi debbono cominciare a impadronirsi degli aeroporti italiani. Già molto presenti in Sicilia tra Grande distribuzione organizzata (a fine Novembre 2018 i Centri commerciali Lidl in Sicilia erano a quota 45, oggi si è perso il conto!), miniere di kainite (sostanza dalla quale si estrae il solfato di potassio), aree protette (leggere i Pantani della Sicilia sud orientale), LAND GRABBING 3.0 nella Piana di Catania e, se ci riusciranno, anche le Terme di Sciacca e le Terme di Acireale, i tedeschi vorrebbero prendersi, in tempi brevi, gli aeroporti di Catania e di Palermo. La privatizzazione della SAC (la società che gestisce l’aeroporto di Catania e di Comiso) e della GESAP (la società che gestisce l’aeroporto di Palermo, foto a destra tratta da ODG Sicilia) era programmata per il 2020, ma tutto si è bloccato a causa della pandemia. Ora i tedeschi tornano alla carica, forti del fatto che i ‘Patrioti’ che oggi governano un’Italia al ritmo del primo Coro dell’Adelchi sono già pronti. Abbiamo visto tutti con quale celerità il Ministro dell’Economia del Governo di Giorgia Meloni, Giancarlo Giorgetti, ha consegnato ITA alla compagnia tedesca Lufhtansa. La parola passa adesso alla politica siciliana, che dovrà consegnare alla Germania o a un gruppo estero l’aeroporto Falcone-Borsellino di Palermo e l’aeroporto di Fontanarossa di Catania (più avanti illustreremo perché, a Dio piacendo, i due ‘bocconi’ aeroportuali siciliani potrebbero andare di traverso ai tedeschi). Ma andiamo per ordine.

 

Come Don Luigi Sturzo negli ultimi anni della sua vita, anche Vito Riggio – che peraltro è un intellettuale d’ispirazione sturziana – sta scoprendo i ‘valori’ del liberismo economico

Intanto sono stati resi noti i dati di bilancio della GESAP. La società registra un utile netto di esercizio di 8 milioni e 566.456 euro, quasi un milione di euro in più rispetto allo scorso anno, quando la società ha incassato dallo Stato gli aiuti legati alla pandemia. Finita la sceneggiata della pandemia, messa in piedi dalle multinazionali farmaceutiche per appioppare i ‘famosi’ vaccini anti-Covid che non hanno dato alcuna immunità ma tanti utili a chi li ha venduti, c’è stata la ripresa del traffico aereo. Vi risparmiamo i dati di Bilancio che potete leggere qui. Interessante è, invece, la dichiarazione dell’amministratore delegato della GESAP, Vito Riggio (foto a destra), già parlamentare nazionale della DC e già presidente dell’ENAC (Ente Nazionale Aviazione Civile): “Dopo due anni di sostanziale bilancio negativo a causa della pandemia, l’esercizio 2022 si chiude finalmente in positivo. Siamo usciti dalla crisi più rapidamente di come si immaginava. Un ringraziamento va ai lavoratori di tutti i settori. C’è un numero di passeggeri notevole e nel 2023 stimiamo di arrivare a sette milioni e mezzo di transiti, forse anche più. Ovviamente – continua Riggio – questo ci fa risentire ancora di più delle ristrettezze di spazio dovute ai lavori in corso. Quindi, la prima esigenza è quella di finire presto i lavori, e per questo stiamo addosso alle imprese. Secondo, utilizzare questo margine di circa a 20 milioni, che sarà simile anche per il prossimo anno, per avviare subito le procedure di privatizzazione”. Come potete notare, la testa va subito al cacio! “Del resto – dice l’ad di Gesap (ad sta per amministratore delegato) – questa è la mia opinione da sempre, privatizzare. Spero che sia anche l’opinione dei soci a cui mi rimetto, facendo presente che c’è in questo momento un interesse da parte del mercato, non solo nazionale ma anche europeo. C’è disponibilità a investire nel settore degli aeroporti. Naturalmente, il mio primo compito è quello di completare questi lavori entro l’anno, probabilmente entro Ottobre. Successivamente – conclude Riggio – procederemo a una riorganizzazione aziendale che punti sul risparmio, in modo da contrarre le spese e aumentare le entrate, in particolare con riferimento a parcheggi e negozi, che sono l’unica alternativa alla necessità che abbiamo di finanziare le compagnie attraverso il co-marketing” (dichiarazione che abbiamo preso sempre da PALERMOMANIA.IT). Noi abbiamo conosciuto Vito Riggio quando era parlamentare nazionale della DC, area Cisl, scuola Pierre Carniti e non lo ricordiamo come favorevole alle privatizzazioni. Ma, si sa, nella vita si cambia. Riggio è un intellettuale di scuola sturziana e, in effetti, Don Luigi Sturzo, negli ultimi anni della sua vita, era diventato un ‘fervente’ anti-statalista e anticamaldoliano (almeno in economia): magari Riggio, con il passare degli anni, come Don Luigi negli anni ’50 del secolo passato, sta riscoprendo i ‘valori’ del liberismo economico…

 

Lo stupore un po’ ingenuo di Colombino (Cisal) e Varrica (Movimento 5 Stelle) che forse non sanno che la Sicilia è una colonia italiana…  

Leggiamo quasi divertiti due comunicati. Il primo è di Gianluca Colombino, apprezzabile segretario nazionale di Legea Cisal: “Gli ottimi numeri della Gesap, certificati dal bilancio 2022, dimostrano, al di là di ogni ragionevole dubbio, che la privatizzazione della società che gestisce l’aeroporto Falcone-Borsellino sarebbe un clamoroso errore: la gestione pubblica funziona benissimo, grazie all’eccezionale apporto dei lavoratori, e privatizzare significherebbe solo sottrarre gli utili ai cittadini, veri proprietari della società. Invitiamo l’amministratore delegato della Gesap, Vito Riggio, a ringraziare il personale garantendogli premi adeguati, piuttosto che paventare improvvidi tagli”. Sulla stessa lunghezza d’onda  il deputato regionale del Movimento 5 Stelle Adriano Varrica: “Rimango perplesso leggendo il comunicato stampa del Dott. Riggio col quale si presenta il positivo risultato di gestione della Gesap e contestualmente si afferma di voler correre verso la privatizzazione della stessa. Sembra che la logica sia quella di liberarsi di ciò che produce utile e risultati operativi dandolo a soggetti privati. In ogni caso sul destino degli scali aeroportuali siciliani, al netto degli slogan, chiederemo un ciclo di audizioni in commissione all’Assemblea regionale siciliana. Bisogna che sia chiaro il percorso che si intende intraprendere a tutela e garanzia sia del personale aeroportuale, artefice in prima persona dei risultati, che della collettività”. Egregi Gianluca Colombino e Adriano Varrica: la politica siciliana – che come sempre prende ordini dalla politica romana – deve privatizzare l’aeroporto di Palermo e l’aeroporto di Catania proprio perché faranno guadagnare una barca di soldi a soggetti stranieri sulla pelle dei siciliani! La Sicilia è una colonia italiana e l’Italia è ormai una colonia tedesca. Come negli anni ’30 del secolo passato, la Germania è tornata a dettare legge in mezza Europa. Tra l’altro, i tedeschi considerano la Sicilia “cosa loro”, perché dicono di essere gli eredi di Federico II di Hohenstaufen (per inciso, hanno finanziato importanti lavori nel Palazzo Reale di Palermo perché contano di farne la loro sede in Sicilia).

 

Fino ad ora, ai tedeschi in Italia, è andato tutto bene. Ma il quadro si potrebbe complicare. Vediamo il perché

Finirà così? Non è detto, sia perché gli aeroporti siciliani fanno gola anche ad alcuni Paesi grandi produttori di petrolio, sia perché il contesto internazionale potrebbe mettersi male per i tedeschi. La Germania, come scriviamo da quando è scoppiata la guerra in Ucraina, finge di essere alleata dell’Ucraina ma, in realtà, è legata a doppio filo alla Russia. Gli americani lo sanno e vogliono ‘inchiummare’ i tedeschi. Già gli Stati Uniti d’America hanno già ‘azzoppato’ i due gasdotti che attraversano il Mar Baltico – Nord Stream 1 e Nord Stream 2 – bloccando, di fatto, la fornitura di gas russo alla Germania. Non è affatto detto, insomma, che gli americani consentano ai tedeschi di prendersi i due aeroporti siciliani: anzi! Sarebbe un autogol per gli Stati Uniti, che in Sicilia hanno grandi interessi dai tempi della resa senza condizioni (e non un armistizio!) dell’Italia firmata a Cassibile, provincia di Siracusa, nel Settembre del 1943. Tra l’altro, come abbiamo scritto stamattina, non è ancora detto che i Democratici del presidente americano Biden riescano a scongiurare il default sul debito. Per fare  approvare il disegno di legge che evita il default dal Congresso degli Stati Uniti – dove i Repubblicani sono i lieve maggioranza – i Democratici hanno fatto carte false ed è successo un ‘bordello’. Non è da escludere che al Senato – dove i Democratici sono in lieve maggioranza – succeda l’esatto contrario. Su questo tema l’America è spaccata in due. C’è chi non vuole il default perché aumenterebbe la crisi economica. Ma c’è anche chi vuole il default, perché scatenerebbe un ‘casino’ in Giappone e in Cina, che sono i maggiori detentori del debito americano: il Giappone è ad oltre un miliardo di dollari, la Cina deteneva molti più dollari del Giappone ma li ha ridotti a 900 miliardi. Con queste cifre, dichiarando il default, gli Stati Uniti possono per mandare all’aria i conti di Giappone e Cina. E vi assicuriamo che in queste ore tra Democratici, repubblicani, FED 8Banca centrale americana) e Casa Bianca, come diciamo in Sicilia, “se la stanno pensando…”. Con il default americano – che noi ci auguriamo con tutto il cuore – dopo 48 ore salterebbe anche l’Unione europea dell’euro e la Germania resterebbe con il culo a terra. Che dire? Che Iddio illumini il Senato americano facendogli ‘bocciare’ l’accordo per evitare il default (Fiscal Responsibility Act, questo il nome dell’accordo): se non altro per vedere affondare, contemporaneamente, l’Unione europea di massoni e predoni e la Germania. Se si andrà al default americano la Germania, al massimo, potrà acquistare un paio di chilate di minchie bollite, altro che aeroporti siciliani!

Foto di prima pagina tratta da COIS  

 

 

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