- Lo scrive nel suo report l’analista dei mercati internazionali Sandro Puglisi. Di fatto, il corridoio umanitario nel Mar Nero chiesto e ottenuto dall’ONU non è stato utilizzato in favore dei Paesi poveri del mondo ma per alimentare una speculazione ai danni degli agricoltori europei e per favorire le industrie europee che lavorano il grano
- Sorge anche il dubbio che i Paesi africani rifiutino il grano ucraino perché inquinato dalle bombe
- In Italia non è arrivato solo il grano ucraino ma anche una montagna di grano canadese: addirittura, secondo la Coldiretti, le importazioni italiane di grano canadese sarebbero aumentate di ben sei volte! Ma cosa mangiano gli italiani?
Lo scrive nel suo report l’analista dei mercati internazionali Sandro Puglisi. Di fatto, il corridoio umanitario nel Mar Nero chiesto e ottenuto dall’ONU non è stato utilizzato in favore dei Paesi poveri del mondo ma per alimentare una speculazione ai danni degli agricoltori europei e per favorire le industrie europee che lavorano il grano
Su 30 milioni di tonnellate di grano esportati dall’Ucraina via mare solo il 3% è arrivato nei Paesi poveri del mondo. Lo scrive nel suo report l’analista dei mercati internazionali, Sandro Puglisi. Che cita una dichiarazione del Ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov. Il Ministro della Russia racconta di essersi recato tre volte in Africa dove gli hanno detto che di grano ucraino ne è arrivato pochissimo. Lavrov, come già accennato, fa riferimento al grano esportato dagli ucraini via mare, grazie al corridoio umanitario nel Mar Nero voluto dall’ONU, l’Organizzazione delle Nazioni Unite. Di fatto, contrariamente a quanto affermato dai vertici dell’ONU – organismo internazionale che non gode di grande credibilità (basti pensare a quello che ha combinato l’Organizzazione Mondiale della Sanità nella gestione della pandemia, come ha documentato tre anni fa Report, una delle pochissime trasmissioni televisive che vale la pensa di essere seguite) – il corridoio umanitario non è servito per fare arrivare grano in Africa e in Medio Oriente ma per alimentare una speculazione ai danni degli agricoltori europei che producono grano e in favore delle industrie che lavorano il grano (che lo hanno acquistato a prezzi bassi). Se n’è finalmente reso conto lo stesso Governo russo che, tenendo in piedi il corridoio umanitario nel Mar Nero, ha danneggiato i produttori di grano europei (e questo ci sta, considerato che l’Europa fornisce armi all’Ucraina) ha agevolato il Governo ucraino e ha soprattutto danneggiato se stesso, cioè la stessa Russia, se è vero l’Occidente non ha consentito al Paese di Putin di esportare i propri prodotti in Europa, a cominciare dai fertilizzanti. L’accordo sul corridoio umanitario prevede che la Russia lasci passare i prodotti agricoli ucraini e, contemporaneamente, i prodotti russi – fertilizzanti in testa – dovrebbero essere esportati in Europa. L’ONU, però, ha fatto funzionare l’accordo sul Mar Nero a senso unico, cioè solo in favore dell’Ucraina, peraltro alla faccia dei Paesi poveri del mondo che non hanno ricevuto grano e altri prodotti ucraini e, soprattutto, alla faccia dei russi che sono stati gabbati. Non è una novità: che il Governo sia stato preso in giro dall’ONU sul corridoio umanitario nel Mar Nero l’abbiamo scritto lo scorso Aprile: “Sul grano ucraino l’ONU ha preso in giro la Russia mentre lo stesso grano dell’Ucraina massacra gli agricoltori europei“. Questo spiega perché la Russia dovrebbe porre fine alla presa per i fondelli del corridoio umanitario nel Mar Nero.
Sorge anche il dubbio che i Paesi africani rifiutino il grano ucraino perché inquinato dalle bombe
Nel report di Puglisi si leggono anche i dati forniti dal Servizio statistico statale dell’Ucraina. Ebbene, questo Paese, nonostante la guerra, ha esportato “44.919 milioni di tonnellate di cereali e legumi, di cui 3.033 milioni di tonnellate a Maggio. In particolare, nel 2022/23 MY l’Ucraina ha esportato:
– grano – 15.378 milioni di tonnellate (980 mila tonnellate a Maggio);
– orzo – 2.627 milioni di tonnellate (162 mila tonnellate);
– segale – 17,9 mila tonnellate (0);
– mais – 26,582 milioni di tonnellate (1,884 milioni di tonnellate)”.
Sorge il dubbio – nostro dubbio – che i Paesi dell’Africa non gradiscano il grano e gli altri prodotti agricoli ucraini. Perché? Perché come scriviamo da tempo, le bombe che da oltre un anno funestano l’Ucraina hanno provocato un inquinamento delle aree agricole di questo Paese, soprattutto in ordine alla presenza di metalli pesanti, piombo in testa. Sette anni fa abbiamo scoperto che i Paesi africani non importano grano canadese perché, se coltivato nelle aree fredde e umide del Canada, viene fatto maturare artificialmente con il glifosato; e i Governi dei Paesi africani, molto più lungimiranti dei governanti dell’Unione europea, non vogliono assolutamente portare sulle proprie tavole derivati del grano canadese! Possiamo affermare che gli africani il grano canadese lo lasciano con piacere agli italiani e agli europei: loro, i cittadini dei Paesi africani, preferiscono, ad esempio, il grano duro pugliese e siciliano. In pratica, quasi tutto il grano arrivato dall’Ucraina – grano duro e grano tenero – è arrivato in Europa. Attenzione: in Europa non è arrivato soltanto il grano ucraino via mare, ma anche tantissimo grano ucraino con i treni. Anche in questo caso si è trattato di una speculazione che vi abbiamo raccontato con dovizia di particolari: “Dietro il grano ucraino che arriva in Europa (compresa l’Italia) i grandi affari di governanti corrotti e delle multinazionali Monsanto, Cargill e DuPont“. In un contesto di Paesi civili questi fatti sarebbero scandalosi e oggetto di sanzioni. Non dell’Unione europea di massoni, affaristi e banditi dove queste cose sono la normalità (non a caso hanno ‘insabbiato’ lo scandalo degli eurodeputati presi con i sacchi di soldi!).
In Italia non è arrivato solo il grano ucraino ma anche una montagna di grano canadese: addirittura, secondo la Coldiretti, le importazioni italiane di grano canadese sarebbero aumentate di ben sei volte! Ma cosa mangiano gli italiani?
Per completare l’opera lo scorso 26 Maggio greenMe ha pubblicato un articolo con dati molto precisi dal titolo: “Grano canadese al glifosato: aumentate di ben 6 volte le importazioni in Italia, ma dove finisce?“. L’articolo fa riferimento alle notizie fornite dalla Coldiretti Puglia: “La domanda di grano 100% Made in Italy si scontra con anni di disattenzione e di concorrenza sleale delle importazioni dall’estero, soprattutto da aree del pianeta che non rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale in vigore in Puglia ed in Italia, che nell’ultimo decennio hanno portato alla scomparsa di 1 campo su 5 con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati, con effetti dirompenti sull’economia, sull’occupazione e sull’ambiente”. Così, per concludere, abbiamo l’Europa – e quindi anche l’Italia – piena di grano tenero e duro proveniente dall’Ucraina; le importazioni in Italia di grano canadese che sono aumentate di ben sei volte! In tutto questo il prezzo del grano duro italiano è precipitato ai minimi storici, distruggendo i redditi degli agricoltori di Sud Italia e Sicilia. Insomma, tra il grano ucraino inquinato dalle bombe e il grano canadese che potrebbe contenere glifosato non ci resta che augurare buon appetito agli italiani! Comunque ‘tranquilli’: secondo la televisione, tutti i derivati del grano presenti in Italia – pasta, dolci e via continuando – sono preparati con il grano italiano! Ma se è così dove minchia finisce il fiume di grano ucraino e grano canadese che è arrivato e che continua ad arrivare in Italia?
Foto tratta da RSI
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