Il calo di elettori c’è stato. C’è stato in Italia al primo turno e, soprattutto, al secondo turno (al secondo turno ha votato meno del 50% degli elettori aventi diritto). Il calo degli elettori c’è stato al primo turno anche in Sicilia e in Sardegna. Ma, nel complesso, non è stato un calo degli elettori alle urne clamoroso come si pensava Domenica sera. Alla fine, far votare gli elettori il Lunedì mattina è servito per ridurre il calo di elettori. La novità è che la bassa affluenza al voto – bassa, non bassissima – non ha favorito il centrosinistra. Al contrario – con la sola eccezione del Veneto – il centrodestra ha vinto quasi ovunque (in Veneto, con molta probabilità, i leghisti vicini a Matteo Salvini stanno facendo ‘barba e capelli’ al presidente della Regione, Luca Zaia…). Il significato politico di questo passaggio elettorale è chiarissimo: il PD e il Movimento 5 Stelle sono in crisi. La nuova segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, voluta dall’Unione europea, non convince e non vince. Al contrario, ha fatto ‘scappare’ molti elettori della sinistra. Anche Giuseppe Conte, il ‘capo’ dei grillini, mette nel ‘carniere’ una secca sconfitta. PD e grillini perdono dove vanno insieme e straperdono se si presentano divisi. Morale: stanno scomparendo. La debolezza del centrosinistra italiano di oggi costruisce una sorta di illusione ottica, dando a Giorgia Meloni, attuale presidente del Consiglio, la convinzione di un premio al suo fallimentare Governo. In realtà, più che di una vittoria del centrodestra, siamo davanti al tracollo del centrosinistra. Oggi il Governo di centrodestra è notevolmente aiutato da una disinformazione sui dati reali dell’economia europea ed italiana. L’inflazione europea e soprattutto italiana, infatti, non è all’8-10% come ci raccontano ma almeno il doppio. L’attuale fallimentare Commissione europea, però, non può raccontare la verità: e la verità è che mentre Stati Uniti, Ue e altri Paesi occidentali sono impegnati direttamente nella guerra in Ucraina, i russi stanno letteralmente massacrando di bombe questo Paese. Ciò significa che ci vorranno altre risorse, da parte occidentale, sia per cercare di reggere le bombe russe, sia per cercare di organizzare una mezza controffensiva, sia per occuparsi di una popolazione ucraina allo sbando che, nel silenzio generale, continua a riversarsi nei Paesi europei per sfuggire a una sorta di ‘alluvione’ di bombe.
Così i risultati elettorali italiani si mescolano alle pessime notizie che giungono dall’Ucraina e dalla Russia. I droni occidentali che in queste ore hanno colpito obiettivi in territorio russo annunciano quello che abbiamo scritto ieri: una possibile risposta russa all’Occidente. In più, tanto per complicare lo scenario, i serbi non sono più disposti a sopportare le provocazioni in Kosovo. Risultato: la guerra in questo angolo di Europa è ormai alle porte. Con la NATO che, di fatto, si è già schierata contro la Serbia. E poiché il Kosovo – invenzione degli americani nel cuore della Serbia dopo la guerra nella ex Iugoslavia – è occidentale, l’Unione europea dovrà stanziare altre risorse (e altre armi) per combattere una probabile guerra contro la Serbia alleata di ferro di Russia e Cina. In tutto questo anche ‘pezzi’ del mondo arabo legati al petrolio meditano di aderire al BRICS, l’alleanza tra Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica alla quale hanno già aderito tanti Paesi del Medio Oriente e dell’Africa. BRICS significa guerra economica e commerciale all’area del dollaro americano. Insomma, alle guerre con le armi si sommano le guerre economiche e commerciali. Gli americani, tutto sommato, in queste guerre, ci sguazzano. Attaccati, come già ricordato, dai Paesi del BRICS, che vogliono eliminare il dollaro statunitense dagli scambi internazionali, puntano a seminare il caos nel mondo per provare a bloccare il processo di ‘dedollarizzazione’. Sono gli americani che stanno spingendo, ormai da mesi, per fare esplodere la guerra tra Serbia e Kossovo: e ci stanno riuscendo. Contemporaneamente, sempre in queste ore, i rapporti tra i talebani presenti in Afghanistan e l’Iran sono sensibilmente peggiorati. In Sudamerica, invece, sono i Paesi di questo Continente che vogliono staccarsi dagli Stati Uniti d’America e, in generale, dall’Occidente. Il Brasile è nel BRICS. L’Argentina vuole mollare il Fondo Monetario Internazionale. Il Perù – Paese ricchissimo – è in fermento. Lì nei mesi scorsi gli americani hanno effettuato un colpo di Stato, destituendo il presidente eletto, il socialista Pedro Castillo. Ma le ribellioni in corso in tante aree del Perù – nascoste dai media occidentali – crescono di giorno in giorno, tanto che gli americani sono stati costretti a inviare militari per sedare le rivolte. Ma ormai è tutto il Sudamerica che si ribella all’Occidente.
E l’Italia? I cittadini, tutto sommato, vanno ancora a votare. Alle comunali vota il 50% circa al primo turno e un po’ meno al secondo turno. Ribadiamo: il calo degli elettori alle urne c’è stato ma non è stato di grandi proporzioni. La Meloni cerca di contrabbandare il risultato elettorale come una vittoria del suo Governo. In realtà, il centrodestra vince perché il centrosinistra senza sinistra, a base di famiglie ‘allargate’, ‘fantasie sessuali’, figli alle coppie gay e, in generale, diritti civili al posto dei diritti sociali ha rotto i cabbasisi. Quello che si fa sotto le lenzuola in casa propria non può diventare il motivo conduttore di uno schieramento politico di sinistra. All’Italia servirebbe una sinistra seria, sul modello di quella francese. Una sinistra radicale pronta allo scontro sociale nelle piazze. Ma ormai è difficile ricostruirla, anche perché lo spazio è stato in parte occupato dai grillini che, a propria volta, convincono ancora meno dell’attuale dirigenza del PD. Il Movimento 5 Stelle aveva senso quando era rivoluzionario e radicale. Dopo le elezioni politiche del 2018 ha iniziato una parabola discendente ed è destinato a un lento declino. Ciò posto, la signora Meloni ha poco da festeggiare. La disinformazione economica ha le ore contate. Perché con la guerra in Ucraina che si va incarognendo ci vorranno ancora soldi e ancora armi da immolare in un conflitto che si annuncia come il Vietnam dell’Unione europea. E saranno risorse che dovranno essere tolte agl’italiani. Già le Regioni e i Comuni sono stati ‘spolpati’ dallo Stato centrale: si parla di 15 Regioni italiane in ‘rosso’ e migliaia di Comuni in crisi economica. E non si fa fino a quando l’Unione europea potrà continuare a nascondere i veri dati sull’inflazione. Fino ad ora le bugie hanno tenuto. Ma adesso cominceranno ad arrivare i problemi. A cominciare dai Comuni siciliani, quasi tutti senza soldi e senza Bilanci preventivi e consuntivi. Con i cittadini siciliani che, in massa, cominciano a rifiutarsi di pagare tasse e imposte comunali.
Quanto alle elezioni in Sicilia, solita vittoria del centrodestra, a cominciare da Catania. Ma ci sarà poco da festeggiare, perché i conti economici della nostra Isola sono disastrosi. la sanità pubblica è allo sbando. I servizi sociali sono stati in parte smantellati. Autostrade e strade cadono a pezzi. I costi per la gestione dei rifiuti aumentano. L’agricoltura è con il ‘culo a terra’. Vi anticipiamo lo scenario: i nuovi Sindaci con stipendi raddoppiati dall’Assemblea regionale siciliana cominceranno ad appioppare a cittadini nuovi balzelli, ma il crollo delle entrate nei Bilanci dei Comuni continuerà ad aumentare. Il motivo è semplice: l’inflazione è ormai fuori controllo – soprattutto nel settore alimentare – e la gente, ovviamente, non si priverà certo del cibo per la bella faccia dei Sindaci (sempre con gli stipendi raddoppiati). E siccome la guerra in Ucraina – lo ribadiamo – sta salendo di tono, la situazione economica peggiorerà. Il ‘bordello’ in Sicilia dovrebbe cominciare tra Novembre e Dicembre, quando famiglie e imprese siciliane tireranno le somme e si accorgeranno di essere sempre più povere e sempre più tartassate da tasse e imposte che non potranno pagare. E dobbiamo vedere, tra l’altro, come finirà con gli incendi estivi dei boschi e con le piogge sempre più aggressive, estive e autunnali…