Fanno riflettere le dichiarazioni di Sergey Lavrov, Ministro degli Esteri della Federazione Russa: “A Washington credono che la loro autoconservazione sia assicurata dall’Oceano Atlantico ma si sbagliano di grosso. Cercano di portare il mondo sull’orlo di una terza guerra mondiale credendo che questa si combatterà solo in Europa ma non hanno capito niente”. Il messaggio è chiarissimo: si sta andando verso un inasprimento non come impropriamente si crede, della guerra in Ucraina, ma della guerra che l’Occidente sta combattendo in Ucraina contro la Russia. Gli occidentali hanno cominciato a colpire obiettivi entro i confini della Russia e il Ministro degli Esteri russo dice due cose. In primo luogo, dà per scontato che la guerra si combatterà anche in Europa, per poi aggiungere che se gli Stati Uniti pensano che la guerra si combatterà solo in Europa “non hanno capito niente”. Quello che è chiaro è che i russi (e secondo noi i loro alleati) sono pronti a colpire sia in Europa, sia negli Stati Uniti d’America. Provando ad andare al di là delle parole ufficiali, il messaggio potrebbe essere il seguente: se la guerra salirà di tono e se, salendo di tono, verranno colpiti obiettivi in terra russa, la risposta della Russia (e dei suoi alleati) non potrà che essere quella di colpire obiettivi in Europa e negli Stati Uniti d’America. Lavrov è un politico, o meglio, è un diplomatico di grande esperienza e un uomo del suo spessore, che ricopre un ruolo centrale, non mette in giro parole come “terza guerra mondiale”, “Europa” e “Washington” così, tanto per dire qualcosa.
Restiamo, invece, sbigottiti dalla superficialità e dall’ottimismo fuori luogo con i quali l’attuale Ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, liquida la possibilità che la Russia utilizzi armi nucleari. “La minaccia russa dell’arma nucleare – ha detto il Ministro Tajani – fa parte della retorica, della propaganda del Cremlino, per mettere paura all’avversario. Credo sia un modo per cercare di intimorire gli ucraini. Non credo che Putin userà armi nucleari, sarebbe un autogol, farebbe danni anche ai russi”. Vorremmo dire al signor Tajani – che abbiamo avuto modo di conoscere alla fine degli anni ’80 del secolo passato, quando svolgeva l’attività di giornalista con qualche articolo non proprio indovinato anche in Sicilia – che fino ad ora i russi hanno vinto sul campo pur combattendo con l’intero Occidente. Ma sappiamo benissimo che l’Occidente ha altre armi – che non ha ancora utilizzato – che potrebbero colpire la Russia. Il punto è proprio questo: se la guerra salirà di tono e verranno fuori altre armi – soprattutto se utilizzate per colpire obiettivi in Russia – i russi non esiteranno a colpire l’Europa e gli Stati Uniti d’America: e questo provocherà giù un ‘casino’ nei Paesi europei e nei luoghi degli Stati Uniti che verranno colpiti; ma il ‘casino’ diventerebbe un ‘casinissimo’, perché i russi – egregio signor Ministro Tajani – le armi nucleari, se messi alle strette, li utilizzeranno per davvero. A Sciacca – chi scrive è originario di questa cittadina – i vecchi marinai di un tempo dicevano: Mai addisiari ‘u ventu ‘a mari. Tradotto: mai invocare il vento quando si è in mare, perché ci può sempre prendere in parola per mandarci le Dragunare o trombe marine. Ministro Tajani: in questo momento nominare le parole armi nucleari è come addisiari ‘u ventu ‘a mari…
P. s.
Per lavoro ci occupiamo di politica da quasi 40 anni. Ci chiediamo e chiediamo: i politici italiani l’hanno capito quello che sta succedendo e, soprattutto, quello che potrebbe succedere? I governanti siciliani hanno contezza che la presenza nella nostra Isola del MUOS di Niscemi e delle basi militari americane, Sigonella in testa, potrebbe diventare un problema serio?