- A proposito del libro della Ministra della Famiglia, Eugenia Maria Roccella, che sta suscitando aspre polemiche
di Diego Fusaro
Il contrario della falsità non è la censura ma la verità
Mi è capitato di sentire divertenti interventi dei soloni del salone (del libro di Torino) che sostengono che sarebbe espressione di democrazia e di dissenso impedire la presentazione di un libro, se chi l’ha scritto ha il potere di fare le leggi. Nel tempo del cogito interrotto, nulla di strano. Il riferimento naturalmente è al libro di Eugenia Maria Roccella, tanto discusso. Premesso che non condivido larga parte delle posizioni di Roccella, mi pare una pura follia pensare di poter impedire la presentazione di un libro, quale che sia l’autore e quale che sia il contenuto. E di follia si tratta perché le idee si combattono con le idee e mediante la confutazione, non certo mediante la proscrizione e il divieto di esporle. Anche perché il contrario della falsità non è la censura ma è la verità, ed è la verità che occorre contrapporre alla falsità mediante argomentazioni. Censurare le tesi che non condividiamo, impedendo a chi le sostiene di esprimerle, si traduce in un duplice errore. In primis, ci si rivela incapaci di confutare le tesi che si preferisce rendere non dicibili. In secondo luogo si rischia di trasformare in martire chi magari semplicemente sta dicendo idiozie facilmente confutabili con la sola forza della ragione. Se poi i nuovi censori si autoproclamano antifascisti, la situazione si fa divertente oltre che tragica: senza avvedersene, hanno metabolizzato i metodi fascisti che pure dicono di voler combattere. E dal tendone di una fiera libraria ci si trova rapidamente in quello di un circo.
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