- Lo scenario è molto confuso. L’Ucraina smentisce la caduta di Bakhmut ma il comandante dell’armata Wagner, Prigožin, la conferma
- Il giornalista americano Seymour Hersh dice che nel corso del G7 si dovrebbe cercare una via per fermare la guerra in Ucraina. Ma con le notizie che arrivano da Bakhmut tutto si complica, perché USA e Ue apparirebbero come i grandi sconfitti
- Chissà se gli algoritmi di Facebook faranno circolare questa notizia…
Lo scenario è molto confuso. L’Ucraina smentisce la caduta di Bakhmut ma il comandante dell’armata Wagner, Prigožin, la conferma
In un clima di grande confusione Evgenij Viktorovič Prigožin, comandante dell’armata Wagner, ha annunciato la presa di Bakhmut. Dall’Ucraina la notizia viene smentita ma il video messaggio di Prigožin – pubblicato sulla pagina Facebook Noi siamo con la Russia di Putin – è perentorio: “Voglio dire grazie al popolo russo che ci ha sostenuto, grazie ai ragazzi che sono caduti, a tutti coloro che ora sono nei nostri ranghi. Grazie a Vladimir Putin, che ci ha dato questa opportunità e l’alto onore di difendere la nostra Patria. Dal 25 Maggio la Wagner ritirerà le sue unità da Bakhmut (Artemovsk) per riposarsi e rigenerare le truppe. La Wagner tornerà in azione quando la Federazione Russa avrà bisogno di aiuto”.
Il giornalista americano Seymour Hersh dice che nel corso del G7 si dovrebbe cercare una via per fermare la guerra in Ucraina. Ma con le notizie che arrivano da Bakhmut tutto si complica, perché USA e Ue apparirebbero come i grandi sconfitti
Le notizie che arrivano vanno interpretate. Seymour Hersh, noto giornalista americano investigativo insignito con il Premio Pulitzer, che ha denunciato la responsabilità degli Stati Uniti nel sabotaggio dei gasdotti Nord Stream 1 e Nord Stream 2 (sono i gasdotti che attraversano il Mar Baltico per collegare la Russia con la Germania), racconta che il presidente dell’Ucraina, Zelensky, sia sotto pressione da parte dei governanti di Polonia, Ungheria, Germania e Paesi baltici. A quanto dice il Premio Pulitzer, starebbe cercando di convincere Zelensky ad accettare una proposta di pace con la Russia. Motivazione: le economie di questi Paesi sono in grande difficoltà e non sanno più dove e come ospitare i tanti cittadini ucraini che fuggono dalla guerra. In realtà, questa notizia non dovrebbe essere resa nota se è vero che i vertici dell’Unione europea hanno dato disposizioni di non affrontare tale argomento per non avvantaggiare i russi. Però la notizia è venuta fuori lo stesso. Non si conosce, al riguardo, cosa pensa di queste pressioni su Zelensky il presidente americano, Joe Biden, anche se non è difficile intuire che, almeno in questa fase, non dovrebbe essere d’accordo. Insomma, la pace può essere anche una prospettiva, magari di breve termine, ma la Russia non può apparire come la netta vincitrice della guerra in Ucraina.
Chissà se gli algoritmi di Facebook faranno circolare questa notizia…
Sembra che ad Hiroshima, in Giappone, dove è in corso il vertice del G7, si dovrebbe discutere anche di una possibile pace. Potrebbero essere i leader di India e Brasile, presenti al G7, a trattare la pace in raccordo con la Cina e la Russia. Ma la conquista di Bekhmut annunciata sempre in queste ore da Prigožin ha complicato le cose, perché una pace firmata così suonerebbe come una sconfitta per Zelensky, per gli Stati Uniti d’America e per la presidente dell’Unione europea, Ursula von der Leyen. La situazione, lo ribadiamo, è confusa. Ad Hiroshima – altra questione – mentre va in scena il G 7, sono in corso proteste popolari da parte di cittadini giapponesi contro la guerra. Non è da escludere che la questione pace venga accantonata per adottare nuove sanzioni economiche contro la Russia. Può sembrare contraddittorio rispetto a un G7 che avrebbe dovuto parlare anche di pace. In realtà non lo è, perché l’Occidente non può uscire sconfitto dalla guerra in Ucraina. Va trovata una soluzione diplomatica che garantisca la Russia e non faccia perdere la faccia all’Occidente. Ma è chiaro che tale soluzione sacrificherebbe Zelensky e la Commissione europea. Non a caso al vertice del Consiglio d’Europa i rappresentanti di 43 Paesi hanno firmato un accordo per la possibile creazione di un registro dei danni causati durante la guerra in Ucraina. Anche questo è un atto che mira solo a gettare acqua sul fuoco, perché nessuno si è mai occupato dei danni provocati dalle guerre nella ex Jugoslavia, in Iraq, in Afghanistan, in Libia, in Siria e tanti altri Paesi del mondo. Un’iniziativa che sembra avere lo scopo di prolungare la guerra in Ucraina per mettere in difficoltà i Paesi che, nel silenzio generale, stanno ospitando i profughi ucraini. Ah, dimenticavamo: chissà se gli algoritmi di Facebook faranno circolare questa notizia…
Foto tratta da Il Riformista
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