La Ue vuole appioppare sanzioni anche alla Cina non capendo che a pagarne le conseguenze sarebbero i cittadini europei

9 maggio 2023
  • La guerra in Ucraina – che, detto per inciso, l’Occidente sta perdendo – ha tolto lucidità ai governanti della Ue, ammesso che da un anno a questa parte siano stati lucidi. Dichiarare una guerra commerciale alla Cina sarebbe una follia allo stato puro 
  • Già l’Italia ha fatto male ad abbandonare la Via della Seta. Peggiorare i rapporti con la Cina complicherebbe tutto 

La guerra in Ucraina – che, detto per inciso, l’Occidente sta perdendo – ha tolto lucidità ai governanti della Ue, ammesso che da un anno a questa parte siano stati lucidi. Dichiarare una guerra commerciale alla Cina sarebbe una follia allo stato puro 

L’Unione europea continua a scherzare con il fuoco. Non solo continua a prendersela con la Russia, ma adesso nel nuovo pacchetto di sanzioni anti-russe potrebbe includere 7 società cinesi impegnate nello sviluppo di semiconduttori, microchip ed elettronica, due degli Emirati Arabi Uniti, una dell’Armenia. “Se tutti i 27 Paesi dell’UE sosterranno la decisione – leggiamo in un canale Telegram – questa sarà la prima volta che verranno applicate restrizioni contro le società cinesi nelle sanzioni anti-russe”. Si tratterebbe di una decisione demenziale, perché l’Europa presunto-unita non è autosufficiente. Sfidare anche la Cina – che secondo Henry Kissinger, ex segretario di Stato americano, potrebbe avviare un tentativo diplomatico per far cessare le armi nella guerra in Ucraina – è un grave errore: l’ennesimo errore dell’Unione europea. L’Unione europea, lo ribadiamo, non è autosufficiente e senza l’importazione di vari prodotti, soprattutto agricoli, si troverebbe in grandi difficoltà. Cina e Russia – tanto per citare un esempio – sono i principali produttori al mondo di fertilizzanti; ciò significa che potrebbero fare in modo di far aumentare il prezzo dei fertilizzanti in Europa. Aumento dei fertilizzanti significherebbe ulteriore aumento dei costi di produzione in un’agricoltura europea già alle prese con aumenti dei costi di gestione. La Ue non è autosufficiente – per citare altri due esempi – in materia di mais e soia. Quello che non serve in questo momento non solo all’Europa ma a tutto il mondo è una guerra commerciale: e l’Unione europea sta facendo di tutto per scatenare una guerra commerciale, adesso anche contro la Cina.

 

Già l’Italia ha fatto male ad abbandonare la Via della Seta. Peggiorare i rapporti con la Cina complicherebbe tutto 

La guerra commerciale della Ue contro la Russia è fallita miseramente. Le sanzioni dell’Unione europea a Mosca si sono rivelate ridicole. I prodotti che la Russia non vende più in Europa – petrolio, gas e altro ancora – li vende alla Cina, all’India e ad altri Paesi. Alcuni osservatori sostengono che molti dei Paesi del mondo che non si sono schierati con l’Ucraina contro la Russia in realtà non sarebbero schierati con la Russia e con la Cina, ma sarebbero indipendenti. A noi risulta che tanti Paesi dell’Africa e del Medio Oriente oggi siano schierati con il BRICS, l’Associazione della quale fanno parte Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica che lavora per sostituire il dollaro americano negli scambi commerciali internazionali. Se tutti questi Paesi dovessero decidere di seguire la Cina e la Russia in un’eventuale guerra commerciale contro l’Unione europea e gli Stati Uniti sarebbe un disastro. Gli Stati Uniti d’America – a parte i fertilizzanti – non avrebbero grandi problemi; l’Unione europea, invece, ne uscirebbe a pezzi. Già è stato un errore di queste ore, per l’Italia, abbandonare la Via della Seta. Se a questo si aggiungerà una guerra commerciale dell’Europa alla Cina i guai per la stessa Ue si moltiplicheranno. Torniamo così all’inizio di questo articolo: l’Unione europea continua a scherzare con il fuoco. E’ stato un grande errore dare alla Commissione europea la titolarità di scelte che riguardano il futuro di 27 Paesi. Soprattutto all’attuale Commissione europea, in assoluto la più scadente da quando esiste tale istituzione.

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