Mattinale

Che fine fanno grano tenero grano duro olio d’oliva e pomodori che l’Italia importa da Canada Ucraina e Tunisia?/ MATTINALE 914

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  • Ce lo chiediamo perché la televisione italiana ogni giorno, con le pubblicità, ci racconta che tutti i derivati del grano, il pomodoro fresco e trasformato e l’olio d’oliva extra vergine presenti in Italia sono italiani. E allora che fine fanno grano, olio d’oliva e pomodori freschi e trasformati importati da Paesi esteri? 
  • Se il prezzo del grano duro è crollato, ebbene, questo è avvenuto perché l’Italia è invasa da grano duro estero. Che fine fa il grano duro canadese e ucraino importato in Italia? 
  • Se tutto il pomodoro presente in Italia – fresco e trasformato – è italiano che fine fanno i pomodori freschi, la passata di pomodoro e i pomodori pelati importati?
  • Che fine fa tutto l’olio d’oliva tunisino che arriva in Italia? 
  • L’ipocrisia sulla Dieta Mediterranea e sulla ‘grande’ cucina italiana

Ce lo chiediamo perché la televisione italiana ogni giorno, con le pubblicità, ci racconta che tutti i derivati del grano, il pomodoro fresco e trasformato e l’olio d’oliva extra vergine presenti in Italia sono italiani. E allora che fine fanno grano, olio d’oliva e pomodori freschi e trasformati importati da Paesi esteri? 

Da una ventina di giorni seguiamo in televisione le pubblicità che vengono proposte durante i film. Saranno sei o otto, talvolta anche dieci, a seconda della durata del film. Tra i prodotti promossi dalle pubblicità non mancano i beni alimentari. Quello che ci colpisce è che tutti i prodotti agricoli presentati dalla televisione – freschi e trasformati – sono tutti ma proprio tutti italiani. Tutte le merendine presentate e pubblicizzate – ma proprio tutte – sono preparate con grani italiani selezionati (ma da chi? sarebbe interessante saperlo). Le merendine dovrebbero essere preparate con il grano tenero. Ora a noi risulta che nei terreni a seminativi del Centro Nord Italia il grano tenero ha segnato qualche battuta di arresto. In Emilia Romagna, ad esempio, si registra una riduzione dei terreni coltivati a grano tenero di poco più del 10%. In Lombardia i terreni coltivati a grano tenero sono aumentati del 2% circa, ma la produzione è scesa del 7%. Va anche precisato che gli aiuti dell’Unione europea ai seminativi previsti dal cosiddetto Primo Pilastro della PAC (Fondo europeo di orientamento e garanzia in agricoltura che finanzia i pagamenti diretti agli agricoltori e le misure di gestione dei mercati agricoli attuate nell’ambito delle Ocm), per ciò che riguarda i seminativi, vengono assegnati sulla base delle superfici, a prescindere dalla coltivazione o meno del grano e di altre colture. Nel complesso, l’Italia – questo lo sanno tutti – importa tanto grano tenero dal Canada (soprattutto grano tenero varietà Manitoba), dalla Francia e, quest’anno, anche dall’Ucraina. Che fine fa tutto il grano tenero estero importato in Italia? Possibile che, secondo quello che ci racconta la televisione con le mirabolanti pubblicità, tutti i prodotti da forno e, in generale, tutti i derivati del grano tenero prodotti in Italia siano preparati con grano tenero italiano selezionato? Anche il pane – che soprattutto nel Nord e Centro Italia (ma anche nel Sud e in Sicilia) viene preparato con il grano tenero – è fatto di grano tenero italiano selezionato? Ce lo chiediamo perché il grano tenero coltivato nelle aree fredde e umide del Canada viene fatto maturare artificialmente con il glifosato, mentre il grano tenero dell’Ucraina, dove infuria la guerra da oltre un anno, contiene contaminanti, a cominciare dai metalli pesanti, piombo in testa. Torniamo a chiedere: se tutti i prodotti derivati dal grano tenero italiani sono preparati con il grano tenero italiano selezionato che fine fa tutto il grano tenero importato dall’Italia?

 

Se il prezzo del grano duro è crollato, ebbene, questo è avvenuto perché l’Italia è invasa da grano duro estero. Che fine fa il grano duro canadese e ucraino importato in Italia? 

Lo stesso discorso vale per il grano duro. Come scriviamo da mesi, l’Italia è letteralmente invasa da grano duro proveniente dall’estero, segnatamente dal Canada e dall’Ucraina. Anche il grano duro che viene coltivato nelle aree fredde e umide del Canada viene trattato con il glifosato. Che fine fa tutto il grano canadese che arriva in Italia? Idem per il grano duro canadese che, al pari del grano tenero che arriva da questo Paese in guerra, presenta contaminanti, a cominciare dai metalli pesanti, piombo in testa. Che fine fa tutto il grano duro estero che arriva in Italia? Ce lo chiediamo perché il prezzo del grano duro italiano, negli ultimi mesi, è precipitato. Nel mercato di Foggia – la piazza italiana più importante per il grano duro – il prezzo è passato da circa 60 euro al quintale di circa 8 mesi addietro a 36 euro al quintale. Nel mercato di Bologna il prezzo del grano duro è leggermente più basso rispetto a mercato di Foggia. In Sicilia il prezzo del grano duro è ancora più basso e si potrebbe arrivare ai livelli di cinque anni fa, circa 20 euro al quintale. Il prezzo basso del grano duro italiano ci dice che l’Italia è piena di grano duro estero. Torna la nostra domanda: che fine fa tutto il grano duro estero che arriva in Italia, con riferimento soprattutto al grano duro canadese e ucraino?

 

Se tutto il pomodoro presente in Italia – fresco e trasformato – è italiano che fine fanno i pomodori freschi, la passata di pomodoro e i pomodori pelati importati?

In questi giorni le pubblicità ci presentano i derivati del pomodoro italiano. Ovviamente – e ci mancherebbe! – tutto pomodoro coltivato in Italia. La pubblicità ci presenta immense distese di pomodoro rigorosamente italiano. La televisione a colori mette in evidenza il rosso del pomodoro. Tutto spettacolare. Tutti i derivati del pomodoro – la passata di pomodoro e i pomodori pelati – vengono presentati come prodotti italiani preparati con pomodoro rigorosamente italiano. Poi, però, scopriamo che l’Italia importa montagne di passata di pomodoro dall’estero; importati, anche se in minore quantità, anche i pomodori pelati. La domanda è sempre la stessa: se tutta la passata di pomodoro pubblicizzata dalla televisione italiana è prodotta con pomodori italiani che fine fa tutta la passata di pomodoro che viene importata? Se tutti i pomodori pelati pubblicizzati dalla televisione sono rigorosamente italiani che fine fanno i pomodori pelati importati in Italia? Non sfugge a questi dubbi il pomodoro fresco. Cinque anni fa abbiamo segnalato il paradosso: a Pachino, cittadina siciliana della provincia di Siracusa nota per la produzione di pomodorino ciliegino e datterino venivano commercializzati pomodori datterini provenienti dal Camerun! Da qui la domanda: se tutto il pomodoro fresco che arriva sulle tavole degli italiani è coltivato in Italia che fine fa tutto il pomodoro fresco che l’Italia importa? Sparisce? Viene esportato? Qualcuno è in grado di spiegare questa ‘magia’? ( a destra foto tratta da Vistanet)

 

Che fine fa tutto l’olio d’oliva tunisino che arriva in Italia? 

Non mancano le pubblicità sull’eolio d’oliva, naturalmente extra vergine. E’ un tema che trattiamo spesso. sappiamo tutti che, nell’ultimo decennio, la Tunisia ha puntato molto sull’olivicoltura da olio. Ecco cosa scrivevamo nel 2016, quando il Parlamento europeo approvava un provvedimento che sanciva l’invasione di olio d’oliva tunisino per aiutare la Tunisia: “Noi ci siamo occupati della questione dell’olio d’oliva tunisino (come potete leggere qui). Il PD, a Strasburgo e a Roma, ha provato a far credere che, con questo provvedimento si aiuta la Tunisia. Ma questa è una balla. Come stanno in realtà le cose l’ha spiegato in modo chiaro il presidente di Confagricoltura Sicilia, Ettore Pottino, in un’intervista al quotidiano La Sicilia di Catania (che potete leggere qui al completo): ‘In questi ultimi anni di delocalizzazione  dell’agricoltura – ha detto Pottino – imprenditori siciliani, italiani, tedeschi, spagnoli ed europei in generale hanno spostato i loro interessi  dove il denaro viene remunerato di più. Hanno fatto incetta di seminativi  in Romania per beneficiare dei contributi della PAC, di agrumeti in Marocco  per importare arance facendole passare per spagnole e, manco a dirlo, hanno  comprato tutti gli oliveti tunisini usufruendo dello sgravio fiscale totale per dieci anni. Qui hanno investito rendendo innovativi gli impianti e, grazie alla manodopera a costo bassissimo e alla possibilità di impiegare fitofarmaci proibiti in Europa, invadono i nostri mercati di olio a 2-3  euro al chilo. Dunque, la Mogherini (Federica Mogherini, nel 2016 era l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza dell’Unione Europea ndr) e l’Ue non daranno questo aiuto al  popolo tunisino, non sosterranno la democrazia di quel Paese, ma i nostri imprenditori e quelli italiani e tedeschi che, senza pagare tasse, miscelano legalmente il loro olio tunisino con quello siciliano o italiano, o lo vendono con etichetta tunisina nei supermercati a prezzi low cost. Il nostro olio non può competere e viene svenduto o non viene acquistato” (qui il nostro articolo del 2016 per esteso). La situazione è cambiata rispetto al 2016? A noi risulta che l’Italia continui a importare olio d’oliva tunisino. Che fine fa l’olio d’oliva tunisino importato in Italia?

 

L’ipocrisia sulla Dieta Mediterranea e sulla ‘grande’ cucina italiana

Potremmo continuare con la frutta estiva (tra un po’ ci cominceremo a ‘divertire’ con le ciliege ‘rigorosamente italiane’…), con la frutta secca, con le arance, con i limoni, con gli ortaggi (dei pomodori di serra che arrivano dal Belgio e dall’Olanda presenti nei Centri commerciali ne vogliamo parlare?). Ci chiediamo e chiediamo: l’attuale Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, il cui ministero è stato ‘arricchito’ con la sigla “Sovranità alimentare” non è interessato a questi argomenti? Come funziona la politica in Italia? Si vincono le elezioni politiche e poi si prendono per i fondelli i cittadini-elettori per cinque anni? E la Dieta Mediterranea presentata facendo finta di non sapere le cose che abbiamo raccontato non è ridicola? I grandi chef che vanno in televisione come mai non si interrogano mai sulle materie prime che utilizzano, a cominciare dalla pasta? Non lo sanno quello che sta succedendo con il grano duro italiano? Ne vogliamo parlare della carne italiana prodotta da animali che mangiano mais e soia OGM? Quanto deve durare ancora questa grande ipocrisia?

Foto di prima pagina tratta da Frantoi Online

 

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