A Pantelleria il trasporto delle persone con i bus elettrici, a Palermo montagne di denaro pubblico per appalti ferroviari eterni…

8 maggio 2023
  • Due notizie che vale la pena di esaminare e commentare 
  • Pantelleria: problema del trasporto delle persone risolto con i bus elettrici  
  • A Palermo montagne di denaro pubblico per appalti infiniti per avere in cambio il quasi nulla. Tutti sanno a cosa servono gli appalti ferroviari di Palermo ma nessuno interviene 
  • A Palermo il disastro economico, sociale e urbanistico provocato dagli appalti ferroviari si sarebbe potuto evitare ricorrendo ai bus elettrici. Invece si va avanti con gli appalti ferroviari miliardari e con la distruzione della città. In compenso, tra qualche settimana ricorderemo le stragi del 1992 parlando di legalità, di antimafia, di trasparenza amministrativa…   

Due notizie che vale la pena di esaminare e commentare 

Ci sono due notizie sui trasporti in Sicilia che vale la pena di illustrare e commentare. La prima riguarda Pantelleria, dove sono stati consegnati i primi due bus elettrici. La seconda riguarda Palermo, dove comincia una nuova ‘puntata’ della Telenovelas sul Passante ferroviario. Sono due opere che, se messe a confronto, ci raccontano la razionalità seguita a Pantelleria, dove nel settore dei trasporti hanno adottato una soluzione a impatto ambientale quasi nullo e a bassissimo costo. Mentre a Palermo si prosegue con un progetto ottocentesco, con altissimi costi e con un impatto ambientale terribile. A Pantelleria si fanno gli interessi dei cittadini e non si distrugge l’ambiente. A Palermo si continua a martoriare la città con mega appalti ferroviari assurdi che vanno avanti da anni senza costrutto, con costi economici notevoli, con impatto ambientale pesante e danni per i cittadini, costretti a subire i disagi senza fine.

 

Pantelleria: problema del trasporto delle persone risolto con i bus elettrici  

Su Pantelleria leggiamo un post su Facebook di Mario Pagliaro, ricercatore del Cnr: “Gutta caveat lapidem (la goccia perfora la pietra ndr). Consegnati il 19 Aprile a #Pantelleria i primi due bus elettrici. Prodotti in Italia, utilizzano un pacco batterie al litio da 210 kWh prodotto in Cina. Prodotto in Italia, il motore elettrico ha una potenza di 230 kW che consente di raggiungere al mezzo pesante oltre 4 tonnellate la velocità massima di 63 km/h in pochi secondi. Al solito, ogni volta che frena (decelera), il mezzo recupera energia elettrica per induzione che va alle batterie (frenata rigenerativa) aumentandone l’autonomia. Lunghi 6,1 m, hanno una capienza di 31 passeggeri e un’autonomia di oltre 250 km persino nelle strade in salita del vulcano spento che costituisce l’isola. Due le linee su cui saranno attivi: Pantelleria-Aeroporto-Sibà e Pantelleria-Bugeber. Ricarica notturna, anche se in futuro saranno ovviamente realizzate le pensiline fotovoltaiche con cui ricaricare gratis per sempre le batterie. E quindi viaggiare a costo km nullo: pari solo al costo del salario degli autisti. Interamente finanziati dalla #Regione siciliana con 1 milione e 360mila euro parte dei 10 milioni arrivati dal CIPE (Roma) nel 2018, gli autobus sono i primi di una serie che sostituirà tutti i piccoli bus a gasolio con cui è effettuato il #trasporto pubblico locale nella stupenda isola siciliana. La gara, che prevedeva anche la consegna di altri 2 bus: uno per Lampedusa, e uno per Linosa, è stata aggiudicata all’impresa italiana con ribasso dello 0,2% e due soli partecipanti per un importo 1.357.280,00 (IVA esclusa). Svoltasi a fine 2021, è stata aggiudicata 6 mesi dopo con D.D.G. n. 1517 del 09/06/2022 della Regione siciliana. Si tratta di un #mercato immenso che pochissime imprese italiane hanno saputo intercettare, mentre ancora oggi non esiste in Italia una sola azienda che produca batterie al litio. Sarebbe più che #opportuno che le celle al litio fossero prodotte a Siracusa. E gli autobus elettrici assemblati a Termini Imerese, dove esisteva una diffusa cultura industriale dell’automobile. Nell’unico modo possibile: cioè facendo #rinascere l’Istituto per la Ricostruzione Industriale (IRI) #esattamente come Ente pubblico economico come lo concepì il grande Beneduce. Parleremo anche di questo giorno 12 a #Siracusa alla presenza di Adolfo Urso, Ministro dell’Industria (“delle Imprese e del Made in Italy”), all’incontro su “Sicurezza Energetica e Transizione Energetica nel Polo industriale”.

 

A Palermo montagne di denaro pubblico per appalti infiniti per avere in cambio il quasi nulla. Tutti sanno a cosa servono gli appalti ferroviari di Palermo ma nessuno interviene 

In pratica, a Pantelleria, hanno risolto il problema dei trasporti in sei mesi con i bus elettrici. Se A Palermo avessero adottato questa soluzione – bus elettrici invece della follia del Tram – la città avrebbe oggi un sistema di di trasporti efficiente ed ecologico in grado di servire tutti i cittadini. E, soprattutto, avrebbe speso meno di un decimo della montagna di denaro pubblico ‘immolata’ per il Passante ferroviario e l’Anello ferroviario, due grandi opere ferroviarie ancora oggi incomplete! Se mettiamo insieme Passante ferroviario, Anello ferroviario e i 15 Km di Tram si arriva ad una cifra che sfiora i 2 miliardi di euro. Per avere, lo ribadiamo, un Passante ferroviario non ancora completato, 15 Km di Tram con le carrozze che girano con pochi passeggeri e un Anello ferroviario che continua a drenare denaro pubblico a fiumi (l’ultimo finanziamento è a valere sui fondi del PNRR: altri 140 milioni di euro per ‘allungare il sugo’: il completamento dei lavori era previsto per i primi sei mesi del prossimo anno, grazie ai fondi del PNRR ci saranno altri quattro anni di lavori!). A questi si aggiungono le altre sei o sette linee di Tram che dovranno finire di ‘sminchiare’ definitivamente la viabilità a Palermo (ancora non abbiamo capito se la politica appaltista della città ‘sminchierà’ o meno via Libertà: stanno meditando e, si sa, quando la politica panormita pensa, beh, vale sempre la solita regola ‘aurea’: più lunga è la pensata, più grande più grande è la minchiata…).

 

A Palermo il disastro economico, sociale e urbanistico provocato dagli appalti ferroviari si sarebbe potuto evitare ricorrendo ai bus elettrici. Invece si va avanti con gli appalti ferroviari miliardari e con la distruzione della città. In compenso, tra qualche settimana ricorderemo le stragi del 1992 parlando di legalità, di antimafia, di trasparenza amministrativa…   

Il raffronto tra la semplicità con la quale hanno risolto il problema dei trasporti a Pantelleria (che, tra le altre cose, non ha mai utilizzato il vento per produrre energia, in un’isola chiamata anche la “figlia del vento”, visto che il vento lì non manca) e il caos appaltizio di Palermo è la dimostrazione il capoluogo della Sicilia non ha futuro. A Palermo hanno impegnato e continuano ad impegnare montagne di denaro pubblico per opere ferroviarie che hanno massacrato e continuano a massacrare la città. Ci sono stati crolli di aree cittadine e vene d’acqua spuntate qua e là che hanno ritardato i lavori e gonfiato i costi. Interi quartieri sono stati messi a soqquadro tra chiusure di esercizi commerciali, allagamenti e disagi infiniti per i cittadini. Per tenere in piedi il ‘circo equestre’ di opere ferroviarie che in altre città europee hanno realizzato tra la fine dell’800 e i primi del ‘900 sono state abbandonate le periferie, private di trasporti pubblici per le persone. Mentre nel resto della città, ad eccezione di una linea, tutti gli altri bus passano quando capita. Tutto questo disastro economico, sociale e urbanistico si sarebbe potuto evitare ricorrendo ai bus elettrici come a Pantelleria e come in altre città della Sicilia. Invece la politica cittadina di centrosinistra e di centrodestra ha scelto il Tram. Tutti sappiamo cosa c’è dietro il sistema ‘collaudato’ di questi appalti, ma non si interviene per porre fine a questo indegno ‘bordello appaltizio’, perché a pentula vugghi pi tutti… Anzi, si va avanti: dopo i 140 milioni del PNRR per il pozzo senza fondo dell’Anello ferroviario, ecco altri 41 milioni di euro per la fermata di viale Lazio del Passante ferroviario. Dicono che i lavori dureranno 3 anni e mezzo. Come no, noi ci crediamo ciecamente! Comunque tranquilli: tra pochi giorni si ricorderanno le stragi del 1992 e si parlerà di legalità, di antimafia, di trasparenza amministrativa…

Foto tratta da Pantelleria Notizie  

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