L’Italia è diventata pacifista? Sì e no. Sì, perché a furia di fornire armi all’Ucraina ha sguarnito i propri arsenali. E ancora sì, perché alcune armi fornite all’Ucraina non sono servite a nulla perché obsolete. Ma c’è anche il no, perché il problema è stato posto anche in sede di Parlamento europeo, tanto che è stato deciso di utilizzare anche i fondi europei per costruire armi. Un canale Telegram, commentando un articolo del Corriere della Sera, ironizza: “Ma qualcuno ha chiesto se gli italiani comuni sono d’accordo sul fatto che i rappresentanti della politica italiana mettano la difesa nazionale del loro Paese in pericolo?”. Attenzione: come già accennato, la guerra in Ucraina c’entra ma fino a un certo punto, perché non tutte le armi italiane sono valide. Nell’articolo del Corriere si dice che le armi diventano obsolescenti dopo un certo periodo di tempo e vanno quindi cambiate. Non a caso, qualche tempo fa, il Cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ha annunciato un investimento di 100 miliardi di euro per aggiornare il proprio parco armi. Una notizia che ha creato non poche preoccupazioni. Per almeno due motivi. In primo luogo, perché dopo tutto il ‘casino’ che i tedeschi hanno combinato durante l’epoca nazista gli americani e i russi non hanno mai visto di buon occhio una Germania che si riarma. E’ il discorso che I Nuovi Vespri cita spesso: la classe dirigente tedesca è pericolosa: basti vedere cosa hanno combinato alla Grecia poco meno di un decennio fa, per un debito di 300 miliardi di euro: in pratica, con le loro banche, la classe dirigente della Germania ha massacrato il popolo greco svuotando le ‘casse’ di questo Paese a prendendosi anche ‘pezzi’ del territorio greco (durante la crisi greca voluta dall’Unione europea con in testa la Germania sono morti anche bambini: informazione nascosta dai cialtroni dell’Unione europea). Non i tedeschi ma la classe dirigente tedesca è fatta così: è banditesca e ‘zaffigna’. Ottone di Bismarck si recava ai congressi portandosi dietro due enormi alani per intimorire gli interlocutori. Quando, al congresso di Berlino, nel 1878, non riuscì con le parole a convincere il Cancelliere russo, Alexander Gorchakov, che pretendeva un po’ troppo sui Balcani, gli scagliò contro uno dei due cani… C’è un secondo motivo per il quale gli statunitensi non sono molto felici di una Germania che si riarma: perché considerano questo Paese infido. E hanno perfettamente ragione, perché il Partito Socialdemocratico tedesco – per conto della Germania – continua a intrattenere rapporti con la Russia e, di conseguenza, anche con la Cina. Insomma, l’attuale classe dirigente tedesca dice di essere alleata dell’Ucraina contro la Russia ma non ci crede nessuno.
Da qui un retro-pensiero: non è che, con la scusa della guerra in Ucraina – voluta dagli Stati Uniti d’America per provare a frenare la crisi del dollaro – gli americani ne stanno approfittando per disarmare l’Unione europea? Nel post del canale Telegram, sempre citando l’articolo del Corriere della Sera – e sempre in tono scherzoso – si racconta che i rappresentanti dell’attuale Governo italiano si siano rivolti agli americani per garantirsi il ripristino delle risorse di armi che, anche se in parte obsolete – come denunciato dagli ucraini che le hanno in parte ricevute per non farne nulla, perché sono inutilizzabili – sempre armi erano. E sembra che gli Stati Uniti abbiamo risposto: cari italiani, mettetevi in fila, perché la carenza di armi accomuna una buona parte dei Paesi dell’Unione europea. Naturalmente, in questa storia ci sono anche i malpensanti. Di fatto, il dibattito che si è sviluppato su tale argomento dimostra che tutto l’Occidente è impegnato nella guerra in Ucraina. Gli Stati Uniti non hanno problemi, perché la loro industria delle armi è una delle più efficienti del mondo (e non potrebbe essere altrimenti, visto che, dalla fine della seconda guerra mondiale in poi, hanno seminato guerra in mezzo mondo); l’Unione europea ha invece problemi, perché non ha la capacità di produrre armi degli americani. E allora? E allora due più due fatelo voi. La guerra in Ucraina continua. Il presidente ucraino Zelensky, un giorno sì e altro pure, va a battere cassa nei Paesi dell’Unione europea. Più che un presidente guerriero – come Zelensky cerca di apparire in televisione e nei giornali, indossando maglie verdi da militare – il presidente ucraino somiglia a un peripatetico, nel senso di itinerante, sempre in movimento tra le capitali europee a caccia di soldi e armi: armi che poi brucia a ritmi vertiginosi in una guerra a perdere, se è vero che i russi – in attesa di una controffensiva occidentale da Deserto dei tartari – continuano ad avanzare in Ucraina. Di fatto, da quando è iniziata la guerra in Ucraina, una buona parte dell’Unione europea è sempre meno armata e sempre meno difesa da eventuali attacchi militari. Come usiamo noi dire in siciliano, Zelensky sta svacantannu (svuotando) sia gli arsenali dell’Unione europea, sia le ‘casse’ dei Paesi Ue. Per non parlare del fatto – di cui si parla poco – che milioni di ucraini in fuga dal proprio Paese si sono già acquartierati in tanti Paesi europei: e questi sono altri costi a carico della Ue. Tutto quello che sta succedendo non è un po’ strano?
Foto tratta da Analisi Difesa