In questi giorni assistiamo ai soliti attacchi al Governo regionale di Renato Schifani, colpevole, secondo i soliti personaggi del Nord Italia abituati a trattare la Sicilia come una colonia, di opporsi allo sviluppo disordinato degli impianti fotovoltaici. E’ raro che ci capiti di difendere un Governo regionale. Ma in questo caso – come abbiamo già scritto poco più di un mese addietro – il Governo siciliano di Schifani ha ragione da vendere. Qui non si tratta di essere contrari ai pannelli fotovoltaici: si tratta di capire, in primo luogo, dove questi pannelli fotovoltaici debbono essere piazzati; e, in secondo luogo, una volta trovati i luoghi idonei dove sistemare i pannelli fotovoltaici, cosa ci guadagnerà la Sicilia, ovvero cosa ci guadagneranno i siciliani. Contrariamente a quello che scrivono mezzi d’informazione interessati e poco informati, non si tratta di ‘sovranismo energetico’ ma di fare gli interessi di 5 milioni di siciliani. Qualche anno fa il problema è stato posto in Basilicata. In questa Regione le compagnie che operano nel settore dell’estrazione degli idrocarburi hanno trovato un accordo con la Regione Basilicata. In questa Regione il costo della bolletta viene ridotto del 50%, i cittadini pagano solo spese di trasporto e agli oneri di sistema. Questo grazie al citato accordo stipulato tra Regione Basilicata e compagnie petrolifere presenti sul territorio. Alle società è stata offerta una proroga per proseguire le proprie attività estrattive in cambio di forniture gratuite di gas alla Basilicata. E sono in corso trattative per agevolare le imprese lucane oggi escluse dalle agevolazioni (qui un nostro articolo del Settembre dello scorso anno).
Il presidente della Regione Schifani ha già regalato al Governo nazionale circa 9 miliardi di euro di fondi sanitari che Roma, con un volgare raggiro parlamentare – e grazie ai politici siciliani ascari – scippa alla Regione siciliana dal 2007 (per la precisione, poco più di 600 milioni di euro all’anno). Con l’Autonomia differenziata – che il Governo di Giorgia Meloni non ha ancora applicato proprio perché teme che le Regioni del Sud reclamino i propri diritti in materia energetica – le Regioni del Nord si terranno tutte le imposte. Ora, che il Nord Italia debba applicare l’Autonomia differenziata e poi risolvere i propri problemi energetici con l’energia solare ed eolica prodotta in Sicilia, senza garantire nulla a 5 milioni di siciliani ci sembra un po’ troppo. A noi siciliani di diventare l’hub nella produzione di energie alternative in Italia, senza che alla nostra Isola non resti nulla non ce ne può fregare di meno. E il discorso non vale solo per l’energia prodotta con i pannelli fotovoltaici, ma anche con le pale eoliche, in terra e in mare. Già la Sicilia, con il gas che arriva dal Nord Africa, a partire dalla seconda metà degli anni ’70 del secolo passato è rimasta fregata, perché, a differenza di quanto avviene in Basilicata, alla Sicilia, del gas che arriva dall’Africa, non resta nulla. E questo nonostante un accordo siglato dal Governo regionale dell’epoca presieduto dal democristiano Angelo Bonfiglio (presidente della Regione siciliana dal 1974 al 1978), accordo che prevedeva che una quota del gas sarebbe rimasta in Sicilia e distribuita gratuitamente a cittadini e imprese. Ora che cinquant’anni dopo debba avvenire la stessa cosa con l’energia fotovoltaica ed eolica prodotta in Sicilia, beh, sarebbe veramente incredibile. Quindi i signori del Nord, la ‘capa’ del Governo Giorgia Meloni e i Ministri dello stesso Governo se lo mettano in testa: i siciliani non hanno l’anello al naso e bene fa il presidente Schifani a puntare i piedi. Fermo restando che gli impianti fotovoltaici non debbono togliere un solo ettaro di terreno all’agricoltura ma dovranno essere sistemati – se ci saranno le condizioni – nelle aree abbandonate oggi non utilizzate.
Foto tratta da Tp24.it