Succedono cose strane, in queste ore, in Russia e in Ucraina. La guerra continua e la notizia che ha conquistato la ribalta è l’attentato al presidente russo, Putin. Attentato non riuscito. Le chiavi di lettura potrebbero essere due. La prima è che si sia trattato di un vero attentato non riuscito. Se è così, va detto che è un colpo a vuoto per l’Occidente, perché se c’è stato un attentato gli occidentali – Stati Uniti d’America in testa – non possono essere stati estranei. La seconda chiave di lettura è un po’ più complicata. Per illustrarla dobbiamo partire da una dichiarazione del Ministro della Difesa ucraino, Oleksij Jurijovyč Reznikov: “Supponiamo che succeda qualcosa a una centrale elettrica, a una centrale idroelettrica, a una centrale nucleare, ci saranno dei rischi per la popolazione, e questo richiederà l’attenzione immediata del Governo, l’accumulo di risorse, compresi i soldati. Questi fatti costringeranno la Russia a porre fine alle ostilità con un gesto di buona volontà”. E’ noto che la Russia sta sbaragliando tutte le difese ucraine. Però c’è un paradosso: l’Ucraina sta perdendo la guerra sul proprio territorio ma ha le armi e anche i militari per colpire la Russia nel proprio territorio. Cosa che è già successa in queste ore in Crimea. In tale scenario l’attentato a Putin potrebbe essere non vero ma solo un pretesto per i russi, che in questa fase hanno tutto l’interesse non solo a prendersi tutta l’Ucraina, costringendo oltre 30 milioni di abitanti a fuggire in Europa; ma hanno anche l’interesse ad anticipare le mosse degli occidentali. E a rispondere agli stessi occidentali. Sotto questo profilo il “reagiremo” annunciato dai russi per risposta all’attentato a Putin potrebbe essere un avvertimento all’Occidente. E anche all’Italia, dove ci sono tante strutture militari, dalle Alpi al Muos di Niscemi, in Sicilia.
La Guerra in Ucraina non si combatte solo con le armi. Si combatte anche nei mercati mondiali. In queste ore nelle Borse occidentali assistiamo a un andamento a singhiozzo: perdite e recuperi. E’ probabile che le perdite siano provocate da attacchi dei Paesi alleati della Russia, Cina in testa; mentre i recuperi non siano altro che denaro messo in campo dalle banche centrali e dagli Stati occidentali per non fare crollare i mercati. E’ probabile che la strategia cinese sia quella di costringere la Fed – Banca Centrale americana – e la Banca Centrale Europea ad aumentare i tassi di interesse per creare ulteriori difficoltà in tutto l’Occidente. E a quanto pare ci stanno riuscendo, perché sia la Fed, sia la BCE, starebbero per aumentare i tassi di interesse nell’illusione di contenere un’inflazione che è solo in minima parte di origine monetaria. In tutto questo è sostanzialmente fallita la First Republic Bank, travolta dai risparmiatori che in pochi giorni hanno ritirato 100 miliardi di dollari. First Republic Bank dovrebbe essere stata rilevata dalla JPMorgan Chase. Il condizionale è d’obbligo, perché c’è il dubbio che dietro ci sia il Governo degli Stati Uniti d’America. Le due guerre – quella con le armi e quella nei mercati finanziari e nelle banche – vanno di pari passo. Se gli occidentali, nascondendosi dietro l’Ucraina, colpiranno città o centrali nucleari russe, non ci sarà soltanto una reazione militare russa, ma anche una reazione sui mercati finanziari. Le due cose – ribadiamo – vanno e andranno di pari passo. Il discorso non vale solo per le banche americane ma anche per le banche europee, che sono solo un po’ meno vulnerabili delle banche americane. Un esempio: se il Partito Socialdemocratico tedesco non avesse saldi rapporti con la Russia e, di conseguenza, con la Cina, due tra le più importanti banche tedesche – Deutsche Bank e CommerzBank – in crisi già nel 2019, sarebbero già saltate. Tra l’altro, è tutto da provare nei fatti che le banche europee siano più salde delle banche americane.
Va da sé che se gli occidentali colpiranno città russe o centrali nucleari russe, la reazione della Russia non è detto che riguarderà solo l’Ucraina. E sarebbe anche logico, perché l’Ucraina, oggi, è ormai un Paese disastrato. Un eventuale attacco a citta russe o alle centrali nucleari russe potrebbe avere come conseguenza attacchi all’Occidente? Non è da escludere, perché – lo ribadiamo – un attacco a città russe o a centrali nucleari russe partirebbe dall’Occidente, non certo dall’Ucraina, che peraltro in queste ore non ha rivendicato l’attentato, vero o presunto, a Putin. Ed è anche logico: perché se i russi dovessero decidere di pigiare sull’acceleratore della guerra, i vertici politici e militari dell’Ucraina si potrebbero trasferire in Polonia e, in generale, in Europa. Qualche considerazione, infine, sui soliti tedeschi. Che, in forza dei citati rapporti con la Russia (e quindi con la Cina) pensano di essere esentati da attentati nel proprio territorio in caso di una reazione russa (e quindi cinese) ad eventuali attentati occidentali a città e centrali nucleari russe. Certo, i russi non avrebbero motivo di attaccare la Germania il cui doppiogiochismo sta favorendo la Russia (e quindi anche la Cina). ma ciò che state leggendo in questo articolo lo sanno benissimo anche gli americani, che fino ad oggi hanno sopportato i tedeschi perché non hanno convenienza a dare agli avversari anche il vantaggio di un’Europa divisa. Ma gli americani non sono stupidi. E lo hanno già dimostrato facendo saltare in aria i due gasdotto che attraversano il Mar Baltico – Nord Stream 1 e Nord Stream 2 – realizzati dai russi e dalla Germania, o meglio, dai russi e dai Socialdemocratici tedeschi. Se, per disperazione – perché ormai l’Occidente, in Ucraina, è alla disperazione, visto che sui campi di battaglia inanella sconfitte su sconfitte, al di là della disinformazione – gli occidentali dovessero decidere di colpire città russe o qualche centrale nucleare russa, la reazione russa (e cinese) sarebbe pesantissima e qualche ‘cosa’ – magari non dai russi – potrebbe arrivare anche in Germania: sapete come andrebbero queste cose, nella confusione… L’impressione è che i vari Ursula von der Leyen, Olaf Scholz e i vari politici europei, italiani compresi, non abbiano ancora capito che cosa potrebbe succedere non tra un anno ma in queste ore. Dalla fine della seconda guerra mondiale in poi mai come in questo momento il mondo è stato così in pericolo. Ma c’è ancora chi non l’ha capito….
Foto tratta da Il Riformista