Questa volta non possiamo che dare ragione ai grillini siciliani che affrontano una questione che, in verità, hanno sollevato nel passato, registrando il silenzio misto a disinteresse dei Governo siciliani. Argomento: l’illuminazione delle strade degli ex Consorzi per le aree di sviluppo industriale (Asi), veri e propri ‘carrozzoni’ clientelari messi in liquidazione. Così le strade delle Asi sono passate ai Comuni di competenza. “Le strade, l’illuminazione e i servizi delle aree industriali (ex Asi) – dice il parlamentare regionale del Movimento 5 Stelle, Luigi Sunzeri – non potevano essere trasferiti ai Comuni senza le relative risorse finanziarie come stabiliva le legge della Regione siciliana numero 8 del 2012″. Il deputato cita una recentissima sentenza della Corte Costituzionale nella quale, in soldoni, si afferma che la regione siciliana non può trasferire ai Comuni la gestione delle strade degli ex Consorzi Asi senza assegnare agli stessi Comuni i soldi per gestire le medesime strade. Sunzeri precisa di aver avvertito sia l’ex presidente della Regione, Nello Musumeci, sia l’attuale presidente della Regione siciliana, Renato Schifani.
“I Comuni – dice il deputato – si sono trovati a dover gestire e manutenere le strade delle aree industriali senza le adeguate risorse economiche per farlo. Questo anche perché, nonostante la cessione delle infrastrutture, una disposizione regionale continuava a prevedere che gli oneri di urbanizzazione fossero versati esclusivamente all’IRSAP che, di fatto, non aveva più alcuna competenza e responsabilità nella gestione delle strade. Ciò ha causato non pochi disagi ai Comuni, in cui ricadono le aree industriali, le quali spesso versano in uno stato di totale abbandono”. per la cronaca, l‘IRSAP è un altro ‘carrozzone’ clientelare inventato dalla Regione siciliana nel nome di un’industrializzazione tragicomica, ente passato alla storia per il nulla fatto fino ad oggi in termini di ‘industrializzazione’ e per il numero imprecisato di incarichi affidati a soggetti eterni. “Ho tentato più volte di spiegare – afferma Sunseri – quanto questa scelta fosse illogica e irragionevole. Nell’ultima Finanziaria, grazie ad un mio emendamento, il Movimento 5 Stelle è riuscito a far stanziare in favore dei Comuni in cui ricadono le aree industriali 2 milioni di euro. Si tratta di una somma che, seppure non sufficiente, ha rappresentato un segnale di vicinanza della politica ai Comuni, abbandonati nella gestione finanziaria di queste strade. Sugli oneri di urbanizzazione avevo pure presentato un emendamento che il Governo però ha bocciato. Alla luce di questa sentenza – conclude il parlamentare grillino – chiediamo al presidente della Regione Schifani e all’assessore per le Attività produttive, Edy Tamajo, come intendano agire e quanto vogliano investire per aiutare concretamente gli enti locali. È ora di smetterla di scaricare sui Comuni i problemi che il Governo regionale non riesce a risolvere”.
La verità è che la Regione siciliana è senza soldi per una serie di scelte dissennate adottate nel 2014, nel 2015 e nel 2016 dal Governo regionale dell’epoca, guidato da Rosario Crocetta, e dall’Assemblea regionale di quella legislatura (Novembre 2012-Novembre 2017). Incredibile la cancellazione di oltre 6 miliardi di crediti che la Regione siciliana vantava verso lo Stato avvenuta nel 2015 con un voto ‘ascaro’ dell’Assemblea regionale siciliana. Per non parlare del Governo Musumeci che, appena insediato, nel Gennaio del 2018, spedì a Roma l’allora assessore alle Infrastrutture, Marco Falcone, che andò ad avallare un allucinante accordo sull’IVA con lo Stato regalando a Roma una montagna di milioni di euro! Come ‘premio’ oggi Falcone è assessore all’Economia: bella questa, vero? Prima ha sfasciato i conti della Regione e poi li va a gestire: c’è veramente da ridere con questi politici siciliani! Ma il ‘capolavoro’ lo dobbiamo all’attuale presidente Schifani che, nel Dicembre dello scorso anno, è voltato a Roma per regalare al Governo nazionale quasi 9 miliardi di euro di fondi sanitari che lo Stato italiano, con una truffa parlamentare contenuta nella legge Finanziaria nazionale del 2007, ha scippato e continua a scippare alla regione siciliana: più di 600 milioni di euro all’anno a partire dal 2009. Poi ci sarebbero anche le ‘gesta’ delle passate Commissioni paritetiche Stato-Regione, che ne hanno combinate di tutti i colori. A complicare tutto è arrivata anche la Corte dei Conti per la Sicilia che, semplificando, ha mandato all’aria i tentativi del passato Governo Musumeci di mettere le pezze ai ‘buchi di Bilancio’ creati dal 2014 al 2017 e in parte avallati dal Governo Musumeci (il citato accordo ‘ascaro’ sull’IVA), costringendo il Governo a mettere nei rendiconti 2021 e 2022 i veri numeri, magari esagerando un po’ nel trasformare fatti contabili in debiti veri che hanno ancora una volta favorito lo Stato (e ti pareva!). Così, dopo avere svuotato le ‘casse’ regionali e azzerato l’Autonomia finanziaria della Regione siciliana, i Governi siciliani vanno avanti con i debiti, utilizzando impropriamente i fondi extraregionali per gli investimenti in spesa corrente (gli effetti della recente impugnativa della Fi8nanziaria siciliana 2023 non sono ancora chiari: ancora non si è capito se i fondi extraregionali potranno essere utilizzano o no per la spesa corrente. E se la volete sapere tutta, abbiamo anche il dubbio che stiano ‘saccheggiano’ i fondi della sanità pubblica siciliana. Ma questo, appunto, è un dubbio.
Foto tratta da Teleakras