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La Ue ha stanziato 100 milioni di euro per i produttori di grano di cinque Paesi dell’Est europeo. E l’Italia?/ MATTINALE 904

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  • I 100 milioni di euro se li divideranno gli agricoltori di Polonia, Slovacchia, Ungheria, Romania e Bulgaria, cioè dei Paesi che hanno rivenduto il grano ucraino anche all’Italia. Il grano duro ucraino ha fatto crollare il prezzo del grano duro italiano del 40% ma agli agricoltori italiani non andrà nulla. Dietro questa storia ci sono fatti che non conosciamo? Cosa ci è sfuggito?
  • La nota dell’ANSA     
  • E’ bello sapere che i Paesi dell’Est europeo che si sono già fatti i ‘bagni’ rivendendo lo ‘splendido’ grano tenero e duro ucraino ad altri paesi europei (e tra questi l’Italia) adesso si divideranno anche 100 milioni di euro di fondi Ue! 
  • Non è un po’ strano che ai produttori di grano duro italiano non venga riconosciuto nulla? Cosa c’è sotto? Ci sta sfuggendo qualcosa? Statti bonu e lamentati, si dice in lingua siciliana. Se non ti lamenti… 
  • Un grande “Buon appetito” ai consumatori italiani tra industria dolciaria, pane, pasta: tutti prodotti con il grano italiano…

E’ bello sapere che i Paesi dell’Est europeo che si sono già fatti i ‘bagni’ rivendendo lo ‘splendido’ grano tenero e duro ucraino ad altri Paesi europei (e tra questi l’Italia) adesso si divideranno anche 100 milioni di euro di fondi Ue! 

Ricordate? Il 21 Aprile scorso abbiamo scritto che l’Unione europea si accingeva a stanziare 110 milioni di euro per gli agricoltori di Polonia, Slovacchia, Ungheria, Romania e Bulgaria. Motivo: in questi Paesi è arrivato il grano dall’Ucraina, tenero e duro, e il prezzo si è abbassato. Gli agricoltori hanno protestato con i rispettivi Governi e i Governi hanno posto la questione alla Commissione europea. Che in queste ore ha stanziato 100 milioni di euro per risarcire gli agricoltori di questi cinque Paesi della Ue. Le cose stanno proprio così? No. Rileggiamo quanto abbiamo scritto lo scorso 21 Aprile: “Agricoltura: avanti, proviamo a sorridere un po’. Leggiamo un passo del report dell’analista dei mercati internazionali, Sandro Puglisi: ‘L’Unione Europea sta preparando 100 milioni di euro ($ 109,32 milioni) di risarcimento per gli agricoltori in cinque Paesi confinanti con l’Ucraina e prevede di introdurre restrizioni sulle importazioni di cereali ucraini’. Il primo elemento che salta agli occhi è che questi 100 milioni di euro se li divideranno gli agricoltori di cinque Paesi della Ue che confinano con l’Ucraina, mentre agli agricoltori italiani che sono stati letteralmente massacrati dall’arrivo in Italia di grano ucraino non prenderanno un euro! Certo, l’arrivo nell’Unione europea di un fiume di grano ucraino a dazio zero ha fatto abbassare il prezzo del grano in Europa. Ma questo è avvenuto anche in Italia con il grano duro, con il prezzo che si è ridotto del 40% e forse più. Però i 100 milioni di euro di aiuti se li papperanno gli agricoltori dei cinque Paesi che confinano con l’Ucraina. Di più: è vero che nei cinque Paesi che confinano con l’Ucraina è arrivato, con i treni, il grano ucraino; ma è anche vero che questi Paesi hanno venduto il grano ucraino ad altri Paesi europei e si sono letteralmente arricchiti! E, in più, adesso, si penderanno 110 milioni di euro di risarcimenti Ue! Questo è successo con il grano tenero, con il quale si preparano pane e dolci; ed è successo anche con il grano duro, con il quale si prepara la pasta. E’ vero che gli agricoltori dei cinque Paesi che confinano con l’Ucraina sono stati penalizzati? In parte sì, ma solo in parte, perché il grano ucraino che è arrivato in questi Paesi – lo ribadiamo – è stato venduto ad altri Paesi europei, e tra questi l’Italia. Ad essere stati veramente penalizzati sono stati i produttori di grano duro del Sud Italia, con particolare riferimento agli agricoltori pugliesi e siciliani, se è vero che in Puglia e Sicilia si coltiva l’80% del grano duro italiano”.

 

La nota dell’ANSA

Leggiamo la nota dell’ANSA: “Accordo di principio tra la Commissione Ue e Polonia, Slovacchia, Ungheria, Romania e Bulgaria sulle importazione del grano ucraino. Ad annunciarlo è il vice presidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis secondo il quale ‘gli elementi chiave’ dell’intesa sono il ritiro del divieto unilaterale all’import da parte dei Paesi interessati, misure eccezionali di tutela su grano, mais, colza e semi di girasole e un pacchetto di aiuti da 100 milioni di euro per gli agricoltori colpiti nei 5 Stati membri”. L’ANSA riporta anche un in un tweet della presidente della Commissione europea Ue, Ursula von der Leyen, che ringrazia i commissari Valdis Dombrovskis e Janusz Wojciechowski per il lavoro fatto nei negoziati con Ungheria, Polonia, Romania, Slovacchia e Bulgaria: “Accolgo con favore l’accordo di principio raggiunto sul transito di 4 tipi di cereali e sementi ucraini. Un accordo che preserva sia la capacità di esportazione dell’Ucraina, in modo da continuare a nutrire il mondo, sia i mezzi di sussistenza dei nostri agricoltori”.

 

Non è un po’ strano che ai produttori di grano duro italiano non venga riconosciuto nulla? Cosa c’è sotto? Ci sta sfuggendo qualcosa? Statti bonu e lamentati, si dice in lingua siciliana. Se non ti lamenti… 

Quello che vi stiamo raccontando è un altro ‘capolavoro del Governo italiano di Giorgia Meloni e, in particolare, del Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida. Perché il Governo italiano non ha chiesto i risarcimenti per gli agricoltori del nostro Paese che sono stati massacrati dall’arrivo in Italia di grano ucraino, tenero (per l’industria dolciaria e per il pane) e duro (per la pasta)? La nostra ipotesi è che, chiedendo i risarcimenti per gli agricoltori italiani – che per l’80%, per ciò che riguarda il grano duro, sono pugliesi e siciliani – verrebbe fuori la notizia che l’Italia è piena di grano canadese e ucraino e questo non bisogna farlo sapere ai cittadini. Insomma, indirettamente, il Governo italiano dovrebbe ammettere che in Italia è arrivata una grande quantità di grano dall’Ucraina. Il problema non riguarda il grano tenero italiano, che ormai è stato in buona parte sostituito dal grano tenero estero, per lo più grano tenero canadese varietà Manitoba e, quest’anno, anche dal grano tenero ucraino (è noto che o nostri amici del Nord Italia proprietari dei seminativi prendono i fondi europei del Primo Pilastro della PAC anche se non coltivano alcunché); il problema riguarda il grano duro. Se il Governo nazionale dovesse chiedere il risarcimento anche per i produttori di grano duro del Sud Italia – segnatamente di Puglia e Sicilia – si scoprirebbe che le industrie italiane hanno acquistato grano tenero e duro estero, canadese ed ucraino. E i consumatori italiani scoprirebbero che le industrie che producono la pasta la stanno producendo anche con grano duro estero, compreso il grano ucraino. Lo stesso discorso vale per il grano tenero utilizzato per la produzione di pane e nell’industria dolciaria. Questo è quello che appare sul piano della logica economica. Però…

 

Un grande “Buon appetito” ai consumatori italiani tra industria dolciaria, pane, pasta: tutti prodotti con il grano italiano…

Però una cosa non è chiara: perché gli agricoltori che producono grano duro di Puglia e Sicilia non si lamentano? Come mai non protestano in modo energico? Per quello che leggiamo sui giornali, solo la CIA pugliese ha posto la questione del crollo del prezzo del grano duro e un po’ anche Confagricoltura; per il resto, a parte qualche post su Facebook, non abbiamo assistito a grandi proteste. Gli agricoltori di Puglia e Sicilia che producono grano duro hanno trovato gli opportuni ‘aggiustamenti’? Beh, se non si lamentano vuol dire che gli sta bene. Ultima notazione: i consumatori italiani. Ogni tanto registriamo qualche presa di posizione da parte dei soggetti che difendono i consumatori. Stranamente, rispetto al grano arrivato dall’Ucraina – tenero  duro – registriamo il silenzio totale. Del resto, cosa ci racconta la nostra bellissima televisione fonte primaria d’informazione in Italia? Che i dolci industriali e la pasta prodotti dalle nostre parti sono preparati con il grano italiano! E poco importa se l’Italia di grano tenero ne coltiva ormai pochissimo e viene quasi tutto importato, dal Canada e, quest’anno, anche dall’Ucraina. Ah, stavamo dimenticando una cosa importante: il grano ucraino – tutto il grano arrivato dall’Ucraina, tenero e duro – è pieno di contaminanti legati alla guerra che si combatte da oltre un anno in questo Paese. Sono i contaminanti diffusi dalle bombe che si propagano con l’effetto deriva (in questo articolo si illustra cos’è e come agisce l’effetto deriva per i prodotti fitosanitari, cioè per i pesticidi, ma vale anche per il grano che si coltiva in Ucraina con riferimento ai veleni diffusi nell’aria a causa dei bombardamenti). In più il grano che arriva dall’Ucraina trasportato con i treni – come il grano che viaggia sulle navi – in presenza di umidità sviluppa i funghi che producono micotossine. Per evitare lo sviluppo dei funghi il grano deve essere trattato chimicamente. Quindi all’inquinamento del grano ucraino dovuto ai contaminanti diffusi dalle bombe si aggiungono i trattamenti chimici e, se i trattamenti chimici non vengono effettuali, con possibile presenza di micotossine. Però anche queste cose non si debbono dire, perché i cittadini italiani che vanno dietro alla televisione debbono sapere che mangiano derivati del grano prodotti “con grano italiano”… Buon appetito Italia!

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