- L’attacco della Confederazione per la Sovranità Alimentare: “I dati diffusi in questi giorni dalla Coldiretti sulla BRC in provincia di Caserta sono chiari: non stanno eradicando la Brucellosi ma, come abbiamo sempre sospettato, stanno eradicando le imprese e le stalle del Casertano”
- “La Commissaria Europea ha scaricato sulla Regione e il Governo le responsabilità, altro che giustificare!”
- La critica alla Coldiretti
- La denuncia sulla chiusura delle stalle in provincia di Caserta
- Gli allevatori invitano il Direttore dell’Istituto Zooprofilattico di Teramo: vieni a vedere se siamo trogloditi e poi torna in audizione
L’attacco della Confederazione per la sovranità Alimentare: “I dati diffusi in questi giorni dalla Coldiretti sulla BRC in provincia di Caserta sono chiari: non stanno eradicando la Brucellosi ma, come abbiamo sempre sospettato, stanno eradicando le imprese e le stalle del Casertano”
L’ombra lunga delle lobbies del Parlamento europeo, solo in minima parte scoperchiate dall’inchiesta della magistratura belga che si sta cercando in tutti i modi di ‘insabbiare’ (è noto che nel Parlamento europeo i soldi circolano con i sacchi come ha appurato l’inchiesta sul Qatergate…), si allunga in Campania dove, a giudicare dalle denunce della Confederazione per la Sovranità Alimentare, vorrebbero eliminare gli allevamenti di Bufale che, a quanto pare, danno fastidi a qualcuno. Nell’Unione europea degli insetti a tavola gli allevamenti di animali classici non vanno più bene, perché ‘rischiano’ di creare problemi alle multinazionali che debbono propinare ai consumatori europei insetti e, tra un po’, anche carne da laboratorio (il latte fasullo c’è già da anni). La Confederazione per la Sovranità Alimentare ha già ‘sgamato’ i giochi di chi vorrebbe sbaraccare gli allevamenti italiani e, in particolare, quelli della Campania. Scoperti, stanno cambiando strategia, come denuncia la stessa Confederazione: “Dopo un lungo assordante silenzio, avendo fallito la strategia che ha cercato di nascondere la verità, prendendo finalmente atto che nel Paese e in Europa ormai la questione è posta, in questi giorni l’ordine di scuderia è cambiato: ‘Contrordine compagni, non serve più ignorarli, ormai la pentola è scoperta; adesso passiamo al piano B: confondere e depistare! Presto! Parlate!’. Accade così che in questi giorni vengono diffuse dai supporter del sistema di macellazione delle bufale (evidentemente sottopressione perché, ‘sorpresa sorpresa’, deve rendere conto dei suoi risultati) una serie di NON NOTIZIE che di nuovo hanno una sola caratteristica: finalmente chi ha taciuto finora dice qualcosa. Vivaddio! Evidentemente è cambiato l’ordine di scuderia. Ma andiamo con ordine”.
“La Commissaria Europea ha scaricato sulla Regione e il Governo le responsabilità, altro che giustificare!”
“Che notizia sarebbe – si chiedono e chiedono i protagonisti della Confederazione per la Sovranità Alimentare – quella per cui la Commissaria Europea alla Salute, Stella Kyriakides, ha sostenuto (rispondendo al Parlamentare Europeo di FdI, Denis Nesci) che i Piani della Regione Campania sono ‘adeguati’ e ‘sono conformi all’art. 9 della 689 del 2020’? Tutti i Piani europei sono ‘conformi’ ma ci sono quelli che funzionano (la maggior parte) e qualcuno che non funziona (come quello della Campania e altri nel Sud Italia)”. Da qui l’attacco alla Commissaria europea e alla burocrazia della Ue. Nel comunicato si legge che la dirigenza della Ue che si occupa di questi argomenti “ha preso le bacchettate sulle dita dai Parlamentari che l’hanno sconfessata”, imponendo alla Commissione europea di intervenire”. Quindi l’attacco al Parlamento europeo: “E’ evidente che dentro il Parlamento europeo (molto sensibile alle lobbies come sanno ormai chiaramente tutti i cittadini), c’è in corso uno scontro di interessi e la nostra Petizione (che il dirigente della Commissaria Kyriakides ha chiesto di archiviare e rigettare appena qualche settimana fa tornando scornato dalla decisione del Parlamento). Abbiamo più volte incontrato le tracce della lobby potente della filiera della macellazione (molto ricca in verità) ben annidata nei meandri delle istituzioni sanitarie europee e nazionali (fin dentro il Ministero della Salute) e dilagante in Regione Campania ma, per fortuna, stiamo incontrando tanto altro che ha voglia di chiarezza e di trovare le soluzioni”. “La Commissaria – si legge ancora nel comunicato – ha ribadito la sua tesi ma lo ha fatto in maniera ‘burocratica’, come un atto dovuto. Vale la pena di sottolineare che l’europarlamemntare Nesci di Fratelli d’Italia ha presentato l’interrogazione prima della nostra audizione in Commissione europea dove è stato deciso altro (che confligge con le dichiarazioni della Kyriakides e, dunque, la stessa risposta della Kyrikides è persino ‘cosa vecchia e superata’. In sostanza la Kyriakides ha ribadito quello che ben sapevamo e per cui è in corso la Petizione: ha sostenuto che il Piano della Regione Campania è conforme alle procedure europee (come tutti gli altri piani) e che loro non ‘entrano nel merito’ perché toccherebbe agli Stati nazionali ed alle Regioni farlo. Una risposta da Ponzio Pilato di cui la Regione Campania e il Ministero della Salute farebbero bene a preoccuparsi invece che di ritenersi soddisfatti. Questa NON NOTIZIA, al contrario, dovrebbe indurli a prendere le misure di correzione adeguate e applicare davvero le procedure europee proposte dalle dichiarazioni dell’OIE come, siamo convinti, dovranno fare”.
La critica alla Coldiretti
La Confederazione per la Sovranità Alimentare critica anche i dati diffusi dalla Coldiretti. E annuncia che “Mercoledì 26 Aprile, nella seconda parte dell’audizione del Coordinamento Unitario, depositeremo una memoria compiuta che abbiamo già prodotto alla Commissione europea da oltre un mese integrando gli allegati alla Petizione che danno conto di quei dati. Nella giornata del 26 Aprile, al termine della nostra audizione, sarà diffuso il documento che verrà illustrato ai Senatori. Annunciamo fin d’ora però due circostanze evidenti e una inquietante: i numeri riportati (se fossero veri) sono ben al di sotto degli obiettivi che la delibera 104/20 annunciava. Oggi siamo a oltre un anno di distanza e la delibera fissava l’obiettivo di scendere entro un anno al 50% della prevalenza della brucellosi e siamo molto lontani, nonostante i massacri di animali e il terrore repressivo e punitivo imposto alle aziende. Quanto poi al merito dei numeri invitiamo gli osservatori a considerare un elemento dirimente: i numeri vanno letti in ragione delle stalle operative e degli animali in stalla per definire le percentuali. Ovvero: sono innumerevoli le stalle attualmente ferme e senza animali ma (continuando formalmente ad essere attive se pur con animali zero) dovrebbero essere sottratte dal calcolo della percentuale della BRC sulle aziende e gli allevamenti”. Da qui un’amara considerazione: “Se così si facesse emergerebbe quello che noi stiamo denunciando da tempo: che la Regione Campania (indotta dalla Task Force che ha ispirato e gestisce il Piano) in realtà sta eradicando le imprese e non la brucellosi. E’ per questo che, consapevoli, stanno tentando di scoraggiare la riapertura degli allevamenti e stanno inducendo le aziende a trasferirsi a Salerno o in altre zone: perché sanno che quando riapriranno quelle stalle la BRC tornerà a espandersi semplicemente perché non la stanno risolvendo. Del resto, questo è da sempre stato l’obiettivo della Coldiretti rilanciato in questi giorni dall’Assessore Caputo: andate via da Caserta e se vi serve vi allarghiamo l’area DOP”.
La denuncia sulla chiusura delle stalle in provincia di Caserta
“Mercoledi 26 Aprile – leggiamo sempre nella nota della Confederazione per la Sovranità Alimentare – nel prosieguo dell’Audizione al Senato, Gianni Fabbris depositerà i numeri veri e la loro corretta lettura da cui emerge con chiarezza una circostanza che stiamo denunciando da tempo: stanno chiudendo le aziende e le stalle in Provincia di Caserta per effetto del Piano e si stanno delocalizzando in altri territori dove è possibile produrre la Mozzarella D.O.P., in particolare nel Salernitano. Sempre a proposito di quei numeri poi, sottolineamo un aspetto inquietante che dovrà certamente essere approfondito nelle sedi adeguate comprese quelle della magistratura. I riscontri alle analisi post mortem della reale presenza del batterio della Brucella che la stessa Regione ha comunicato a Maggio del 2021 alla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere essere dell’1,4% diventano improvvisamente di oltre il 70%… Che è successo? Sono diventati improvvisamente bravi? Noi non crediamo e invitiamo alla più rigorosa vigilanza. Noi abbiamo il sospetto che siano dati ‘taroccati’ ma se fossero veri sarebbero gravissimi: sarebbe la pistola fumante della inadeguatezza del sistema e delle prassi messe in campo dalla Task Force in Campania. Anche su questo aspetto depositeremo alla Commissione del Senato i documenti in nostro possesso e chiederemo alla Magistratura (presso cui è ancora aperta la procedura a seguito delle nostre denunce) di poterli integrare”.
Gli allevatori invitano il Direttore dell’Istituto Zooprofilattico di Teramo: vieni a vedere se siamo trogloditi e poi torna in audizione
“Infine – prosegue la nota – il Coordinamento Unitario (che si è dotato di un Osservatorio sul Bufalo Mediterraneo Italiano il cui primo progetto è quello di seguire e monitorare il lavoro della Commissione per l’Indagine Conoscitiva al Senato) ha pubblicato un documento relativo al suo avvio e in particolare ha rivolto al Direttore dell’Istituto Zooprofilattico di Teramo udito il 20 Aprile l’invito a venire a visitare le stalle degli allevatori Bufalini Casertani. Si legge nel documento/invito: ‘Ti invitiamo, vieni a trovarci a Caserta. Vieni a vedere la situazione delle stalle del Casertano che tu, evidentemente, conosci solo per sentito dire e per come ti sono state raccontate dai tuoi colleghi interessati di Portici. Quella realtà che tu hai raccontato nella tua audizione ieri al Senato, ove mai sia esistita in passato, non è più cosi da tempo. Prova a entrare in una stalla casertana senza quelle misure, vieni a vedere quanto cemento armato è stato colato per ottemperare alle misure della biosicurezza spendendo centinaia di migliaia di euro (soldi loro) da parte degli allevatori casertani. Prova ad entrare in una stalla senza i calzari e le altre misure. Non te lo diciamo in maniera provocatoria ma, essendo tu il direttore del Centro di Referenza Nazionale per la Brucellosi, hai il dovere di dire la verità e, se non la conosci, ad informarti… Se vieni, come spero che sarà perché ti ospiteremo volentieri fidando sul tuo ruolo super partes, scoprirai facilmente che le aziende Casertane sono, oggi, fra le più avanzate in materia di ‘biosicurezza’ .. eppure la BRC e la TBC avanzano anche perché, nel frattempo e dopo che gli allevatori hanno speso milioni di euro per adeguarsi, il pubblico non ha fatto il suo dovere e, dunque, quando qualche mese fa l’alluvione che è seguita perché gli argini del Volturno non sono mantenuti o i canali non sono gestiti, ha portato un metro e mezzo d’acqua in tutta l’area trasportando i batteri della brucella dalle stalle infette a quelle non infette. La Brucella sai, deve essersene fregata di quanto scritto nella 104/2020 e, dunque, ha festeggiato del fatto che la Regione e il Consorzio di Bonifica non hanno fatto il proprio dovere e, facendo maramao agli allevatori ed a tutti i soldi che hanno speso per la biosicurezza, ha festeggiato entrando in tutte le stalle in cui l’acqua l’ha portata. Noi ne abbiamo chiesto conto ai tuoi colleghi dell’IZSM di Portici e alla Regione Campania. Tu saprai certamente darci una spiegazione”.
Foto tratta da greenMe
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