- Palermo, una città con una politica senza vergogna. La denuncia, ‘numeri’ alla mano, del segretario politico di Siciliani Liberi, Ciro Lomonte
- Il metodo del Sindaco Lagalla per risanare i conti del Comune: ‘infilare’ le mani nelle tasche dei cittadini togliendogli i soldi alla fonte, aumentando l’addizionale Irpef
- Nei Comuni è saltato il sistema dei controlli. I Sindaci eletti direttamente dai cittadini fanno quello che vogliono
- Appello ai cittadini di Catania: alle prossime elezioni comunali non andate a votare, è l’unico strumento che rimane per delegittimare definitivamente una politica fallimentare
Palermo, una città con una politica senza vergogna. La denuncia, ‘numeri’ alla mano, del segretario politico di Siciliani Liberi, Ciro Lomonte
Un post su Facebook del segretario politico di Siciliani Liberi, Ciro Lomonte, punta i riflettori sui disastri finanziari del Comune di Palermo e di altri Comuni siciliani e italiani. Situazione drammatica nel Comune del capoluogo della Sicilia dove gli ultimi dieci anni di amministrazione da parte del centrosinistra hanno reso la città invivibile tra strade dissestate (bastano due giorni di pioggia ed è un ‘casino’), immondizia che ristagna nelle strade per giorni e giorni con la raccolta differenziata pressoché assente, appalti ferroviari senza fine (semplicemente incredibile che siano stati gettati altri 140 milioni di euro di fondi Pnrr nel pozzo senza fondo dell’Anello ferroviario allungando di altri quattro anni la realizzazione di un’opera pubblica rigorosamente inutile che va avanti senza costrutto da nove anni con danni incredibili alla città e disagi altrettanto incredibili per i cittadini: la dimostrazione matematica che a Palermo, a ura i picciuli, la Giustizia non esiste!), uffici comunali al delirio, società comunali piene di debiti e via continuando. Non c’è da stupirsi se, in questo contesto, il Bilancio del Comune di Palermo sia pieno di ‘buchi’, con Sindaco e Consiglio comunale impegnatissimi a ‘infilare’ le mani nelle tasche degli ignari cittadini. Scrive infatti Ciro Lomonte: “Ancora una volta, Siciliani Liberi ha anticipato quanto sarebbe accaduto a Palermo. Dove l’addizionale Irpef su stipendi e pensioni aumenterà fra pochi giorni del 20%, passando dall’8 al 9,5 per mille”. Lomonte, bontà sua, cita il direttore di questo blog: “Si tratta, per usare un’espressione del giornalista siciliano Giulio Ambrosetti, di ‘piccioli mansi’. Ovvero certi e già pronti per essere spesi. Perché, a differenza della Tari, non pagata da metà dei cittadini e da tante imprese, il pagamento della tassa avviene alla fonte: lo si sottrae direttamente dalla pensione e dalla busta paga”.
Il metodo del Sindaco Lagalla per risanare i conti del Comune: ‘infilare’ le mani nelle tasche dei cittadini togliendogli i soldi alla fonte, aumentando l’addizionale Irpef
Per carità, sarebbe ingeneroso prendersela con l’attuale Sindaco, Roberto Lagalla, che tra alti e bassi qualche segnale di novità positiva rispetto al suo rovinoso predecessore, Leoluca Orlando, lo sta lanciando: per esempio, la creazione dei parcheggi liberi, nel rispetto della legge, a differenza di una precedente amministrazione che aveva riempito di strisce blu la città. Detto questo, ci sono anche segnali molto negativi. Intanto il Sindaco Lagalla avrebbe fatto bene a chiedere il blocco dei lavori del citato Anello-Tranello ferroviario, opera che fino ad ora ha prodotto enormi danni alla città. Incredibile che il Governo nazionale di centrodestra abbia foraggiato tale opera – ribadiamo: inutile! – con altri 140 milioni di euro. Ma ancora più incredibile che l’attuale Sindaco e la maggioranza di centrodestra che lo sostiene, per coprire i ‘buchi’ che ha trovato, abbia deciso di ‘infilare’ le mani nelle tasche dei cittadini palermitani. Ed è veramente odioso il metodo che è stato scelto: prendersi i soldi alla fonte, cioè aumentando l’addizionale Irpef: “L’aumento – scrive Lomonte – sarà retroattivo e verrà per tutto il 2023. Fra 8 mesi, poi, scatterà un nuovo forte aumento, perché si passerà dal 9,5 al 10,02 per mille. E via così di aumento in aumento fino al 2031. Non bastavano i 51 milioni di addizionale pagati dai palermitani al Comune nel 2022. Il Comune ne vuole 61 quest’anno. E 64 fra 8 mesi. Per poi passare a 88 milioni nel 2026, quando il mandato del sindaco Lagalla si avvierà a conclusione. Niente sconti nemmeno per chi ha un reddito di 6-700 euro al mese. Il Comune vuole i ‘piccioli mansi’. A Roma non interessa nulla del buco realizzato da Enzo Bianco a Catania e da Leoluca Orlando a Palermo. Se lo paghino i loro residenti. Vediamo allora se Roma, almeno ‘lei’, conosce l’entità del buco del Comune di Palermo. Roma lo conosce benissimo. E lo ha scritto nel Decreto ‘Aiuti’ del 2022. Dove, all’art. 43, lo ha anche scritto. Autorizzando Palermo e gli altri Comuni di fatto in pre-dissesto, con un deficit superiore ai 500 euro per abitante, ad aumentare l’addizionale Irpef ben oltre l’8 per mille. Eccoli qui i campioni italiani, quasi tutti amministrati per oltre metà dei 30 anni della Seconda Repubblica, dagli eredi del PCI:
Milano: 3,6 miliardi
Napoli: 2,67 miliardi
Reggio Calabria: 1,96 miliardi
Firenze: 1,34 miliardi
Catania: 1,11 miliardi
Venezia: 1,04 miliardi
Potenza: 1,221 miliardi
Torino: 1,04 miliardi
Palermo: 975 milioni
Avellino: 727 milioni
Agrigento: 691 milioni”.
Nei Comuni è saltato il sistema dei controlli. I Sindaci eletti direttamente dai cittadini fanno quello che vogliono
“Dunque – prosegue Lomonte – Palermo aveva 1 miliardo di buco a inizio 2022: poco meno di Catania, da anni in dissesto. Persino la piccola Agrigento in silenzio ha cumulato 691 milioni di debiti. Questi numeri spiegano come, da Nord a Sud, in Italia gli amministratori locali ‘eletti direttamente dai cittadini’ facciano sostanzialmente ciò che vogliono. Il sistema dei controlli fatto di costosi revisori contabili e giudici contabili delle varie Corti dei Conti è totalmente inefficace: non riesce nemmeno ad impedire che una piccola città come Agrigento accumuli quasi 700 milioni di debiti. Ecco perché Siciliani Liberi è l’unica alternativa politica possibile, in Sicilia. Perché i nostri amministratori non si occuperanno di creare clientele e alimentare di denaro pubblico tramite i Comuni le aziende e i professionisti ‘amici’. Ma solo di causare lo sviluppo dei territori, liberandoli dal giogo del bisogno e della cieca voracità di quelle imprese e di quei professionisti, tutti ascari dei partiti romani o padani. Perché Siciliani Liberi è una forza politica fatta di patrioti siciliani. E lo dimostrerà presto”.
Appello ai cittadini di Catania: alle prossime elezioni comunali non andate a votare, è l’unico strumento che rimane per delegittimare definitivamente una politica fallimentare
Il cinismo con il quale il Sindaco di centrodestra di Palermo, Lagalla, è anche – anzi forse soprattutto – un monito ai cittadini di Catania che tra poche settimane verranno chiamati al voto per eleggere il nuovo Sindaco e il nuovo Consiglio comunale. Il candidato Sindaco del centrodestra della Città Etnea, Enrico Trantino, grande favorito delle elezioni, ha detto che si aspetta l’aiuto del Governo nazionale per fronteggiare il ‘buco’ di oltre un miliardo di euro del Comune di Catania. Cari cittadini catanesi, è bene che sappiate, sin da oggi, quale sarà “l’aiuto” che il Governo nazionale darà al futuro Sindaco di Catania: sarà lo stesso “aiuto” che ha dato al Sindaco di Palermo, ovvero la facoltà di ‘infilare’ le mani nelle vostre tasche. Lo potete evitare, cittadini di Catania? Assolutamente no. Perché sia nel caso in cui eleggerete un Sindaco di centrodestra (cosa molto probabile), sia nel caso in cui eleggerete un Sindaco di centrosinistra (cosa improbabile) farete la fine che il Governo nazionale di Giorgia Meloni e il Sindaco di Palermo stanno facendo fare ai cittadini di Palermo: vi toglieranno i soldi direttamente utilizzando l’aumento dell’addizionale Irpef. La domanda è: cosa si può fare? Contro questa politica di ‘banditi’, per impedirgli di penalizzarvi non si può fare nulla. Però un bel messaggio politico, egregi cittadini di Catania, lo potete lanciare: disertate in massa le urne, non andate a votare. Chi scrive si occupa di politica dal lontano 1985 e non ha mai propugnato il non voto. Ma giunti a questo punto il non voto – ovvero la totale disaffezione dei cittadini verso la politica-politicante – è l’unica via possibile per lanciare un messaggio a una politica fallimentare. Non stiamo dicendo nulla di nuovo, se è vero che non soltanto in Sicilia, ma in quasi tutta l’Italia, il 60% dei cittadini aventi diritto al voto ormai ignora le elezioni. Ma questo segnale non basta. Se ci fate caso, dopo le elezioni, la bassa percentuale di votanti viene ricordata solo il giorno dopo le elezioni, poi il problema viene archiviato. Gli attuali politici, per dirla con la nostra lingua, sinni stannu futtennu dei cittadini. In queste ore stiamo assistendo a un fatto incredibile: il Governo nazionale che sta togliendo ai pensionati 10 miliardi di euro (mancati adeguamenti) per foraggiare la guerra in Ucraina. Lo stesso Governo non sta riconoscendo gli aumenti agli stipendi dei dipendenti pubblici agganciati all’inflazione (che non è all’8-10% come cercano di farci credere ma al 15-18%), sempre per foraggiare la guerra in Ucraina. Chiediamo ai pensionati di Catania e ai dipendenti pubblici di Catania: volete veramente sostenere con il vostro voto una politica che vi sta penalizzando? Chiediamo, in generale, ai cittadini di Catania: volete veramente fare la fine che stanno facendo i cittadini di Palermo, che pagheranno un’addizionale Irpef in aumento fino al 2031? Ricordatevi che i politici siciliani, zitto tu e zitto io, in una situazione di crisi generale, si sono aumentati i propri stipendi: 900 euro lordi al mese di aumenti per i 70 deputati dell’Assemblea regionale siciliana che, mischini!, si erano impoveriti con l’inflazione e, addirittura!, il raddoppio degli stipendi per gli amministratori comunali! Lo capite o no, adesso, egregi cittadini di Catania, perché vi stanno chiedendo il voto?
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