Anche il Bangladesh lascia l’area del dollaro americano e decide di pagare in Yuan (moneta cinese)

20 aprile 2023
  • Ormai è una corsa di tanti Paesi del mondo che si vanno unendo per pagare con monete alternative alla divisa statunitense
  • Il ritorno alle monete agganciate all’oro 

Ormai è una corsa di tanti Paesi del mondo che si vanno unendo per pagare con monete alternative alla divisa statunitense

Ormai in tutto il mondo è una corsa a non utilizzare il dollaro statunitense negli scambi commerciali internazionali. E anche nei rapporti che riguardano, ad esempio, commesse industriali. E’ il caso del Bangladesh, che ha deciso di pagare alla Russia in Yuan il saldo del pagamento per la costruzione di una centrale nucleare. Il pagamento è pari a 300 milioni di dollari. Questa è la valuta scelta dal Bangladesh prima dell’esplosione della guerra in Ucraina. Ma desso è cambiato tutto, se è vero che Bangladesh pagherà con la valuta cinese. I russi, in verità, avrebbero preferito il rublo, che è la moneta della Russia. Ma siccome i rapporti tra Russia e Cina sono eccellenti, con i 300 milioni di dollari convertiti in Yuan la Russia potrà acquistare prodotti dalla Cina. Di fatto – questa è la vera notizia – si sta formando un mercato alternativo al dollaro americano – al quale prendono parte tanti Paesi del mondo, in testa Cina, Russia, India, Sudafrica, Brasile e via continuando con tanti altri Paesi che si vanno unendo per pagare con monete alternative alla divisa statunitense. Il Bangladesh è l’ennesimo Paese che abbandona l’area del dollaro.

 

Il ritorno alle monete agganciate all’oro 

Il Bangladesh ha deciso di puntare sull’energia nucleare perché non ha energia sufficiente per le proprie imprese e le proprie famiglie. Così ha affidato alla Russia la costruzione di una centrale nucleare. La notizia la leggiamo su scenarieconomici.it. Il costo di questa centrale nucleare è i circa 12 milioni e mezzo di dollari. sembrerebbe che una delle motivazioni per le quali molti Paesi stanno lasciando l’area del dollari americano risiede nel fatto che, in caso di problemi di ordine geopolitico, gli Stati Uniti d’America impongono sanzioni e bloccano ai Paesi non ‘obbedienti’ l’accesso al sistema bancario. In parole semplici, gli americani fanno un uso troppo politico del dollaro. In più, il dollaro è una moneta che può essere gestita con finalità speculative. Non a caso si parla con sempre più insistenza del ritorno alle monete agganciate all’oro o a qualcosa comunque di solido: per esempio i terreni. Questo è uno dei motivi per i quali, oggi, è un grande errore vendere i terreni agricoli o affittarli con contratti decennali a chi deve produrre energia fotovoltaica. In prospettiva, man mano che le monete speculative verranno sostituite  dalle monete agganciate all’oro o ai terreni, gli stessi terreni acquisteranno valore.

Foto tratta da L’Antidiplomatico

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