Cresce la preoccupazione per il Teatro Greco di Siracusa utilizzato ormai da tempo per spettacoli che rischiano di rovinarlo. Purtroppo il vezzo di mettere a disposizione le aree archeologiche per manifestazioni e concerti invasivi sta diventano un’abitudine in Sicilia. Con molta probabilità una Sicilia sempre più povera cerca di fare ‘cassetta’, ma così facendo si rischia di compromettere l’integrità dei siti messi a disposizione per gli spettacoli. Il citato Teatro Greco di Siracusa, per le sue peculiarità, che lo rendono più fragile rispetto ad altre testimonianza archeologiche dovrebbe essere trattato con grande delicatezza. Invece non è così, purtroppo. Quest’anno, ad esempio, sono stati programmati due grandi spettacoli: il concerto di Zucchero Fornaciari e La Traviata di Giuseppe Verdi. Le polemiche di queste ultime settimane, sollevate giustamente da esponenti della cultura, hanno sortito qualche effetto, come si legge in un post del presidente di Italia Nostra Leandro Janni:
“Dunque, ‘Zucchero sì, Verdi no’ al Teatro Greco di Siracusa. La Commissione anfiteatri Sicilia – scrive Janni – non ha autorizzato l’esibizione dell’opera lirica La Traviata di Giuseppe Verdi mentre il concerto di Zucchero Fornaciari è già in cartellone con la vendita dei biglietti per i tre concerti di fine Luglio. Che dire? Siamo in un’evidente situazione di caos gestionale di un sito, di un monumento patrimonio Unesco. E appare chiaro che alla base della controversa, malsana gestione della cultura a Siracusa ci sia l’idea che i riti consumistici del turismo di massa debbano prevalere sulla tutela-valorizzazione dei beni culturali e ambientali. Questo, ovviamente, ignorando i principi e i dettami della Costituzione e del Codice dei beni culturali e del paesaggio. L’associazione Italia Nostra contesta pertanto fortemente il modello culturale posto in essere dal Sindaco della città di Siracusa. Modello comunque condiviso con altre Istituzioni pubbliche e supportato anche dall’atteggiamento silente e omissivo di un ceto intellettuale di archeologi, storici dell’arte, docenti. La città di Siracusa merita ben altro”. Sulla vicenda è intervenuto anche l’archeologo Fabio Caruso, che ha illustrato il perché il Teatro Greco di Siracusa presenta fragilità e va assolutamente tutelato.
Tra l’altro, questa polemica cade in piena campagna elettorale, se è vero che il 28 e il 29 Maggio a Siracusa (e in altri Comuni della Sicilia) si voterà per eleggere il nuovo Sindaco e il nuovo Consiglio comunale. Da quello che si capisce, l’amministrazione comunale uscente – a giudicare da quanto scrive il presidente di Italia Nostra – contesta il Sindaco di Siracusa. Sarebbe interessante capire cosa pensa di questa storia l’assessore comunale, Fabio Granata, già assessore regionale ai Beni culturali, personaggio politico molto sensibile ai temi della tutela dell’ambiente e dei beni culturali. Ci piacerebbe capire quale sia la posizione dell’attuale Governo regionale siciliano, considerato che il Teatro è dei proprietà della stessa Regione. A nostro modesto avviso, continuare a utilizzare il Teatro Greco di Siracusa per i concerti è un errore. Dovrebbero essere gli stessi artisti chiamati ad esibirsi in un luogo così delicato a dare l’esempio ad una politica siciliana che non sembra molto interessata alla tutela di un sito culturale fragile come il Teatro Greco di Siracusa. Un conto sono le rappresentazioni classiche, con un numero limitato di spettatori, mentre altra e ben diversa cosa è un concerto, dove si punta a fare arrivare il pienone di pubblico, mettendo in pericolo un luogo della cultura mondiale che merita rispetto.
Foto tratta da CityMapSicilia