Non sappiamo come finirà a Catania, dove non senza arroganza il partito di Giorgia Meloni sta cercando in tutti i modi di far ritirare la candidatura di Valeria Sudano per arrivare al candidato unico non del centrodestra ma di Fratelli d’Italia: Enrico Trantino. Che, con rispetto parlando, sarà anche un bravissimo avvocato ma alla fine, politicamente parlando, chi è? Quali sarebbero i suoi meriti politici, a parte l’appartenenza alla tradizione della destra catanese post fascista? La candidatura a Sindaco di Nello Musumeci e dell’ex assessore regionale, Ruggero Razza, avrebbe avuto un senso politico. Ma il nome di Trantino da dove viene fuori? Tra l’altro, lo scenario generale non favorisce il partito della Meloni. Per carità, i risultati elettorali del Friuli Venezia Giulia non fanno tanto testo, però un calo di voti per Fratelli d’Italia c’è stato. Esageriamo se scriviamo che, se si dovesse andare al voto in questo momento, il partito della Meloni perderebbe una barca di voti? Non esageriamo affatto, perché i risultati del suo Governo sono mediocri. Mentre la Lega comincia a recuperare. Non sono grandi numeri, né -ribadiamo – i risultati elettorali di una Regione sono molto indicativi. Però una tendenza c’è. Per questo, a nostro modesto avviso, sarebbe un grave errore se il gruppo politico del centrodestra che si riconosce nelle posizioni di Valeria Sudano dovesse cedere il passo a Fratelli d’Italia. Proviamo a illustrare perché.
Intanto parlano i fatti: il pericolo che il centrodestra spaccato possa dare strada al centrosinistra a Catania non esiste. Il centrosinistra, all’ombra dell’Etna, non è mai stato forte. Enzo Bianco, che stato più volte Sindaco della città per il centrosinistra, non è mai stato un ‘rivoluzionario’; al contrario, è un moderato con un seguito personale che gli ha consentito più volte di essere eletto. Ma non sarà presente alle elezioni comunali e il suo elettorato non andrà matematicamente ad appoggiare il candidato del centrosinistra: anzi. Come Leoluca Orlando a Palermo, Enzo Bianco ha esercitato un certo peso politico nella sua città ma non è mai stato un leader politico di di fuori di Catania: non ha eredi politici e il suo elettorato andrà a ruota libera. E siccome è un elettorato moderato, in parte andrà al centrodestra. Quando al PD, a Catania è sempre stato debole e lo è ancora di più oggi con una segretaria nazionale lontana mille miglia dalla sinistra e tutta ‘sparata’ sui diritti civili che nella politica italiana sono ragioni politiche (e voti) di minoranza. Quanto al Movimento 5 Stelle, beh, ormai è un pallone sgonfiato. Cosa vogliamo dire? Che tutto il centrosinistra di Catania, oggi, contro un candidato unico del centrodestra arriverebbe, sì e no al 30%. Con due candidati Sindaci di centrodestra – Valeria Sudano ed Enrico Tranino, per l’appunto – il centrosinistra scenderebbe al 25% e anche meno.
Nelle elezioni comunali catanesi non c’è partita: il centrodestra ha già vinto. E appunto per questo non si capisce perché il posto debba andare a un partito – Fratelli d’Italia – che a Roma con il Governo nazionale sta affondando l’Italia andando dietro agli Stati Uniti d’America e all’Ucraina di Zelensky, mentre in Sicilia gli strafalcioni del partito della Meloni sono sotto gli occhi di tutti. La stessa Meloni, che doveva organizzare la ‘battaglia navale’ contro i migranti, tra poco più di un mese si potrebbe trovare con migliaia di migranti che ogni giorno sbarcano tra Lampedusa, Pantelleria, la Sardegna, la Sicilia, la Calabria e la Puglia. Le nostre previsioni – che abbiamo più volte messo nero su bianco – p che la Cina, che oggi ha un grande ascendente in Africa, nei prossimi mesi riempirà l’Italia di migranti per fare capire agli attuali governanti italiani che mandare armi in Ucraina ha un prezzo. Non va meglio nella nostra Isola. Fratelli d’Italia si è preso la presidenza dell’Assemblea regionale siciliana con Gaetano Galvagno e dopo quattro mesi il Parlamento siciliano non ha approvato una sola legge, a parte il Bilancio e la Finanziaria 2023 che avrebbero dovuto essere approvati entro il 31 Dicembre dello scorso anno. Non solo l’Ars gira a vuoto ma il clima che si respira è quello delle ripicche da liceali: adesso si fanno anche le ‘prove antidroga’ per scoprire chi ‘sniffa’ tra i parlamentari: e questo grazie proprio al presidente dell’Ars che ha deciso di indossare i panni dello sceriffo anti-coca. Non è da escludere che, tra un po’, nell’attuale Assemblea regionale siciliana, visto che si avvicina l’Estate, chiederanno anche la prova costume…
Non parliamo dei Fratelli d’Italia nel Governo della Regione. Nella seconda metà degli anni ’90 del secolo passato, quando gli eredi del Movimento Sociale destra nazionale andarono ad occupare gli assessorati regionali, gli interrogativi erano tanti. Invece va detto che, a parte l’inizio della distruzione della Formazione professionale, gli esponenti di Alleanza nazionale andarono tutto sommato bene. L’assessore assessore al Turismo Nino Strano si trovò a gestire le Universiadi in un momento difficilissimo e, alla fine, ne è uscito bene. Idem per Fabio Granata, assessore ai Beni culturali. Oggi, invece, gli esponenti di Fratelli d’Italia al Governo, con qualche eccezione, sembrano piuttosto dannosi, casinisti e anche un po’ ‘scattiatori’, nel senso che cercano di ‘chiudere’ qualche operazione: ‘zampate che il presidente della Regione, Renato Schifani, ha più di una volta ‘sgamato’ e bloccato. Ora, che questi debbano andare a prendersi il Comune di Catania ‘a gratis’ sembra eccessivo. Anche perché il Sindaco uscente, Salvo Pogliese, che si è dimesso, è un altro ‘Fratello’ d’Italia. Che senso ha ridare la città nelle mani di chi, alla fine, ha fallito?
Facendo quattro conti politico-elettorale non è affatto detto che Enrico Trantino batta Valeria Sudano in quelle che potrebbero essere le ‘primarie’ del centrodestra a Catania, anche se un po’ atipiche. Anche se… Ricordiamo che la legge elettorale siciliana per i Comuni, a differenza del resto d’Italia, dove è il richiesto il 50% + 1 dei voti per essere eletti al primo turno, prevede il 40% dei voti più 1 per essere eletti al primo turno. Cosa stiamo cercando di dire? Semplicissimo: che Valeria Sudano con i voti del suo gruppo che fa capo alla Lega – voti che non sono pochi – più i voti della Nuova Dc di Totò Cuffaro, più i voti degli Autonomisti di Raffaele Lombardo, più i voti di una parte di Forza Italia e, magari, con l’aggiunta dei voti del Movimento di Cateno De Luca può benissimo essere eletta al primo turno. Esageriamo? Non proprio. La realtà è che quello che state leggendo lo sanno benissimo anche gli esponenti di Fratelli d’Italia, che infatti stanno cercando di mettere gli altri partiti del centrodestra davanti al fatto compiuto, se è vero che hanno già fatto ‘appizzare’ i manifesti con la scritta Enrico Trantino Sindaco… Che dire? Che se Lega di Matteo Salvini terrà la bassa ferma su Valeria Sudano serrando le fila con i suoi alleati, ebbene, questa volta i Fratelli d’Italia di Catania si attaccheranno al Tram. Pardon, alla Circumetnea! A meno che… a meno che Fratelli d’Italia non decida di ritirare il proprio candidato per evitare una sconfitta.
Foto tratta da New Sicilia