- Il centrodestra della Città Etnea potrebbe presentarsi al cospetto degli elettori con due candidati in contrapposizione: Valeria Sudano della Lega e Enrico Tranino di Fratelli d’Italia
- Perché la Lega con il commissario in Sicilia, Annalisa Tardino, mette i puntini sulle “i”, facendo ‘barba e sciampo’ agli asso-piglia-tutto di Fratelli d’Italia, che si sono auto-proclamati il sale della terra di Catania…
- Le leggi inesorabili della politica: è la debolezza strutturale del centrosinistra catanese ad alimentare le divisioni nel centrodestra
Il centrodestra della Città Etnea potrebbe presentarsi al cospetto degli elettori con due candidati in contrapposizione: Valeria Sudano della Lega e Enrico Tranino di Fratelli d’Italia
Quando uno schieramento politico scompare dal cuore e dalla mente degli elettori i danni si riverberano in tutto il quadro politico. E’ il caso del Partito Democratico e, in generale, del centrosinistra a Catania, formazione politica senza arte né parte, senza una riconoscibilità politica e culturale in grado di guardare al futuro. All’ombra dell’Etna la sinistra non ha mai brillato; il centrosinistra ha amministrato la città con Enzo Bianco (foto a destra tratta da ilSicilia,it), un personaggio che calca le scene di questa città da ben quarant’anni o giù di lì. Bianco non ha nulla a che dividere con la sinistra, se è vero che è un personaggio che arriva dal Partito Repubblicano di fatto scomparso lentamente con la morte di Ugo la Malfa. Una tradizione, quella del PRI, finita in parte nel centrodestra e in parte nel centrosinistra. Bianco, ex repubblicano, è finito nel centrosinistra nel momento di passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica: è lì è sempre rimasto. Non ha mai brillato come Sindaco della Città Etnea, al di là delle celebrazioni interessate. Se è vero che Catania, dalla fine della Prima Repubblica ad oggi è sempre andata indietro, bisogna avere il coraggio di ammettere che Enzo Bianco, insieme con i Sindaci di centrodestra, ha contribuito a fare sprofondare Catania in una crisi senza fine di identità culturale prima che politica ed economica. Bianco ha cercato di riproporsi ancora un volta, approfittando, anche, del vuoto politico del centrosinistra catanese, ma è stato bloccato dalla Giustizia per fatti legati ai Bilanci ‘ballerini’ del Comune di Catania dei quali, da Sindaco, è stato uno dei protagonisti (ma non il solo). Ma se il centrosinistra è in crisi, ebbene, non si può dire che le cose vadano meglio nel centrodestra catanese. Dove l’arroganza di Fratelli d’Italia – partito che ha vinto le ultime elezioni politiche ma che ha già iniziato a percorrere la parabola discendente, come dimostrano i dati delle elezioni in Friuli Venezia Giulia – cerca di imporre agli alleati la legge del più forte (sulla carta).
Perché la Lega con il commissario in Sicilia, Annalisa Tardino, mette i puntini sulle “i”, facendo ‘barba e sciampo’ agli asso-piglia-tutto di Fratelli d’Italia, che si sono auto-proclamati il sale della terra di Catania…
Fratelli d’Italia sta provando a far ‘digerire’ il proprio candidato Sindaco a Catania. Si tratta di Enrico Trantino, figlio del parlamentare nazionale Enzo Trantino. Padre e figlio noti avvocati e altrettanto noti esponenti della destra catanese di scuola Msi-destra nazionale, formazione politica che all’ombra dell’Etna è sempre stata forte e radicata nell’anima popolare della città. Il tentativo di imporre Enrico Trantino alla guida del Comune di Catania si scontra con una serie di fatti che il commissario della Lega in Sicilia, l’eurodeputata Annalisa Tardino, mette uno dietro l’altro in un’intervista al quotidiano La Sicilia, che nella nostra Isola è ormai l’unico giornale che riesce a interpretare gli umori della città dove ha sede la redazione: “Siamo convinti – dice Annalisa Tardino – di avere proposto alla coalizione il nome migliore e di avere tutte le carte in regola per offrire a Catania programma e azioni amministrative di livello, insieme al centrodestra”. Il nome offerto ai catanesi come candidato Sindaco dalla Lega è quello di Valeria Sudano (foto insieme con Luca Sammartino tratta da Corriere Etneo), rampolla di una famiglia di scuola democristiana della città. Nome che si lega a doppio filo con un’altra famiglia nota nel mondo catanese, i Sammartino. Il riferimento è a Luca Sammartino, oggi esponente della Lega a Catania e attuale assessore regionale all’Agricoltura. Dice ancora Annalisa Tardino: “Peraltro non abbiamo candidati Sindaco negli altri capoluoghi al voto, visto il nostro atteggiamento costruttivo tenuto a favore di FI e FdI a Siracusa, Trapani e Ragusa, non considerando le città minori, dove ad oggi, complice la slealtà di alcuni esponenti di Fdi, non è stato possibile chiudere accordi. Ricordo, poi, che non abbiamo preteso Acireale, pur avendo candidati all’altezza, finendo con il sostenere Garozzo, oggi vicino a Fdi. Penso anche a Licata, dove abbiamo siglato un’intesa con Forza Italia – aggiunge – per individuare un candidato comune, nella persona di Giuseppe Montana, mentre Fdi ha ben pensato di non sedersi allo stesso tavolo. Ebbene, capisco che essere il primo partito d’Italia impone una certa suddivisione delle cariche, ma non sfuggirà che è necessario rispettare tutti gli alleati di governo, incluso chi ne è parte fondamentale e leale, a Roma come a Palermo”.
Le leggi inesorabili della politica: è la debolezza strutturale del centrosinistra catanese ad alimentare le divisioni nel centrodestra
E qui torniamo alla debolezza del centrosinistra, formazione politica che fa perno su un partito – il PD – che, su input dell’Unione europea, si presenta con un segretario politico, Elly Schlein, che di sinistra non ha proprio nulla, se è vero che, invece di difendere i ceti deboli, massacrati da un anno di inflazione alle stelle, inflazione nascosta da Unione europea e Governi dei Paesi europei, propone, di fatto, un programma politico imperniato sui ‘capricci’ dei numericamente minoritari ceti benestanti: coppie omosessuali, figli alle coppie omosessuali e altri diritti civili al posto dei diritti sociali; l’unica ‘concessione’ che il PD fa ai ceti deboli, in coppia con gli affonda-barche dei grillini, è il salario minimo, senza aver riflettuto sul fatto che il salario minimo, in Italia, è già stato sperimentato, se è vero che è stata una battaglia politica del fascismo persa clamorosamente da Benito Mussolini. Un partito da dimenticare, il PD che – soprattutto se in coppia con il Movimento 5 Stelle – non può che andare a sbattere, come è avvenuto alle elezioni regionali in Friuli di qualche giorno fa e come è avvenuto anche in Lombardia. Ed è proprio la debolezza del PD e, in generale, del centrosinistra che oggi alimenta le divisioni nel centrodestra di Catania, dove in questo momento i ‘capi’ di questo schieramento politico stanno valutando la possibilità, tutt’altro che remota, di presentarsi divisi alle elezioni comunali: la Lega di Valeria Sudano e Luca Sammartino con i propri alleati (che ci sono) e Fratelli d’Italia con i propri alleati. Insomma i candidati Sindaco di Catania – i candidati forti – potrebbero essere tre: Valeria Sudano della Lega, Enrico Trantino di Fratelli d’Italia e il candidato del centrosinistra. In questo scenario – sempre che lo scenario sarà questo e non un candidato unico del centrodestra che vincerebbe a ‘redini basse’ – un fatto dovrebbe essere certo: il ballottaggio. Al ballottaggio potrebbero anche andare i due candidati del centrodestra. Potrebbe essere un passaggio rischioso, perché al ballottaggio potrebbe anche finire il candidato del centrosinistra. Però visto l’atteggiamento altezzoso di Fratelli d’Italia e la determinazione fino ad oggi dimostrata da Valeria Sudano abbiamo la sensazione che il centrodestra catanese potrebbe correre questo rischio. Un passaggio elettorale sicuramente sofferto, che avrebbe però il pregio di rendere chiaro qual è, oggi, a Catania, il gruppo politico più forte.
Foto di prima pagina tratta da itCatania – italiani.it
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